martedì 27 dicembre 2011

LE IDI DI MARZO

Conclusione degna dell'anno cinematografico 2011? Le idi di marzo di George Clooney. Il regista del bellissimo Good night, and good luck, protagonista di una miriade di film di successo, nonché vincitore dell'Oscar come migliore attore non protagonista per Syriana, torna dietro la macchina da presa per raccontarci il rapporto controverso tra politica e media. Stephen (Ryan Gosling) è l'addetto stampa della campagna elettorale del candidato alle primarie democratiche Mike Morris (George Clooney), governatore della Pensylvania, su cui si fondano le speranze di rinascita dell'ala più a sinistra del Partito Democratico dopo otto anni di disastrosa presidenza Bush.
Brillante e ambizioso, Stephen commetterà un errore fatale, ma cercherà di rimanere a galla, rinunciando ad essere ciò che era o che credeva di essere.
Le idi di marzo, tratto da una piéce teatrale intitolata Farragut North, è destinato a diventare un classico cinematografico sugli intrighi del potere. Il film ci mostra cosa c'è dietro la macchina da presa, quando le luci del dibattito si spengono e l'uomo di potere si trova ad interagire con gli uomini a cui deve una buona fetta del suo successo. Ma quanto fedeli sono questi uomini? A quale prezzo possono essere comprati? E l'uomo di potere? Può essere ricattato, venduto, comprato? E' quest'uomo davvero fedele ai suoi ideali, alla facciata che mostra al pubblico?
Sì, il pubblico. Qui non si parla più di popolo. Chi vota è il pubblico e tutto ciò che conta è l'immagine  e la fedeltà ad essa. Un solo atto contrario al senso del pudore comune ed è finita. Puoi mandare in bancarotta un intero paese ma se tradisci tua moglie perdi metà del tuo consenso.
Il finale è aperto nella trama e nella morale. E' meglio avere un presidente sotto ricatto morale ma che potrebbe fare del bene al Paese oppure abbandonare il Paese nelle mani degli ultraconservatori?
Un cast migliore non è immaginabile: innanzittutto, Ryan Gosling brilla e ci possiamo dire più che entusiasti che Hollywood abbia trovato un attore del suo calibro. George Clooney riesce ad interpretare  un candidato soltanto in apparenza trasparente; Paul Giamatti, Philip Seymour Hoffman ed Evan Rachel Wood completano il quadro con interpretazioni eccellenti.
Il film, candidato a quattro importanti ai Golden Globes 2012 (miglior film drammatico, miglior regista, migliore sceneggiatura non originale, migliore attore protagonista a Gosling), si prepara a sbancare agli Oscar.

Voto: 9

Le idi di marzo su imdb
George Clooney su wikipedia
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domenica 18 dicembre 2011

