martedì 28 febbraio 2012

Ho voglia di leggere: LO HOBBIT


In una caverna sotto terra viveva uno hobbit. Non era una caverna brutta, sporca, umida, piena di resti di vermi e di trasudo fetido, e neanche una caverna arida, spoglia, sabbiosa, con dentro niente per sedersi o da mangiare: era una caverna hobbit, cioè comodissima.

A volte non c'è niente di meglio che leggere un libro che abbiamo tanto amato e riscoprire quanto lo amiamo ancora.
Indotta dalla prossima uscita del film di Peter Jackson, ho letto per l'ennesima volta il primo romanzo di John Ronal Reuel Tolkien, nonché il suo primo capolavoro: Lo hobbit.
Purtroppo, non posso evitare di essere sentimentale: Lo hobbit è stato il mio approccio al mondo fantastico tolkieniano. Ed è stata una scoperta sorprendente, che ha portato alla luce qualcosa che c'era in me, ma che non avevo ancora trovato.
Un po' come Bilbo Baggins, che nel viaggio verso la Montagna Solitaria in compagnia dei nani, scopre il suo lato "Tuc", la sua sete d'avventura, da sempre presente in lui, ma che solo quel viaggio fa emergere.
Lo hobbit ha perlopiù toni allegri e scanzonati, che tuttavia in parte preannunciano i toni drammatici che saranno presenti nell'opera più conosciuta di Tolkien, Il Signore degli Anelli. 
Per chi volesse conoscere Tolkien, ma è spaventato dalla lunghezza del suo masterpiece, Lo hobbit rappresenta un'ottima lettura, che può anche non essere proseguita: perché se da un lato incuriosisce il più avido lettore, dall'altro rappresenta comunque un romanzo compiuto, che non richiede la lettura degli altri scritti dell'autore inglese. Infatti, da un lato sarebbe riduttivo definire Lo hobbit un prequel o Il Signore degli Anelli un sequel perché i piani narrativi dei due romanzi sono completamente diversi. Nella mitologia tolkieniana Lo hobbit viene scritto da Bilbo, mentre Il Signore degli Anelli viene scritto da Frodo. Bilbo sarà portatore dell'Anello per moltissimi anni, ma non oltrepasserà mai certi confini; Frodo porterà l'Anello per un breve periodo, ma il suo cammino lo condurrà all'origine di tutti i mali. Questo non può non incidere sul tono e sul linguaggio che Tolkien ha scelto di utilizzare in ognuno dei due romanzi.
Se vi trovate nella condizione di ritenervi troppo maturi per una lettura del genere, non potete commettere errore più grande: Lo hobbit è un romanzo universale. Grandi e piccini possono amarlo insieme per motivi diversi. Senza contare che spesso un romanzo fantasy ci dice molto di più di quanto facciano romanzi ambientati ai giorni nostri e nella vita reale.
Vedremo, dunque, come Peter Jackson ci racconterà Lo hobbit, che ha scelto di dividere in due parti, in uscita, rispettivamente, a dicembre 2012 e dicembre 2013. Il trailer sembra voler sottolineare le connessioni con Il Signore degli Anelli, per convincere quel pubblico, nel 2001 a digiuno di Tolkien, a tornare al cinema a vedere anche il nuovo film.
Nel frattempo, per ingannare l'attesa, mi preparo con largo anticipo alla visione rileggendo Lo hobbit (e forse rileggerò anche Il Signore degli Anelli),  così al cinema potrò snobisticamente criticare ogni difformità che Jackson si è concessa rispetto al romanzo. Da brava tolkieniana.

Voto: Diecimila (di solito non do voti in questa rubrica ma Lo hobbit è Lo hobbit!)

"Allora le profezie delle vecchie canzoni si sono rivelate vere, più o meno!" disse Bilbo.
"Ma certo!" disse Gandalf. "E perchè non dovrebbero rivelarsi vere? Certo non metterai in dubbio le profezie, se hai contribuito a farle avverare! Non crederai mica, spero, che ti sia andata bene in tutte le tue avventure e fughe per pura fortuna, così, solo e soltanto per il tuo bene? Sei una bravissima persona, signor Baggins, e io ti sono molto affezionato; ma in fondo sei solo una piccola creatura in un mondo molto vasto!".
"Grazie al cielo!" disse Bilbo ridendo, e gli porse la borsa del tabacco.

4 commenti:

  1. Lessi questo libro davvero tanti, tanti anni fa. Ricordo che me lo prestò mia cugina e lo lessi prima di leggere il signore degli anelli che lessi nel 1997. Parliamo quindi, nel caso de Lo Hobbit, della metà degli anni '90. Ammetto di ricordare davvero poco del contenuto. Il signore degli anelli lo ricordo molto di più, lo lessi mentre facevo il servizio civile. Mi piacque ma non ho mai mitizzato questa epopea, il genere fantasy in ogni sua declinazione non mi avvince.

    Però almeno una volta nella vita è quasi doveroso.

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  2. concordo: lo HOBBIT è molto più di quel che sembra
    a quanto ne so, Tolkien voleva adattare gli schemi della mitologia nordica al tipico sense of humour inglese (ad es. l'episodio dei troll che finiscono col litigare tra loro); in seguito il problema dell'Anello (che nell'edizione del 1937 era poco più di uno scherzo) lo spinse a riscrivere molte pagine e a introdurre personaggi inquietanti, come il Negromante di Dol Guldur (nella prima ediz non c'era)
    aspettiamo perciò il film: JACKSON è un ottimo regista e credo farà del suo meglio

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  3. il libro è senza dubbio molto bello e importante, ma l'idea di dividere il film in due parti non mi piace molto..mi sembra la classica trovata per incassare di più..tuttavia bisogna aspettare per giudicare

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  4. anch'io a dire il vero non sono molto convinta della divisione in due parti.... vedremo!!! :)

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