Recensione pubblicata su Cinema Bendato
Titolo
originale: Number
seventeen
Paese:
Gran
Bretagna
Anno:
1932
Regia:
Alfred
Hitchcock
Genere:
Giallo
Durata:
63 min.
Cast:
L. M.
Lion (Ben, il barbone), A. Grey (Nora), J. Stuart (Gilbert Barton),
B. Jones (Henry Doyle), D. Caltrop (Brant), A. Casson (Rose Akroyd),
H. Caine (Mr. Akroyd), G. Marsh (Sheldrake), H. Langley (guardia sul
treno).
Sceneggiatura:
R.
Ackland, A. Reville, A.
Hitchcock
Trama:
A
Londra, in una casa abbandonata, alcuni ladri si ritrovano per
recuperare una preziosa collana di diamanti. Sulle loro tracce c'è
la polizia.
Numero diciassette rappresenta uno dei lavori minori di Alfred Hitchcock, che lo stesso regista, in una celebre intervista a Francois Truffaut, definì “un disastro”.
Effettivamente, il film si caratterizza per una trama alquanto confusa e farraginosa; l'impressione che deriva dalla sua visione è che costituisca un esperimento, nel quale si condensano diversi elementi cari alla filmografia di Hitchcok, come i cadaveri che spariscono, le scale, dalle quali scende o sale “l'orrore”, le ombre, i travestimenti.
L'opera, tratta da una commedia teatrale di Joseph Farjeon, fu commissionata al regista inglese, il quale scelse di trasformarla in una sorta di parodia del giallo classico, in cui poliziotti e ladri sono rappresentati in maniera piuttosto ridicola, essendo sia gli uni che gli altri caratterizzati da una non indifferente imbranataggine. Alla fine, colui che si rivela più astuto di tutti è il barbone Ben, ritrovatosi per caso nel covo dei malviventi e che si aggiudica la preziosa collana di diamanti. Ben è il personaggio più rappresentativo della pellicola, che ne rivela gli intenti parodistici: è il primo del quale tutti tendono a diffidare, ma che è, semplicemente, se stesso.
Voto: 6Effettivamente, il film si caratterizza per una trama alquanto confusa e farraginosa; l'impressione che deriva dalla sua visione è che costituisca un esperimento, nel quale si condensano diversi elementi cari alla filmografia di Hitchcok, come i cadaveri che spariscono, le scale, dalle quali scende o sale “l'orrore”, le ombre, i travestimenti.
L'opera, tratta da una commedia teatrale di Joseph Farjeon, fu commissionata al regista inglese, il quale scelse di trasformarla in una sorta di parodia del giallo classico, in cui poliziotti e ladri sono rappresentati in maniera piuttosto ridicola, essendo sia gli uni che gli altri caratterizzati da una non indifferente imbranataggine. Alla fine, colui che si rivela più astuto di tutti è il barbone Ben, ritrovatosi per caso nel covo dei malviventi e che si aggiudica la preziosa collana di diamanti. Ben è il personaggio più rappresentativo della pellicola, che ne rivela gli intenti parodistici: è il primo del quale tutti tendono a diffidare, ma che è, semplicemente, se stesso.
Questo mi manca. Ho visto molti dei film di Hitchcock, e sembra, dalle tue parole, che si sia divertito, anche se nel periodo in cui è uscito non brillava nè lui, nè il cinema inglese, anzi, tutti erano piuttosto preoccupati...
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