Li teniamo d'occhio.... NOOMI RAPACE

Non è giovanissima, ma soltanto di recente si è affacciata nel cinema internazionale. 
Noomi Rapace, classe 1979, per molti anni lavora per la televisione svedese, per lo più interpretando ruoli in serie tv. Nel 2009, arriva la fama grazie al primo capitolo della saga Millennium, Uomini che odiano le donne, tratta dai romanzi del defunto Stieg Larsson, di produzione svedese. Nel film Noomi stravolge il suo aspetto fisico ed interpreta il personaggio di Lisbeth Salander, una cyberpunk il cui passato è colmo di oscure violenze che continuano a tormentarla. Noomi è straordinaria e il film sconvolge le platee di mezzo mondo, diventando un successo clamoroso, tanto che David Fincher ne gira il remake americano, in uscita in questi giorni in America e presto in Italia, in cui Lisbeth è interpretata da Rooney Mara, l'ex ragazza di Mark Zuckerberg in The social network.
Bellezza non convenzionale, Noomi continua ad interpretare il ruolo che le ha portato successo e seguono  i capitoli di Millennium La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta, purtroppo, però, ben più deboli dei precedenti e passati praticamente inosservati.
Successivamente, Lisbeth interpreta un dramma svedese, a fianco del marito dell'epoca (Ola Rapace, di cui ha scelto di mantenere il cognome ai fini della carriera artistica), presentato al Festival del cinema di Venezia del 2010. 
Nel 2011 arriva finalmente per Noomi l'ingaggio internazionale: viene scelta da Guy Ritchie per Sherlock Holmes - Gioco di ombre, appena uscito nelle sale italiane. L'attrice svedese qui interpreta Sim, una donna gitana che aiuterà Holmes (Robert Downey Junior) e il suo fido Watson (Jude Law) nello smascherare l'ennesimo complotto internazionale. Ma Noomi non si ferma qui: attualmente ha appena finito di girare Prometheus di Ridley Scott, nel quale interpreta la protagonista, l'archeologa Elisabeth Shaw, dopo aver sbaragliato colleghe quali Carey Mulligan e Abbie Cornish. Il film, la cui uscita in Italia è prevista per il prossimo settembre, nato inizialmente come una sorta di prequel di Alien, così viene riassunto da imdb: 
"Un gruppo di esploratori scoprono un indizio sulle origini dell'umanità che li porterà in un viaggio nei meandri più oscuri dell'universo. Lì dovranno combattere una terribile battaglia per salvare il futuro della razza umana".
Infine, Noomi parteciperà a due pellicole al momento in pre-produzione, Knockout di Catherine Hardwick, che racconterà la storia d'amore tra il boxer svedese Boss Hogberg e la cantante Anita Lindblom, e The last voyage of Demeter di David Slade, un horror la cui uscita è prevista per il 2013 e a cui parteciperanno anche Jude Law e Ben Kingsley. 

Noomi Rapace su imdb
Recensione di Ho voglia di cinema di La regina dei castelli di carta


sabato 17 dicembre 2011

ONE DAY

Finito di leggere il romanzo di David Nicholls (vedi il mio post precedente qui), mi sono precipitata a vedere il film diretto da Lone Scherfig, la regista di An education. 
One day, sceneggiato dallo stesso Nichollsè fedele al romanzo, fatta eccezione per alcune ambientazioni e il taglio di alcuni personaggi. Protagonisti sono Emma e Dexter, conosciutisi il giorno della laurea, amici per molti anni, prima di scoprire che forse tra loro c'è qualcosa di più. Il film, come il romanzo, è un aggiornamento costante sulla loro relazione e guarda ad ogni 15 luglio per un periodo di circa venti anni.
Inevitabile il confronto con il romanzo, nel quale hai il tempo di affezionarti al personaggio, di ridere con lui e per lui, di commuoverti e di piangerlo. Nel film tutto corre troppo in fretta: la storia doveva essere necessariamente compressa, dato il lungo arco temporale, tuttavia, probabilmente, non appare sempre immediato comprendere alcuni passaggi e il film ne avrebbe guadagnato se si fosse scelto di dedicare più tempo ad alcuni anni importanti e fossero stati tagliati gli altri. Forse è stato un errore affidare la sceneggiatura allo stesso autore del romanzo, il quale ben difficilmente poteva rinunciare ad alcuni dialoghi o momenti nati dalla sua penna.
Anne Hathaway e Jim Sturgess interpretano perfettamente Emma Morley e Dexter Mayhew sia singolarmente che come coppia; il film non sarà eccelso, ma è bello vedere finalmente una coppia di attori coinvolgenti e calati nella parte. D'altronde non è questo il minimo per una commedia romantica? 

Voto: 7

One day su imdb
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Lone Scherfig su wikipedia

venerdì 16 dicembre 2011

Ho voglia di leggere: UN GIORNO


... Poi, tenendogli ancora il viso tra le mani, lei lo guardò intensamente. «Se mi giochi qualche scherzo Dexter...».
«Non lo farò».
«Sul serio, se mi prendi in giro o mi deludi o mi pugnali alle spalle, io ti uccido. Te lo giuro su Dio, ti strappo il cuore».
«Non lo farò, Em».
«Promesso?».
«Promesso».
E poi lei aggrottò la fronte e scosse la testa e gli gettò nuovamente le braccia al collo, premendo il viso contro la sua spalla, con un singhiozzo che sembrava quasi rabbioso.
«Che c’è?» domandò lui.
«Niente. Oh, niente. È solo che...». Lei alzò gli occhi su di lui. «Pensavo di essermi liberata di te una volta per tutte».
«Eh no, credo di no» rispose lui.

