Titolo originale: The Master
Paese: USA
Anno: 2012
Regia: Paul Thomas Anderson
Genere: Drammatico
Durata: 137 min.
Cast: Joaquin Phoenix, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Laura Dern, Rami Malek, Jesse Plemons, Ambyr Childers
Soggetto: Paul Thomas Anderson
Sceneggiatura: Paul Thomas Anderson
The Master, film pluripremiato all'ultima Mostra Cinematografica del Cinema di Venezia (Leone d'Argento al regista Paul Thomas Anderson e Coppa Volpi ai protagonisti maschili Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman) è ambientato negli Stati Uniti, a cavallo tra gli Anni Quaranta e Cinquanta. Protagonista è Freddie (Phoenix), marinaio tornato dalla guerra, che soffre di un pesante disturbo post-traumatico: è, infatti, ossessionato dal sesso e cerca rimedio nel bere, il che lo rende piuttosto irascibile e violento. Freddie incontra per caso Lancaster Dodd (Hoffman), fondatore di "La Causa", una setta religiosa che cerca di risolvere i problemi della psiche umana attraverso i viaggi della mente nel passato, espediente attraverso il quale crede persino di poter curare malattie come la leucemia. Il giovane si unisce a Dodd, il quale cercherà di applicare la procedura anche a Freddie, affinché questi guarisca dalle sue ossessioni.
Presentato non ufficialmente come il film su Scientology, la storia raccontata da Anderson, in verità, si riferisce al rapporto tra allievo e discepolo che può instaurarsi in qualsiasi setta religiosa.
Il film, infatti, non si concentra tanto sugli aspetti sociali ed economici che portano alla fondazione di sette da parte di presunti messia, profeti etc, ma sulla relazione che intercorre tra il maestro e il discepolo più ribelle e più difficile da convertire. Sebbene elementi di criticità nei confronti di queste organizzazioni non manchino (Dodd viene arrestato per presunta appropriazione indebita di fondi), prevalente è l'indagine sulla psiche umana portata avanti da Dodd su Freddie. In questo senso, viene in qualche modo messa in luce la positività del comportamento di Dodd, personaggio critico, ma che è pur sempre l'unico ad essersi interessato ai problemi mentali di Dodd, dimenticato da quella nazione che pure lo ha spedito in guerra. Dall'altro lato, però, Dodd si serve di Freddie per portare a compimento lavori "sporchi", che non ha nemmeno bisogno di ordinargli: emerge anche qui la criticità delle dinamiche esistenti in gruppi basati sul carisma di un uomo solo.
Il film è pregevole soprattutto per le interpretazioni dei due protagonisti, giustamente premiati a Venezia. In particolare Phoenix, sviscerando una fisicità disarmante, riesce a rendere ben visibili sul suo corpo i disturbi della psiche del proprio personaggio.
Una menzione va anche ad Amy Adams, nei panni di Peggy, la moglie di Dodd, un personaggio dai tratti inquietanti: vero ispiratrice e vera guida delle azioni di un uomo come Dodd, capace di sopravvivere solo grazie alle adulazioni di seguaci nullapensanti e che entra in crisi ad ogni minima ed anche innocente contestazione.
La regia è stilisticamente perfetta, con una fotografia luminosa come la mente rischiarata e ripulita dal "male". Il film, però, ha un limite, che costituisce anche la sua forza, a seconda del punto da cui lo si guardi: l'impressione è quella di essere un contenitore splendido, riccamente e finemente decorato, ma vuoto, proprio come vuota e sterile è la procedura che utilizza Dodd per riportare la mente nel passato. Anderson avrebbe potuto dire qualcosa di più, ma non l'ha fatto. Non ha fornito risposte, ma ha solamente posto tante domande.
Voto: 8
Grande confezione per un film più profondo di quanto non appaia a una prima visione.
RispondiEliminaDa rivedere senza dubbio.
un quasi masterpiece
RispondiEliminaHo sempre rimandato la visione di questo film senza un reale motivo, me devo rimediare assolutamente!
RispondiEliminaComplimenti per come hai scritto questa recensione!
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M.