domenica 27 gennaio 2013

LINCOLN



Titolo originale: Lincoln
Paese: U.S.A,
Anno: 2012
Regia: Steven Spielberg
Genere: Storico, Biografico, Drammatico
Durata: 150 min.
Cast: Daniel Day-Lewis (Abramo Lincoln), Sally Field (Mary Todd Lincoln), David Strathairn (William H. Seward), Tommy Lee Jones (Thaddeus Stevens), Joseph Gordon Levitt (Robert Todd Lincoln).
Soggetto: Doris Kearns Goodwin, autore di Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln
Sceneggiatura: Tony Kushner


L'ultima fatica di Steven Spielberg, che ha ricevuto ben dodici nomination ai prossimi Academy Awards, è un biopic dedicato alla figura di Abramo Lincoln, il Presidente degli Stati Uniti passato alla storia per l'abolizione della schiavitù.
Lincoln ripercorre il mese precedente l'approvazione da parte della Camera del tredicesimo emendamento, mostrando la ricerca di voti da parte del partito Repubblicano, avvenuta anche con metodi poco cristallini, e spiegando la fretta che Lincoln aveva che l'emendamento venisse approvato per via dell'approssimarsi della fine della guerra civile.
Incredibile interpretazione di Daniel Day-Lewis nei panni del protagonista, un Lincoln assolutamente somigliante a quello che ci hanno mostrato fotografie e ritratti. Il ruolo, che già gli è valso un Golden Globe, molto probabilmente regalerà all'attore britannico il suo terzo premio Oscar, dopo quello ricevuto nel 1990 per Il mio piede sinistro e quello ricevuto nel 2008 per Il petroliere.
Affiancano Daniel Day-Lewis una serie di attori eccellenti: Sally Field nei panni di Mary Todd Lincoln, David Strathairn nel ruolo del Segretario di Stato William H. Seward e Tommy Lee Jones nei panni del deputato radicale repubblicano Thaddeus Stevens. Più marginale la presenza di Joseph Gordon - Levitt, che interpreta il figlio maggiore del presidente, desideroso di arruolarsi, che si vede negato questo desiderio dal padre, quello stesso padre che non ha potuto evitare che tanti altri figli morissero.
La ricostruzione storica è accurata: in particolare, Spielberg rappresenta con attenzione i lavori parlamentari che precedettero la controversa approvazione del tredicesimo emendamento, non esitando a mostrare gli atti di corruzione compiuti dal presidente per raggiungere il meritevolissimo obiettivo di abolire finalmente lo schiavismo, nonché i compromessi che obbligatoriamente un politico deve compiere per raggiungere anche il più piccolo obiettivo. Significativa, in tal senso, la scena nella quale il deputato Stevens (Lee-Jones), per evitare di spaventare i più dubbiosi sostenitori del Tredicesimo Emendamento, è costretto a negare, vivendo un forte conflitto morale, l'uguaglianza razziale tra bianchi e neri, per tentare di ottenere, per lo meno, l'uguaglianza legale. 
Il film, tuttavia, essendo per la maggior parte del tempo dedicato ai delicati equilibri tra potere legislativo e potere esecutivo, finisce con l'essere poco appassionante, sebbene non possa negarsi che rappresenti un'ottima lezione di storia e di ars politica moderna e contemporanea. 
Tuttavia, la vis del film risiede in quei rari momenti in cui Lincoln dialoga con i suoi soldati, in cui visita gli accampamenti e i luoghi dei combattimenti, ovvero quelle pochissime scene nelle quali si intravede la tragedia che la guerra civile dovette rappresentare per i giovani Stati Uniti, mentre i momenti più poetici sono quelli legati alla vita personale di Lincoln, come la scena nella quale il Presidente si allunga a terra per portare in braccio il figlio addormentato. Come si diceva, sono rari momenti, che avrebbero meritato maggiore attenzione per rendere la pellicola più coinvolgente, in cui avremmo potuto ritrovare lo Spielberg di Schindler's List e di Salvate il soldato Ryan.
E' assolutamente consigliabile la visione in inglese, sia per le ottime performance dei protagonisti, sia per il doppiaggio italiano poco rispettoso di quello originale. 