Un giorno poteva finire qui, con Emma e Dexter finalmente insieme, dopo tanti anni e dopo tanti ostacoli, come una qualunque e convenzionale commedia romantica.
Ma lo scrittore va avanti, non si accontenta. Vuole farci sapere quello che succede dopo, in quello stesso romanzo. Perché? Cosa c’è poi?
Vuole strapparci via il cuore.
Seguiamo Emma e Dexter per vent’anni, ogni 15 luglio. Un giorno qualunque, ma un giorno significativo. Un giorno come un altro, di cui si dimentica la data, ma guardandosi indietro è quello da cui ha origine tutto.Il romanzo è uno di quelli che si divora, perché vuoi sapere come va a finire.
Emma è la classica ragazza di sinistra un po’ rompiscatole, Dexter il classico fighetto che si interessa solo di se stesso. Tra due persone così difficilmente può nascere l’amore. Eppure, a volte, un giorno, sì, un giorno qualunque, può succedere. Ed  è successo.

Lui le posò una mano leggera sulla nuca e nello stesso istante lei gli poggiò una mano leggera sul fianco, e si baciarono lì per la strada in mezzo alla gente che correva a casa nella luce estiva, il bacio più dolce che avrebbero mai provato nella loro vita.
Ecco dove inizia tutto. Tutto parte da qui, oggi.
E poi finì. «Be’, allora ci si vede» fece Dexter, indietreggiando lentamente.
«Lo spero» sorrise lei.
«Lo spero anch’io. Ciao Em».
«Ciao Dex».
«Arrivederci».
«Addio. A presto».


David Nicholls su wikipedia
Un giorno su wikipedia

MIDNIGHT IN PARIS

Midnight in Paris, l'ultimo acclamatissimo film di Woody Allen, parte dall'idea della nostalgia di epoche passate come voglia di fuggire dalla realtà presente, per raccontarci la storia di Gil, sceneggiatore hollywoodiano in vacanza a Parigi con la promessa moglie e i suoceri, il quale, catapultato ogni notte nella Parigi degli anni '20, incontra grandi personaggi di quegli anni, quali F.S. Fitzgerald e sua moglie Zelda, Ernest Hemingway, Pablo Picasso, Salvador Dalì, riuscendo, finalmente, a portare a compimento il suo primo romanzo.
Il film ha ottenuto ottime recensioni ed ha ricevuto ben quattro nomination ai prossimi Golden Globes (miglior attore protagonista in una commedia, miglior regista, migliore sceneggiatura, migliore film comico); a me, in verità, è parso un po' sopravvalutato. La sceneggiatura è appena abbozzata, e, a parte qualche rarissima battuta memorabile, i dialoghi sembrano piuttosto infantili. Ad esempio, il fatto che Gil non sia apprezzato dai suoceri per le sue idee politiche, viene sottolineato continuamente, e alla fine non fa più ridere (quanto è inutile quel finale "Salutami Trotzkij" del suocero a Gil). La morale del film, cioè che gli esseri umani sono portati a pensare che il passato sia meglio del presente ma se fossero vissuti per davvero in quel passato tanto decantato avrebbero guardato più indietro ancora, viene di fatto spiegata allo spettatore in un dialogo tra Gil e Adriana (Marion Cottillard), la donna di cui Gil si invaghisce nelle nottate trascorse negli anni '20, quasi fossimo troppo sciocchi o ignoranti per capire quale fosse il senso della storia.
Owen Wilson a tratti è convincente, a tratti copia troppo Woody Allen, sebbene non si possa negare che se avessi visto il film in originale, avrei potuto provare un'altra sensazione, perché il doppiaggio è veramente pessimo.
In definitiva, mi aspettavo molto di più, mentre non ho trovato altro che un dépliant turistico per gli americani che vogliono andare in vacanza a Parigi.

