giovedì 16 febbraio 2012

HUGO CABRET

Candidato a undici premi Oscar, diretto da Martin Scorsese, Hugo Cabret ha sollevato nei suoi spettatori una serie di emozioni contrastanti: lodato da alcuni poiché rappresenta una spassionata dichiarazione d'amore al cinema e ad uno dei suoi padri fondatori, Georges Méliès, il film è stato criticato da altri, e in particolare dagli irriducibili fan di Scorsese, quelli che amano Taxi driver e Toro Scatenato, che non hanno potuto non rilevare come Hugo Cabret costituisca un unicum nella filmografia del regista italoamericano, non solo nel genere, ma anche nella filosofia che sta alla base. Ma procediamo con ordine.
Hugo Cabret è un ragazzino orfano che vive nella stazione di Montparnasse  a Parigi e sopravvive grazie a dei furtarelli. Proprio grazie a questi, conoscerà il venditore del chiosco di giocattoli, Georges, e la sua figlioccia, con la quale arriverà alla scoperta che l'uomo non è altro che George Méliès, uno dei padri del cinema.
Girato in 3D, il film sfrutta pienamente le potenzialità offerte da questa tecnologia e la telecamera ci immerge in ogni angolo della stazione; il 3D diventa, così, un'occasione per raccontare il cinema a noi, pubblico del secolo XXI, per farci rivivere quelle emozioni di paura e stupore che dovevano aver provato gli spettatori di quel primo film dei fratelli Lumière, in cui si vedeva semplicemente un treno che marciava. 
Scorsese coglie la moda del momento e la trasforma in modo da celebrare il cinema e Méliès, colui che con i suoi trucchi e le sue illusioni portò per primo l'uomo sulla luna.
Qui ci riallacciamo all'opinione dei critici del film. E' stato detto: Scorsese è un regista che ha utilizzato il cinema per scoprire la realtà e, invece, nel suo ultimo film, celebra il cinema in quanto sogno. Questo non è uno scandalo, né un tradimento. Invano cercheremo le somiglianze di Hugo Cabret con altri film di Scorsese. E' solo lui la costante: un regista che, dopo decenni di ottimi lavori, a differenza di molti suoi colleghi oramai divenuti la brutta copia di se stessi, non si è stancato di provare qualcosa di nuovo. Anche un regista come Scorsese, che ci ha fatto conoscere personaggi sporchi, controversi, non può non amare Méliés, perché Méliès rappresenta l'inizio di quella storia (la storia del cinema) di cui egli stesso fa parte e ciò non può e non deve essere dimenticato. Il cinema non è sogno, né realtà: è entrambe le cose. Che il sogno ci circondi o la realtà ci sommerga, non importa, perché se si ha una storia da raccontare, l'importante è soltanto che si riprenda e si mostri agli altri.
Non si può guardare un film con la testa: se abbiamo gli occhi per guardare, probabilmente ci sarà un motivo. L'immagine che scorre ci trasmette l'emozione, ma soltanto dopo aver visto l'intero film potremo sforzarci di comprenderla.
Ho guardato Hugo Cabret con gli occhi ed ho quasi pianto sul finale, e solo ora ho capito perché.
Perchè è bellissimo, un bellissimo film e non possiamo che essere lieti del fatto che vi sia ancora un Martin Marcantonio Luciano Scorsese a dirigere film del genere.

Voto: 9

Hugo Cabret su imdb
Martin Scorsese su imdb

16 commenti:

  1. Sono curiosa di vederlo, perchè sento pareri molto discordanti, sembra si possa solo amarlo o odiarlo

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  2. Anche io ho pianto... tanto ;-) e non mi vergogno a dirlo. Io credo che questo film, paradossalmente, non sia poi così distante dalla filmografia di Scorsese: in fin dei conti gli elementi essenziali del suo cinema ci sono tutti (l'importanza del passato, dei ricordi, della famiglia, degli ideali). Se guardiamo bene anche la famosa 'violenza' cinefila non è poi così assente: d'accordo, è un film per ragazzi, ma pensiamo al cattivissimo poliziotto acchiappa-orfani, alla rabbia repressa di Méliès, al nonno ubriacone e manesco... siamo poi così sicuri che sia un film totalmente 'edificante' e mieloso?
    Anche a me è piaciuto tantissimo. Condivido in pieno la tua opinione!

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  3. mi sono commosso anch'io nel finale
    e concordo anche con Kelvin: non è un film zuccheroso, è semplicemente adatto a tutti (dai bambini ai vegliardi come me)

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  4. Pensa che invece io l'ho trovato vuoto e poco incisivo, assolutamente lontano da quello cui Scorsese ci ha abituati.
    Una specie di film Disney girato alla grande.
    Melies era di tutt'altra pasta.
    La prima vera, grossa delusione dell'anno.

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    1. Molti sono rimasti delusi. Questo è il bello del cinema, no?

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  5. concordo a pieno con te Antonella :) Bellissima recensione. In effetti è proprio un omaggio al cinema che Scorse, da grandissimo regista, sente di fare e realizza in modo impeccabile. Se vogliamo l'aspetto più interessante è proprio che l'esperienza visiva sfrutta alla perfezione la tecnologia (in questo caso il 3D), come Melies sfruttava i mezzi a disposizione dell'epoca. L'oviettivo è sempre lo stesso: stupire lo spettatore e lascarlo senza parole di fronte alla meraviglia di un film.

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  6. Sentendo pareri così contrastanti la curiosità aumenta sempre di più. Amo tantissimo Scorsese, un pochino meno il 3D. Finalmente dovrei riuscire a vederlo questo fine settimana...chissà...

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    1. La bellezza del 3d è condizionata da fattori non trascurabili, quali la grandezza dello schermo, il tipo di occhialini utilizzati etc. Per fortuna, a differenza di Avatar, vedendo HC non mi è venuto il mal di testa.

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  7. un film che ha rivoluzionato la filmografia di Scorsese, spiazzante

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  8. Visto venerdì. Davvero bellissimo. Ne ho parlato anche da me

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  9. Ciao Antonella! Mi aggiungo nei commenti come una voce fuori dal coro su "Hugo Cabret"... non mi ha convinto un granchè! Cioè... l'ho apprezzato molto per spunti, scenografie e tematiche di fondo, ma ammetto di essermi annoiata assai. Ho trovato che mancasse una vera e propria trama, non so... ad ogni modo dev'essere proprio vero che o lo si ama, o non è piaciuto!

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