"Il curioso caso di Benjamin Button" di David Fincher, basato su un racconto di Francis Scott Fitzgerald, a sua volta ispirato a una frase di Mark Twain ("La vita sarebbe infinitamente più felice se solo potessimo nascere a ottanta anni e gradualmente raggiungere i diciotto"), narra la storia di Benjamin Button, un uomo nato vecchio e rugoso, affetto dall'artrite, ma con la mente di un neonato, e morto bambino nella culla affetto da demenza senile: tra la nascita e la morte una vita normale, con gioie e dolori, amori e passioni, a dispetto di una natura non ordinaria.
Come le è stato insegnato dalla madre adottiva, l'unica che vede in Benjamin sin dall'inizio un dono del Signore, il protagonista cerca di godere di ogni istante e di ogni incontro: è un uomo estremamente dolce, non intaccato dal rimorso o dal rancore per la sua diversità. Per tutta la vita aspetta di poter stare con Daisy, la bambina che giocava con lui che era un vecchio dodicenne e solo quando entrambi sono a metà della loro esistenza, finalmente arriva il momento in cui possono stare insieme. Ma tutto scorre:Benjamin è destinato a ringiovanire; è struggente vederlo tornare bambino che non ricorda più nulla di sé, accudito con amore materno da Daisy.
Ne "Il curioso caso di Benjamin Button" c'è il topos dell'uomo che cerca se stesso in mare e dopo tanto vagare torna dalla donna che ama, c'è l'America, dalla prima guerra mondiale all'uragano Katrina e ci sono spaccati delle esistenze delle donne e degli uomini che vengono a contatto con Benjamin: l'"artista", il vecchio colpito sette volte da un fulmine, la donna che tentò di attraversare a nuoto la Manica e tanti altri: perché nella grande Storia c'è sempre l'uomo, la cui vita è breve e normale, ma pur sempre vita: e per questo straordinaria.
Titolo originale: The curious case of Benjamin Button
Regista: David Fincher (David Fincher su imdb)
Produzione: USA 2008
CONSIGLI: Mi è piaciuta questa recensione
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