Voto: 5

Midnight in Paris su imdb
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Woody Allen su wikipedia
Nomination ai Golden Globes 2012 qui

sabato 10 dicembre 2011

LETTERS TO JULIET

Letters to Juliet di Gary Winick è una commedia del 2010 che ha come protagonista la nuova fidanzatina d'America Amanda Seyfried.
Il film è ambientato per buona parte in Italia, precisamente tra il Veneto e la Toscana.
Sophie, aspirante giornalista, giunge a Verona con il fidanzato Victor in una sorta di luna di miele prematrimoniale. Victor è uno chef e si fa prendere completamente da eventi connessi alla cucina locale. Sophie, per la maggior parte del tempo sola, si imbatte nelle segretarie di Giulietta, che rispondono alle lettere che innamorate da tutto il mondo rivolgono a Giulietta. Mentre le aiuta nelle loro attività, Sophie ritrova una lettera scritta cinquanta anni prima da Claire, una giovane inglese, che chiedeva conforto a Giulietta per avere abbandonato l'amore della sua vita, Lorenzo. Sophie decide di risponderle e non mancherà molto che Claire, accompagnata dal nipote Charlie, si presenti a Verona per partire alla ricerca di Lorenzo.
Il film parte da un'idea abbastanza originale, ma non ha molte pretese. E' la solita commedia sentimentale farcita di banalità e di stereotipi.
La funzione del film è stata evidentemente quella di incassare molto facendo leva sull'esoticità delle bellezze italiche, il che forse ci ha giovato in termini di turismo. Sarebbe stato bello se il viaggio in macchina dei tre protagonisti si fosse ispirato a qualche vecchio road movie, ma purtroppo l'unico punto di riferimento sembra essere stato The Twilight Saga - New Moon, il che contribuisce a dare un'idea del livello del film (non a caso entrambi i film sono stati prodotti dalla Summit Entertainment).
Nella colonna sonora spiccano diverse canzoni italiane (Max Pezzali, Malika Ayane, Zero assoluto), e non mancano melodie napolatane applicate a paesaggi di vigneti toscani e veneti (immaginate pure voi l'effetto che fa). I più non saranno soddisfatti di Max Pezzali, ma perlomeno, ringraziamo chi ha scelto la colonna sonora di averci risparmiato Totò Cotugno e Bobby Solo.
Non mancano altri punti dolenti da me ritrovati da brava italiana: ad esempio la scena in cui Sophie confonde i tartufi con i funghi e il fidanzato ne è scandalizzato. Beh, anch'io mi sono sentita lesa nel profondo dell'animo.
Il finale è scontato: ma l'amore che si presume scoppiare tra Sophie e Charlie sembra soltanto una leggera simpatia e dunque lontana anni luce da quell'amore che ti fa mollare tutto e tutti e attraversare l'oceano. In sostanza, non è minimamente coinvolgente e l'essersi ispirati a Shakespeare anche solo nel titolo e nell'ambientazione ha un che di blasfemo.
Amanda Seyfried è la Sandra Bullock classe 1985: decisamente sopravvalutata.
Claire e Lorenzo sono interpretati rispettivamente da Vanessa Regrave e Franco Nero, sprecati in un film del genere; tuttavia, ciò che stupisce è che il film sembra ispirato alla loro storia: infatti, negli anni Sessanta Nero e la Redgrave ebbero una relazione, da cui nacque anche un figlio, poco dopo si lasciarono; quaranta anni dopo si rincontrarono e si sposarono. La loro partecipazione al film, dunque, sembrava quasi dovuta.
Nei panni di Victor, Gael Garcia Bernal, che nella commedia americana non sa proprio dove collocarsi. Il suo cachet, forse, è aumentato, ma la sua bravura vacilla. Charlie, invece, è interpretato del semisconosciuto (a ragione) Chris Egan.
Da notare, infine, la presenza di vari attori nostrani: Marina Massironi, Milena Vukotic, Luisa Ranieri sono le segretarie di Giulietta, mentre Fabio Testi è uno dei possibili Lorenzo.

