Titolo originale: Side effects
Paese: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 106 min.
Genere: thriller
Regista: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Scott Z. Burn
Cast: Rooney Mara, Channing Tatum, Jude Law, Catherine Zeta-Jones, Vinessa Shaw
- ATTENZIONE. LA RECENSIONE CONTIENE SPOILER-
Emily Taylor (Roneey Mara) è una giovane donna alle prese con il ritorno a casa del marito Martin (Channing Tatum) dopo un periodo di quattro anni di detenzione per insider trading. Ben presto Emily si rende conto di essere depressa e si affida alle cure di uno specialista, il dottor Jonathan Banks (Jude Law). Quest'ultimo le somministra vari psicofarmaci, di cui l'ultimo, l'Alblixa, suggerito dalla precedente psicoterapeuta di Emily, la dottoressa Victoria Siebert (Catherine Zeta-Jones), attenua la depressione della giovane, ma le procura episodi di sonnambulismo. Tutto sembra filare liscio, finché una mattina Emily non trova Martin accoltellato a morte e ogni indizio fa pensare che la colpevole sia proprio lei.
Questa è in sintesi la trama dell'ultimo film di Steven Soderbergh, in cui ci sono tutte le premesse per accattivare lo spettatore. Il regista americano sa bene quanto gli ambienti patinati e i grandi interpreti dei suoi film rappresentino un'esca irresistibile.
Peccato, però, che Soderbergh, nella parte centrale della pellicola soffra un po' di sonnambulismo come la sua protagonista.
Infatti, l'impressione è che la prima e la seconda parte siano due film diversi incollati a caso. Se nella parte prima crediamo di assistere ad una storia di denuncia sull'abuso degli psicofarmaci negli Stati Uniti, nella seconda entra in scena il classico thriller. L'imprevedibilità, in sé, non è un male, ma prima di cambiare direzione il film indugia un po' troppo, o per meglio dire, sonnecchia. Dov'è finito il ritmo di Ocean's eleven?
Per quanto riguarda il cast, spicca su tutti Rooney Mara che si conferma una straordinaria interprete, dotata di versatilità e intensità. E' lei la regina del film, che per questo si rende meritevole di una visione. Jude Law riveste i panni dell'eroe con notevoli lati oscuri: un ruolo da lui già interpretato in altre pellicole e che gli calza a pennello. Channing Tatum recita solo pochi minuti, mentre poco convincente è Catherine Zeta-Jones, il cui personaggio è di una banalità sconvolgente. Un'attrice con maggior talento avrebbe probabilmente saputo imprimere al personaggio un diverso spessore, ma in ogni caso sembra che gli sceneggiatori non riescano a superare il mito dello psicanalista che va a letto con il paziente (vedi In trance) e di ciò non possiamo incolpare Catherine.
Voto: 6
Thriller discreto, non sarà una cosa memorabile ma comunque funziona.
RispondiEliminaPiaciuto abbastanza, buoni anche i colpi di scena...
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