Voto: 6

Puoi leggere questa recensione anche su CINEMA BENDATO

martedì 22 gennaio 2013

domenica 20 gennaio 2013

DJANGO UNCHAINED


Titolo originale: Django Unchained
Paese: U.S.A.
Anno: 2012
Regia: Quentin Tarantino
Genere: Western, Drammatico
Durata: 165 min.
Cast: Jamie Foxx (Django), Christoph Waltz (Dr King Schultz), Leonardo DiCaprio (Calvin Candie), Samuel L. Jackson (Stephen), Kerry Washington (Broomhilda).
Soggetto e sceneggiatura: Quentin Tarantino

Con il suo ultimo film, Django Unchained, Quentin Tarantino ripesca da un genere che ha sempre amato - il western - omaggiando, innanzitutto, Sergio Corbucci e il suo Django del 1966, e lo trasforma secondo il suo stile e la sua genialità, costruendo una storia che è un inno contro il razzismo e lo schiavismo.
Siamo nel 1858, due anni prima della guerra civile. Il dottor King Schultz, cacciatore di taglie, libera lo schiavo Django affinché lo aiuti a riconoscere tre fuorilegge. In cambio, promette di aiutarlo a liberare, a sua volta, la moglie Broomhilda, schiava nella piantagione di proprietà del crudele Calvin Candie.
Il tema centrale, quello della vendetta, tipico nei film di Tarantino, viene arricchito, come in Inglorious Basterds, dai temi della condanna per i più gravi peccati della storia e della stupidità con cui le atrocità spesso sono state compiute. 
Tuttavia, se nel film del 2009 Tarantino aveva affrontato un tema comunque conosciuto, in un modo del tutto originale, arrivando a concepire l'assassinio di Hitler, in Django Unchained, il regista e sceneggiatore americano ha il coraggio di mostrare al mondo e, soprattutto, all'America, una ferita profonda, non ancora riemarginata perché mai compiutamente affrontata: quella dello schiavismo. Infatti, se pure tanto è stato mostrato e detto su quanto è successo dopo la guerra civile americana, mai è stato realmente mostrato il modo nel quale uomini e donne di colore venivano trattati prima. Nei western, gli schiavi semplicemente non esistono. Inevitabilmente, perciò, il film di Tarantino ha il merito principale di porre alcuni interrogativi su una parte di storia che gli Stati Uniti si sono affrettati a dimenticare. Ma, trattandosi di un film di Tarantino, l'attenzione alla Storia è arricchita, in alcuni momenti, di un sarcasmo tutto particolare, o per meglio dire, tutto tarantiniano: ad esempio, il flashback nel quale gli incappucciati di un gruppo precursore del Ku Klu Klan discutono sulla cucitura dei cappucci non può che ricordare i dialoghi al limite del paradosso di Le iene. Per non parlare del finale, in cui Calvin Candie capricciosamente insiste nel voler stringere la mano del Dr. Schultz, nonostante il persistente rifiuto di quest'ultimo, per sancire la conclusione dell'affare.
Straordinarie le interpretazioni, a partire da Christoph Waltz, che è la vera anima del film, di cui, però, conosciamo poco le ragioni che ne giustificano l'azione: cacciatore di taglie spietato nei confronti dei criminali ricercati, commosso dal destino di Django e tormentato dalla violenza gratuita.
Incredibilmente a suo agio nei panni del cattivo Leonardo DiCaprio: i suoi occhi azzurri sono più spietati che mai. Ma il vero personaggio infame del film è Stephen, il capo della servitù, interpretato da un irriconoscibile Samuel L. Jackson: un uomo che ha rinnegato le proprie origini, per quel poco di potere che il padrone gli ha concesso e che a volte gli permette di imporsi proprio sul padrone stesso. Bravo anche Jamie Foxx nei panni del protagonista, ma, come spesso accade in molti film, a volte sono i personaggi di contorno a catturare maggiormente l'attenzione dello spettatore. Convincente Kerry Washington, nei panni della "principessa" da salvare, musa ispiratrice di Django e del Dr. Schultz, che tenta, senza successo, di salvarsi da sola.
E' troppo presto per dire se Django Unchained sia il migliore film di Tarantino, come hanno ritenuto alcuni: occorreranno anni e nuove visioni per giudicare la carriera di un autore, che, a soli 50 anni, ha senza dubbio prodotto alcuni dei film più originali e innovativi del cinema contemporaneo, forse troppi per ritenere uno superiore all'altro. Il filo conduttore di tutti questi film è la passione per il cinema, che permette a Tarantino di mescolare e richiamare generi e autori diversi, rendendo reale sullo schermo quello che molti di noi possono solo sognare ad occhi aperti. 

Voto: 8

Curiosità: imperdibile la colonna sonora, che spazia da canzoni originali a non originali, a partire da quella di apertura, Django, scritta per il film di Sergio Corbucci. Ma non mancano neppure brani tratti da Lo chiamavano Trinità.