Voto: 3

Letters to Juliet su wikipedia
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venerdì 9 dicembre 2011

Li teniamo d'occhio... JUSTIN TIMBERLAKE


Il suo nome non ha bisogno di presentazioni, perché di certo non è un novellino.
Justin Timberlake, star del Mickey Mouse Club a 12, componente di punta degli 'NSync fin dai 14, solista a 21, da qualche tempo si cimenta con successo anche nel cinema. Nel 2007 ha recitato in Alpha dog, accanto ad Emile Hirsh, Bruce Willis, Sharon Stone, Olivia Wilde e Amanda Seyfried, film che ha ottenuto un buon successo di critica.
Il primo regista di alto livello che assolda Justin Timberlake tra le fila del suo cast è David Fincher per The social network, nel quale l'attore/cantante interpreta il personaggio controverso di Sean Parker, creatore di Napster. Justin recita in questo film in maniera più che convincente, e da questo momento per lui inizia una nuova interessante carriera d'attore.
Recita in due commedie, Bad teacher e Friends with benefits, e nel thriller fantascientifico In time, ambientato in un mondo in cui le persone smettono di invecchiare a venticinque anni. Purtroppo, allo stato attuale, non è prevista una data di uscita italiana per questo film, già uscito negli Stati Uniti e nel resto del mondo circa un mese fa.
Justin Timberlake sarà, poi, il protagonista assoluto nel prossimo attesissimo film di Ethan e Joel Coen, Inside Llewyn Davis, le cui riprese inizieranno a gennaio 2012 a New York. Oltre a Justin Timberlake, nel cast figurano Carey Mulligan e John Goodman. Il film seguirà la vita del cantante folk Llewyn Davis nel Greenwich Village durante gli anni '60. Timberlake sarà Davis e Carey Mulligan sua moglie. Sarà interessante vedere insieme questa inedita coppia.

Justin Timberlake su imdb
Recensione di The social network

giovedì 8 dicembre 2011

Ho voglia di leggere: EMMA

Emma è uno dei romanzi meglio riusciti di Jane Austen, in cui la caratterizzazione dei personaggi raggiunge picchi altissimi.
Emma Woodhouse, nobile ventunenne che vive con il padre vedovo, si reputa incredibilmente elegante e intelligente e si diverte a combinare matrimoni, poiché ritiene di avere un'abilità eccezionale. Invano un amico di vecchia data, il signor Knightley, cercherà di distoglierla da siffatti proponimenti ed Emma sarà alla fine costretta a ricredersi sulle sue abilità.
Anche questo romanzo di Jane Austen stupisce per il ritratto della donna tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, ritratto variegato e non convenzionale, nel quale ogni personaggio femminile è diverso dall'altro non solo per la caratterizzazione, ma anche per la poisizione sociale. Emma è costruita in maniera impeccabile e subisce una profonda evoluzione nel carattere nel corso del romanzo. Le convinzioni da lei nutrite verranno completamente sovvertite durante il dispiegarsi della storia. Non c'è, tuttavia, soltanto la signorina ricca e beneducata, che non ha nulla di cui lamentarsi nella vita. Indimenticabile è la signorina Bates, la nobile caduta in disgrazia, che vive con la madre, perché è rimasta zitella, come pure la giovane orfana, Jane Fairfax, che seppure di origine nobile, deve lavorare come istitutrice per sopravvivere.
In questo quadro di donne si aggiunge la rappresentazione del padre di Emma, il signor Woodhouse, uomo affettuoso e premuroso, ma anche ansioso e malato immaginario, che ha paura di rimanere solo. Le sue battute sono tra le migliori nel romanzo.
Gli altri uomini di Emma, fatta eccezione per il signor Weston, nobile ma di carattere allegro, sono piuttosto noiosi: sia il signor Knightley, che ha sempre ragione, sia Frank Churchill, il cui comportamento galante da subito "puzza".
E poi, c'è la commedia romantica: inutile dire che Jane Austen rimane la madre di tutti i lieti fine.


