martedì 31 dicembre 2013

MIGLIORI ATTORI DEL 2013 - POSIZIONE N. 4

Nome: Chris Hemsworth
Nazionalità: australiana
Età: 30 anni
Nel 2013 lo abbiamo visto in... Thor: The Dark World di Alan Taylor, Rush di Ron Howard
Nel 2015 lo rivedremo in Cyber di Michael Mann, The Avengers: The Age of Ultron di Joss Whedon, Snowwhite and the huntman 2, In the heart of the sea di Ron Howard
Il film in cui l'ho amato di più: Rush di Ron Howard
Posizione in classifica nel 2012: assente

Chris Hemsworth, diventato celebre nei panni del dio Thor, quest'anno ha dato prova delle suo potenziale recitativo in Rush, l'ultimo emozionante film di Ron Howard, in cui l'attore australiano interpreta il pilota inglese di Formula 1 James Hunt.
Nel 2014 Chris non ha film in uscita, ma recupererà nel 2015: lo vedremo innanzitutto nel secondo capitolo della saga dei Vendicatori e nel seguito di Biancaneve e il cacciatore, di cui attualmente non si conosce il regista. Sarà, inoltre, nel nuovo film di Ron Howard, In the heart of the sea, e di Michael Mann, Cyber
Di seguito il trailer di Rush:

MIGLIORI ATTRICI DEL 2013 - POSIZIONE N. 4

Nome: Carey Mulligan
Nazionalità: Britannica
Età: 28 anni
Nel 2013 l'abbiamo vista in... Il Grande Gatsby di Baz Luhurmann
Nel 2014 la vedremo in A proposito di Davis dei fratelli Coen
Il film in cui l'ho amata di più: Drive di Nicholas Winding Refn
Posizione in classifica nel 2012: 5° posto

La prima apparizione di Carey Mulligan risale al 2005, quando interpreta il ruolo di Kitty Bennet nell'Orgoglio e pregiudizio di Joe Wright, ma il film che la fa notare al grande pubblico è An education di Lone Scherfig, di cui è l'assoluta protagonista.  
Nel 2013 è stata la bellissima e spietata Daisy Buchanan in Il Grande Gatsby di Baz Luhurmann. 
Il prossimo 20 febbraio uscirà in Italia A proposito di Davis, il nuovo film dei fratelli Coen che vede tra i protagonisti anche Carey. Ecco di seguito il trailer:

lunedì 30 dicembre 2013

MIGLIORI ATTORI DEL 2013 - POSIZIONE N. 5

Nome: James McAvoy
Nazionalità: Scozzese
Età: 34 anni
Nel 2013 lo abbiamo visto in In trance di Danny Boyle
Nel 2014 lo vedremo in X-Men - Giorni di un futuro passato di Bryan Singer 
Il film in cui l'ho amato di più: Espiazione di Joe Wright
Posizione in classifica nel 2012: assente

Sebbene l'ultimo film di Danny Boyle, In trance, non abbia lasciato il segno, l'intepretazione di James McAvoy è eccellente. L'attore scozzese interpreta, infatti, Simon, un uomo mentalmente distubato, con un passato oscuro, che nel corso del film diventa prima vittima, poi carnefice e, infine, nuovamente vittima.
L'anno prossimo lo vedremo nel secondo capitolo della nuova saga dedicata agli X-men, X-men - Giorni di un futuro passato nei panni del giovane professor X, di cui di seguito ecco a voi il trailer:

MIGLIORI ATTRICI DEL 2013 - POSIZIONE N. 5

Nome: Anne Hathaway
Nazionalità: Statunitense
Anni: 31
Nel 2013 l'abbiamo vista in: Les Misérables di Tom Hooper
Nel 2014 la vedremo in: Interstellar di Christopher Nolan
Il film in cui l'ho amata di più: Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno
Posizione in classifica nel 2012: 2° posto

Questo è stato un grandissimo anno per Anne Hathaway, che con Les Miserables, diretta da Tom Hooper, non ha solo dimostrato di saper cantare, ma ha anche vinto un Oscar quale migliore attrice non protagonista. Il personaggio di Fantine, la giovane costretta a prostituirsi per mantenere la figlia Cosette, compare solo per pochi minuti, ma rimane nel cuore.
Personalmente, il film in cui ho più apprezzato Anne Hathaway è stato Il Cavaliere Oscuro - Il ritorno, nel quale l'attrice americana interpreta Selina Kyle, alias la migliore Catwoman di sempre.
L'anno prossimo la rivedremo nuovamente diretta da Christopher Nolan in Interstellar.
Godetevi la struggente interpretazione di Anne di I dreamed a dream, tratta da Les Misérables.