 

sabato 12 gennaio 2013

TOP TEN MIGLIORI FILM 2012


10. Marley di Kevin MacDonald 

Con un irrinunciabile sottofondo musicale, che spazia dalle canzoni più note di Bob Marley (Get up, stand up, No woman no cry) a quelle meno conosciute (Simmer Down, Small Axe), MacDonald dipinge l'immagine di un artista fortemente ancorato a principi e valori, non sempre condivisibili, e dotato della necessaria umiltà per arrivare al successo e diffondere il suo messaggio.



9. The Avengers di Joss Whedon

La coesistenza di più supereroi rappresenta il momento originale e la scommessa riuscita di The Avengers. I quattro supereroi, affiancati da due superspie, dovranno mettere da parte il loro superego e comprendere il modo di lavorare in una squadra.


8. Lawless di John Hillcoat

La storia dei tre fratelli Bondurant, che, come apprendiamo nel prologo del film, è "una storia vera", è raccontata in modo equilibrato e senza particolari eccessi.
Infatti, le scene di violenza si alternano con equilibrio a scene spensierate, come le scene più sentimentali si alternano a quelle drammatiche.



7. Hugo Cabret di Martin Scorsese 

Il 3D diventa, in Hugo Cabret, un'occasione per raccontare il cinema a noi, pubblico del secolo XXI, per farci rivivere quelle emozioni di paura e stupore che dovevano aver provato gli spettatori di quel primo film dei fratelli Lumière, in cui si vedeva semplicemente un treno che marciava. 
Scorsese coglie la moda del momento e la trasforma in modo da celebrare il cinema e Méliès, colui che con i suoi trucchi e le sue illusioni portò per primo l'uomo sulla luna.



6. Hunger Games di Gary Ross

Combinando elementi tratti dalla mitologia greca con il Grande Fratello di George Orwell, Hunger Games, come l'omonimo romanzo cui è ispirato, propone una storia intensa ed emozionante, che sorprende lo spettatore continuamente.




Come La Compagnia dell'Anello, Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato è capace di catapultarci nella Terra di Mezzo. Per me che ho tanto amato la prima trilogia, è stato come tornare a casa dopo un lungo viaggio. 



4. Quasi amici di Olivier Nakeche e Eric Toledano

Quasi amici è un ottimo esempio di come si possa narrare – con gli strumenti della commedia – un tema delicato e complesso, senza la retorica melodrammatica di un lungometraggio strappalacrime, ma senza rientrare nella categoria delle pellicole propriamente “d'autore”.


3. Moonrise Kingdom di Wes Anderson - prossimamente la recensione

Una fuga d'amore di due ragazzini incompresi. Un film dolcissimo e allo stesso tempo struggente.


2. Diaz di Daniele Vicari- prossimamente la recensione

Un film verità su quanto accadde nel luglio del 2001 alla scuola Diaz e alla caserma di Bolzaneto in occasione del G8 a Genova.
Quando i diritti civili nel nostro paese furono per giorni sospesi a danno di centinaia di ragazzi colpevoli soltanto di aver manifestato la propria voce.


1. Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno di Christopher Nolan

Ne Il Cavaliere Oscuro -  Il ritorno ci sono la violenza dell'America delle origini, il terrore dell'America contemporanea, la speranza di un America futura diversa. Le lotte in strada ricordano alquanto Gangs of New York di Martin Scorsese, mentre l'anarchia in città sembra rimandare allo scenario descritto da Don De Lillo in Cosmopolis. Ma tutto il resto, è farina del sacco di Christopher Nolan.

lunedì 7 gennaio 2013

CITY OF ANGELS - NICOLAS CAGE DAY


In occasione del Nicolas Cage Day, organizzato da Il Cinema Spiccio per celebrare la carriera dell'attore americano, che  oggi compie 49 anni, vi propongo la recensione di City of Angels, film interpretato da Cage nel 1998.


Titolo originale: City of Angels
Paese: U.S.A.
Anno: 1998
Regia: Brad Silberling
Genere: Drammatico, Sentimentale, Fantasy
Durata: 112 min.
Cast: Nicolas Cage (Seth), Meg Ryan (Maggie), Andre Braugher (Cassiel), Colm Feore (Jordan), Dennis Franz (Nathaniel Messinger), Robin Bartlett (Anne), Joanna Merlin (Teresa Messinger)
Soggetto: Wim Wenders
Sceneggiatura: Dana Stevens