Per un completo elenco delle opere di Jane Austen, vedi la pagina su wikipedia.

Emma al cinema: del 1996 è film omonimo con Gwyneth Paltrow, Jeremy Northam e Ewan Mc Gregor (vedi qui).

martedì 6 dicembre 2011

C'È CHI DICE NO

In Italia c'è una questione che tutti conoscono, ma che nessuno affronta seriamente; una questione culturale che contamina tutto il Paese: quello della cara, vecchia, ed apparentemente innocente, raccomandazione. Quante volte qualcuno ci ha scavalcato perché aveva una spintarella? A quanti concorsi abbiamo partecipato, pur nella consapevolezza che non li avremmo mai superati perché c'era qualcuno a cui di fatto era stato già assegnato il posto? E quante volte qualcuno potrebbe avere aiutato noi?
La raccomandazione è ciò che distingue l'Italia da altri Paesi europei e che per decenni ha aiutato, e continua ad aiutare, milioni e milioni di italiani. Tutti conoscono il fenomeno, che ha origini risalentissime, talmente radicato nel mondo del lavoro, pubblico e privato, che, mentre molti se ne vergognano e nascondono la raccomandazione di cui sono stati beneficiari, altri non ci vedono nulla di male a "segnalare" o ad "essere segnalati", anzi, addirittura ne fanno un vanto. Più raccomandi, facendo centro, e più ricevi raccomandazioni, più sei importante agli occhi del mondo.
La raccomandazione è, in conclusione, la polvere nascosta sotto il tappeto delle ipocrisie, delle ingiustizie e dell'ineguaglianza sociale che esiste in Italia.
Spiacente per la lunga premessa: serviva ad introdurre il tema di fondo di C'è chi dice no.
Tre vecchi compagni di scuola - alias Luca Argentero, Paola Cortellesi e Paolo Ruffini - si incontrano dopo anni ad una cena di classe e scoprono di trovarsi sulla stessa barca: tutti e tre si sono visti soffiare ingiustamente e illegittimamente sotto il naso la promozione tanto agognata. Seppure impotenti di fronte all'ingiustizia subita, ma comunque giunti all'esasperazione, decidono di vendicarsi e fondano "I pirati del merito". La loro lotta, all'inizio concepita come personale, vorrà da loro essere portata ad un livello successivo globale.
Diretto da Giambattista Avellino (La matassa, Il 7 e l'8) e sceneggiato da questi insieme a Fabio Bonifacci (che su Ciak di dicembre, viene definito lo sceneggiatore personale di Luca Argentero: ed infatti, le strade dei due negli ultimi anni si sono incrociate spesso), C'è chi dice no ha il merito di affrontare - seppure con leggerezza - un tema inedito nel mondo del cinema, e comunque abbastanza delicato, di fronte al quale la nostra società chiude gli occhi. Il cinema ha spesso affrontato la corruzione, più rappresentabile della semplice raccomandazione, invero più sottile e strisciante. Nella corruzione, qualcuno paga un altro perché gli faccia un favore. Nella raccomandazione, spesso, non c'è pagamento. Nella raccomandazione ci sono meri reciproci scambi di aiuto, laddove però l'aiuto dell'uno non è sempre diretta conseguenza dell'aiuto dell'altro (magari i due aiuti avvengono a distanza di anni) e la connessione causale tra i due, pur sussistendo, non è sempre lampante; in questi casi, allora, dimostrare il reato, se non addirittura coglierlo, spesso non risulta possibile.
Il film è ben costruito, sebbene la regia non sia quasi mai soddisfacente (quanti inutili primi piani!) e i dialoghi a tratti risultino piuttosto banali; nel complesso, però, la storia coinvolge e ben incuriosisce su come andrà a finire; inoltre, gli imput suggeriti non sono trascurabili: gli individui vestiti di nero che diventano ombre di coloro che sono stati notoriamente raccomandati rappresentano a mio modo di vedere una forma di protesta eccezionale. Il film, in questo senso, sembra invitare gli spettatori ad avere il coraggio non solo di rifiutare il costume diffuso, bensì anche di denunciarlo, rinunciando magari ad avere una promozione grazie al padre della nostra fidanzata, come anche facendo nomi e cognomi di coloro che perpetrano ingiusti favoritismi . Il problema, però, è sempre lo stesso: se ti rifiuti tu, qualcun altro accetterà il lavoro al posto tuo, perché fuori non c'è il nulla, "c'è la fila".
Comunque, fintanto che la vita non spezzerà le mie illusioni, io continuerò a dire no.

