Recensione pubblicata su Cinema Bendato
Titolo originale: Broken Blossoms o The Yellow Man and the Girl
Paese: U.S.A.Anno: 1919
Regia: David Wark Griffith
Genere: Drammatico
Durata: 90 min.
Cast: L. Gish (Lucy), R. Barthelmess (Cheng Huan), D. Crisp (Battling Burrows), A. Harrows (manager), E. Peil Sr (Malocchio), G. Beranger (Spione), N. Selby (pugile)
Sceneggiatura: D.W. Griffith
Trama: Dopo l'ennesimo maltrattamento subito dal padre alcolizzato, la piccola Lucy si rifugia a casa di Cheng Huan, giovane cinese giunto a Londra per predicare la religione buddista, costretto, però, a scontrarsi con la dura realtà del luogo.
Paese: U.S.A.Anno: 1919
Regia: David Wark Griffith
Genere: Drammatico
Durata: 90 min.
Cast: L. Gish (Lucy), R. Barthelmess (Cheng Huan), D. Crisp (Battling Burrows), A. Harrows (manager), E. Peil Sr (Malocchio), G. Beranger (Spione), N. Selby (pugile)
Sceneggiatura: D.W. Griffith
Trama: Dopo l'ennesimo maltrattamento subito dal padre alcolizzato, la piccola Lucy si rifugia a casa di Cheng Huan, giovane cinese giunto a Londra per predicare la religione buddista, costretto, però, a scontrarsi con la dura realtà del luogo.
Con Giglio infranto, D.W. Griffith costruisce un dramma ispirato in larga misura dall'opera di Charles Dickens, con un'inaspettata svolta nel finale in cui emerge l'influenza di William Shakespeare. La protagonista, infatti, è una giovane innocente e pura, che non ha mai conosciuto affetto, ma solo violenza e prevaricazione. Perseguitata dal padre alcolizzato, Lucy conserva intatta la sua bontà e non arriva a desiderare mai il male del suo aguzzino.
La sua purezza, incarnata nel candore del viso di Lilian Gish, contrasta con lo squallore del quartiere di Limehouse, un quartiere grigio e nebuloso dimenticato da Dio e dal mondo.
Proprio in quel quartiere giunge il giovane cinese Cheng Huan: desideroso di convertire inglesi al buddismo, scopre tristemente che il mondo non vuole essere convertito. Pure in quella miseria, Cheng trova come unica fonte di pace ammirare Lucy da lontano.
Quando, finalmente, i due protagonisti si toccano, emerge l'impossibilità del loro amore, inconcepibile per la società in cui vivono. Cheng Huan, in patria uomo rispettato, a Londra è solo un misero “Chinky” (termine inglese dispregiativo per cinese) e nel mondo di Griffith la contaminazione tra “razze” non è ammissibile. Tuttavia, più che un ostacolo insormontabile dal punto di vista ideologico, la rappresentazione della differenza tra i due appare come una presa di coscienza della realtà in cui vivono, di cui è messa in luce tutta l'ingiustizia: due anime così pure avrebbero dovuto incontrasi altrove. Quando Lucy domanda a Cheng perché è così buono, l'incomprensione di lei frantuma le nuove speranze di lui, il cui complesso di valori tracolla una volta per tutte. Quella domanda si rivela ancor più fatale del tragico evento finale, che a quel punto non può che confermare ogni più triste premonizione. Infatti, mentre Lucy mantiene integra, fino alla fine, la sua purezza, Cheg Huan è costretto a rinunciarvi di fronte all'uccisione dell'amata, decidendo che la violenza è l'unica strada possibile da percorrere. Quando la polizia arriva ad arrestarlo, è oramai troppo tardi: lo “Stato” sarebbe dovuto intervenire molto prima.
Voto: 8+
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