Nicolas Cage è il protagonista di City of Angels, pellicola del 1998, diretta da Brad Silberling, remake del capolavoro di Wim Wenders, Il cielo sopra Berlino del 1987.
Seth è un angelo, come tanti altri, incaricato di accompagnare gli uomini nel passaggio all'aldilà. 
Mentre si trova in una sala operatoria aspettando che un uomo spiri, si imbatte in Maggie (Meg Ryan), medico chirurgo che cerca invano di salvare la vita all'uomo. Seth rimane fortemente colpito dalla donna e decide di entrare in contatto con lei.
Il film si distingue per immagini fortemente suggestive di Los Angeles, protetta dagli angeli che gli danno il nome. 
Nicolas Cage offre un'ottima interpretazione di questo essere angelico che può amare, ma che, anche solo per toccare chi ama, deve diventare uomo, scegliendo di "cadere" sulla terra.
Meno entusiasmante la performance di Meg Ryan.
L'immagine che offre il film è quella di un essere divino malinconico perché, pur accedendo al mistero di Dio, non ha mai conosciuto l'umanità e mestamente la desidera, senza invidia o gelosia.
Ottima colonna sonora, trascinata da Iris dei Goo Goo Dolls.

Voto: 7




Gli altri blog partecipanti al Nicolas Cage Day sono:

WhiteRussian

Ognuno di voi è invitato ad unirsi alle celebrazioni, postando qualsiasi cosa preferiate riguardante l'attore americano.
Buone celebrazioni! 

martedì 1 gennaio 2013

IL MIGLIOR BLOG DI CINEMA DEL 2012: IL LABIRINTO DEL DIAVOLO


Dopo quindici giorni di votazioni, abbiamo finalmente un vincitore del premio "Miglior blog di cinema 2012".
Prima di indicare il vincitore, vorrei ringraziare ogni blog partecipante perché l'interesse per l'iniziativa è stato ampio e notevole. 

Al terzo posto, si è classificato Triccotraccofobia, con 34 voti.

Al secondo posto, troviamo Il Bollalmanacco di cinema, con ben 39 voti. 

Staccando notevolmente i blog nelle posizioni precedenti, si è classificato al primo posto con 67 voti IL LABIRINTO DEL DIAVOLO. 

Oltre all'eterna gloria, Il Labirinto del diavolo riceverà il codice html del banner raffigurato qui sopra e, se vorrà, potrà inserirlo nel suo blog.

Potete trovare i risultati delle votazioni qui

Complimenti a tutti e... al prossimo anno!

MIGLIORE ATTRICE N. 1 - JENNIFER LAWRENCE



Nome: Jennifer Lawrence
Nazionalità: USA
Età: 22 anni 
Film usciti in Italia nel 2012: Hunger Games di Gary Ross
Nel 2013 lo vedremo in: L'orlo argenteo delle nuvole di David O. Russell (7 marzo 2013); House at the end of the street di Mark Tonderai (24 aprile 2013); Hunger Games: La ragazza di fuoco di Francis Lawrence (21 novembre 2013); Serena di Susanne Bier (data da definirsi).
Il film in cui l'ho amata di più: Hunger Games di Gary Ross

Motivazioni
A soli 22 anni, Jennifer Lawrence si distingue, rispetto ad altre attrici della sua età e non solo, per essere un mix riuscitissimo di bellezza e bravura.
Preparata, affascinante, sempre calata nella parte, Jennifer ha dimostrato di essere qualcosa di più che una semplice protagonista di pellicole per teenager che finiscono poi nel dimenticatoio. Forse Hunger Games sarà una moda passeggera, ma possiamo scommettere che Jennifer Lawrence è solo all'inizio della propria carriera.

Hunger Games

L'orlo argenteo delle nuvole
Hunger Games: La ragazza di fuoco
Post di Ho Voglia di Cinema su Jennifer Lawrence

MIGLIORE ATTORE N. 1 - CHRISTIAN BALE


NomeChristian Bale
Nazionalitàbritannica
Età38 anni
Film usciti in Italia nel 2012Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno di Christopher Nolan.
Nel 2013 lo vedremo in: Knight of Cups di Terrence Malick (data da definirsi); Out of the furnace di Scott Cooper (data da definirsi).
Il film in cui l'ho amato di più: The fighter di David O. Russell

Motivazioni 
In The fighter, Christian Bale aveva tolto la scena a Mark Wahlberg, interpretando un ex pugile tossicodipendente e vincendo l'Oscar come migliore attore non protagonista.
Ma sono numerosi le pellicole in cui Bale ha avuto modo di dimostrare il suo talento, da The new world di Terrence Malick a The prestige di Christopher Nolan, passando per Io non sono qui di Todd Haynes.
Finalmente, al terzo capitolo della trilogia di Christopher Nolan, un Christian Bale ispiratissimo è l'assoluto protagonista, interpretando un Batman costretto a scontrarsi con le sue paure più recondite.

The fighter
Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno 
The New World
Post di Ho Voglia di Cinema su Christian Bale