Voto: 7

C'è chi dice no (2011) trailer e sito ufficiale
Fabio Bonifacci su Trovacinema
Giambattista Avellino su Trovacinema

domenica 4 dicembre 2011

Li teniamo d'occhio... CAREY MULLIGAN

L'abbiamo scoperta nel 2009 nel delizioso An education, in cui interpretava Jenny, brillante studentessa sedicenne, che incontrava David, trentenne, che la introduceva negli ambienti più raffinati di Londra e la allontanava dagli studi. Carey Mulligan, oggi ventiseienne, con quel film ha stregato pubblico e critica.
Il suo è l'aspetto di una diva di altri tempi. Londinese vissuta per lungo tempo in Germania, Carey aveva debuttato qualche anno prima di An education, in Orgoglio e pregiudizio, accanto ad una coetanea già famosissima, Keira Knightley, ed interpretava il ruolo della penultima delle sorelle Bennet.
Da allora, la carriera di Carey è stata tutta in salita. In Non lasciarmi recita di nuovo a fianco di Keira Knightley, ma questa volta le strappa il ruolo da protagonista. Dopo Wall street - Il denaro non dorme mai e Drive, attualmente Carey partecipa alle riprese del film tratto dal capolavoro di F.S. Fitzgerald, Il grande Gatsby. Il film, che uscirà nelle sale a Natale 2012, è diretto da Baz Luhurmann; ad interpretare Jay Gatsby c'è Leonardo Di Caprio, mentre Nick Carraway è Tobey Maguire. Ovviamente, Carey è Daisy Buchanan, l'amata di Gatsby. Una bella coppia, no?


Recensioni di Ho voglia di cinema:

Carey Mulligan su imdb

sabato 3 dicembre 2011

APRILE

Aprile è una commedia del 1998, scritta e diretta da Nanni Moretti, nella quale autobiografia e finzione cinematografica si mescolano fin quasi all'inverosimile.
La storia comincia nel 1994, in occasione della prima storica vittoria di Silvio Berlusconi alle elezioni fino ad arrivare alla vittoria, altrettanto storica, del centro-sinistra guidato da Romano Prodi nel 1996.
Nanni Moretti è un regista di sinistra, pieno di ideali, ma alquanto disilluso nei confronti della classe politica, classico italiano un po' mammone, impegnato nella ripresa di un documentario sull'Italia, che, però, non ha molta voglia di realizzare. La nascita del figlio Pietro, quella stessa notte del mese di aprile in cui fu annunciata la vittoria di Prodi, lo porterà ad una maggiore consapevolezza di sé, non solo come padre, ma anche come regista.
Aprile, a differenza degli ultimi film di Moretti, è una commedia nella quale c'è sì la disillusione, ma anche la speranza. Alcune scene sono spassosissime, si ride di Moretti e delle sue afflizioni e delle sue manie; altre scene sono passate nella storia del cinema e della sinistra (Moretti, guardando Porta a Porta: "D'Alema, di' una cosa di sinistra!"). La critica non ha apprezzato completamente questo film, definendolo un esperimento "non riuscito... frutto di un blocco creativo dell'autore". A me è piaciuto tantissimo.

Voto: 8

Aprile su imdb
Per un estratto delle battute del film clicca qui
Nanni Moretti su wikipedia
La critica del film di Morandini su mymovies
La prima scena del film su youtube