domenica 29 dicembre 2013

LO HOBBIT - LA DESOLAZIONE DI SMAUG


Titolo originale: The Hobbit: The desolation of Smaug
Paese: Nuova Zelanda, U.S.A., Regno Unito
Anno: 2013
Durata: 161 min.
Genere: Fantasy
Regia: Peter Jackson
Soggetto: J. R. R. Tolkien
Sceneggiatura: Peter Jackson, Phillippa Boyens, Fran Walsh, Guillermo Del Toro
Cast: M. Freeman, I. McKellen, R. Armitage, O. Bloom, C. Blancet, E. Lilly, B. Cumberbatch, S. Fry, L. Pace, L. Evans, A. Turner
Trama: Bilbo, Gandalf e i tredici nani sono costretti ad attraversare il pericoloso Bosco Atro per raggiungere la Montagna Solitaria. Ma nel corso del viaggio vengono attaccati da un gruppo di ragni giganti e resi prigionieri da Thranduil, re degli Elfi Silvani. 

Con il secondo capitolo della trilogia de Lo Hobbit, si entra nel vivo dell'avventura di Bilbo e dei nani alla riconquista della Montagna Solitaria.
Se il primo capitolo - Un viaggio inaspettato - aveva introdotto lo spettatore al mondo della Terra di Mezzo, preoccupandosi principalmente di riconnettere la trama a quella de Il Signore degli Anelli (l'evento principale raccontato dal film era, infatti, costituito dal ritrovamento dell'anello del potere da parte di Bilbo), La desolazione di Smaug si concentra prevalentemente sull'arrivo dei nani alle pendici della Montagna Solitaria. Il punto focale della storia è, dunque, rappresentato dall'incontro di Bilbo con il terrificante drago Smaug.
Peter Jackson si concede innumerevoli divergenze rispetto al romanzo, in particolare per la presenza del personaggio di Legolas - assente nella storia scritta da J.R.R. Tolkien - e nell'invenzione del personaggio di Tauriel. Si tratta, tuttavia, di elementi che cinematograficamente giovano molto alla storia e in ogni caso sono complessivamente rispettosi dell'impianto narrativo dello scrittore britannico (verosimile è la presenza di Legolas nella trama, essendo quest'ultimo il figlio del re degli Elfi Silvani Thranduil, tra i protagonisti di questo secondo capitolo).
Il risultato è una storia emozionante, dal ritmo avvicente che, catapultando lo spettatore nella Terra di Mezzo, lo fa sognare come non mai. Se nel primo capitolo ci eravamo riavvicinati a Tolkien, nel secondo respiriamo solo aria di Terra di Mezzo ed è una sensazione bellissima.
Voto: 9

Se vi è piaciuto, guardate anche... Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato, Il Signore degli Anelli

venerdì 27 dicembre 2013

ORIGINALE VS. REMAKE: LA FABBRICA DI CIOCCOLATO

Dopo Psycho e Sabrina, questo mese la rubrica Originale vs. Remake ospita La fabbrica di cioccolato e, più precisamente, la versione che del romanzo di Roald Dahl hanno dato Mel Stuart nel 1971 e Tim Burton nel 2005. 
Nel blog di Director's Cult potete leggere la recensione dell'originale, mentre di seguito ecco a voi la recensione del film di Burton. 

 

Titolo originale: Charlie and the chocolate factory
Paese: U.S.A., Regno Unito
Anno: 2005
Durata: 115 min.
Genere: fantastico
Regia: Tim Burton
Soggetto: Roald Dahl
Sceneggiatura: John August
Cast: J. Depp, F. Highmore, D. Kelly, H. Bonham Carter, A .S. Robb, C. Lee
Trama: Charlie è un bambino molto povero, che trova in una barretta di cioccolato ricevuta per il suo compleanno un biglietto per visitare la straordinaria fabbrica di cioccolato di proprietà dell'eccentrico Willy Wonka.

