Intorno alla figura di un eccentrico genetista, ossessionato da Dante e dalla sovrappopolazione, Dan Brown costruisce Inferno, un thriller denso di colpi di scena, che si svolge in un arco temporale brevissimo.
Sebbene la storia, nella prima parte, sia intrisa di momenti horror, che cinematograficamente potrebbero essere resi molto bene, con una serie di richiami storici interessanti, come quello al medico della peste, nella seconda parte, quando le carte cominciano ad essere scoperte, il prosieguo del romanzo si rileva scontato e deludente.
L'approfondimento psicologico è assente, mentre banali e al limite dell'infantile sono i pensieri e l'agire dei protagonisti, che pure sono adulti e presumibilmente adulti dotati di particolare intelletto.
Qualcuno giustamente penserà che avrei potuto spendere meglio il tempo lontano dal blog piuttosto che leggendo l'ultimo thriller di Dan Brown.
Il primo motivo per cui non avrei dovuto leggerlo è che acquistando il bel volume ho regalato più di 20 euro alla Mondadori che non se li merita proprio.
Il secondo motivo è che si tratta davvero di un romanzo pessimo, molto probabilmente finanziato dal Comune di Firenze, dal Comune di Venezia e da Trenitalia. Ah, e anche dal governo turco.
Avete presente quelle serie televisive nelle quali, neppure troppo velatamente, vi sono scene in cui di fatto viene fatta pubblicità a questo o a quel prodotto? La sensazione che di solito provo è di straniamento e fastidio. Stessa sensazione che ho provato leggendo Inferno, quando l'autore elogia la bellezza e la convenienza del Frecciargento.
Avete presente quelle serie televisive nelle quali, neppure troppo velatamente, vi sono scene in cui di fatto viene fatta pubblicità a questo o a quel prodotto? La sensazione che di solito provo è di straniamento e fastidio. Stessa sensazione che ho provato leggendo Inferno, quando l'autore elogia la bellezza e la convenienza del Frecciargento.
A parte queste considerazioni, non posso non rilevare che Robert Langdon con il suo orologio di Topolino è un personaggio della letteratura contemporanea, la cui immagine oramai non può che sovrapporsi a quella di Tom Hanks che lo ha interpretato nei film di Ron Howard, Il Codice da Vinci e Angeli e Demoni. Un personaggio figlio dei nostri tempi perché è l'unico storico dell'arte, nella vita reale e nella finzione, capace di paragonare la chiesa di Santa Sofia di Istanbul al castello della Bella Addormentata della Walt Disney. E per questo, in fondo in fondo, mi fa simpatia.
Voto: 4
Sostanzialmente d'accordo, soprattutto di Inferno di Dante c'è davvero poco...pura operazione commerciale...
RispondiEliminaPenso che di Dan Brown al momento non leggerò più nulla. Dopo Il codice Da Vinci che comunque mi aveva divertito e Angeli e demoni con uno dei finali più cretini della storia della letteratura (se così questa vogliamo chiamarla), penso di aver già dato abbastanza.
RispondiEliminaAvevo comprato Il codice Da Vinci a 5 euro e, a parte un inizio interessante, mi aveva parecchio annoiata. Mi immagino questo... 20 euro alla Mondadori? No grazie.
RispondiEliminaBrown è un incapace, io lo dico da sempre, spero che alla fine se ne accorgano tutti.
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