"Questa è la storia di un normalissimo bambino di nome Charlie Bucket. Non era più veloce, più forte o più intelligente degli altri bambini. La sua famiglia non era né ricca, né potente, né influente, a dire il vero avevano a mala pena di che mangiare. Charlie Bucket era il ragazzino più fortunato del mondo, ma non lo sapeva ancora".

La quarta collaborazione di Tim Burton con Johnny Depp riguarda una storia e un personaggio già di per sè "burtoniani". E' la storia di Charlie, fondamentalmente un escluso,  che grazie alla sua modestia, unita ad un po' di fortuna, riesce, non volendo, ad oltrepassare le barriere della povertà in cui è costretto a vivere, grazie all'incontro con il ricchissimo Willy Wonka.
Tim Burton rivisita poi il materiale letterario di base, mettendo il suo tocco personale, laddove rende lo stesso Wonka un emarginato: dona, infatti, all'uomo un passato di conflitti familiari - suo padre dentista non voleva che mangiasse dolciumi - che lo ha portato a divenire il re della cioccolata.
Il film di Burton, in questo senso, costituisce una storia doppiamente triste e doppiamente di riscatto. La pellicola è costruita visivamente in modo eccellente con effetti speciali incredibili: per la prima volta Burton è costretto ad accantonare in parte lo stop motion in favore delle tecniche più moderne.
Johnny Depp è al solito una perfetta maschera: un po' Edward mani di forbice, un po' cappellaio matto, interpreta, tuttavia, un personaggio freddo, che non riesce a suscitare la simpatia dello spettatore e che ha portato molti a preferirgli il Willy Wonka di Gene Wilder.
Se, infatti, bisogna muovere una critica al film di Burton, è quella che l'autore non riesce a coniugare perfettamente la malinconia e la tristezza della storia con l'eccentricità dei personaggi, come accaduto nei suoi film migliori, da Edward mani di forbice a Nightmare before Christmas. Di conseguenza, la sua fabbrica di cioccolato costituisce un bello spettacolo, ma non rimane nel cuore.

Voto: 6

Se vi è piaciuto guardate anche... Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971), Edward mani di forbice, Nightmare before Christmas



Gene Wilder, protagonista del film del 1971

Johnny Depp nel film di Burton

giovedì 19 dicembre 2013

FUGA DI CERVELLI

Recensione pubblicata su Storia dei film

Titolo originale: Fuga di cervelli
Paese: Italia
Anno: 2013
Genere: comico
Durata: 100 min.
Regia: Paolo Ruffini
Sceneggiatura: P. Ruffini, G. Chiesa, G. Bognetti
Cast: P. Ruffini, L. Peracino, O. Kent, G. Scilla, F. Matano, G. Ottonello, B. Izzo, A. Buscemi, A. Pisani, M. Messeri
Trama: Emilio è un ragazzo timido e impacciato innamorato da sempre della bellissima Nadia. Quando la ragazza ottiene una borsa di studio per studiare medicina a Oxford, Emilio, aiutato dai suoi quattro amici - altrettanto «sfigati» - decide di seguirla per confessarle finalmente il 
suo amore.

L'opera prima di Paolo Ruffini - anche sceneggiatore e interprete del film - è il remake di Fuga de Cerebros, film spagnolo uscito nel 2009 e campione di incassi in patria. 
La pellicola italiana si contraddistingue per una serie di elementi positivi, che, tuttavia, non riescono a far venire alla luce l'originalità che il film vorrebbe esprimere nell'intenzione dell'autore, ovvero quella di riallacciarsi al filone di una serie di film comici americani, come Animal House e American Pie, e ad un filone più recente del cinema francese, inaugurato da Quasi amici
Per quanto riguarda gli elementi positivi, è da lodare la scelta di un cast giovane e affiatato, la cui complicità emerge limpidamente sullo schermo. Nessuno dei cinque protagonisti è una «primadonna», che tende a concentrare unicamente su di sé l'attenzione dello spettatore, ma ognuno riesce ad essere parte dell'insieme e contemporaneamente a ritagliarsi il proprio spazio in cui emerge l'individualità rappresentata dal proprio personaggio. 
La storia raccontata è una storia «giovane», appartenente ad una generazione che oramai viaggia in Europa senza dover travalicare frontiere, che riesce ad ambientarsi in un'università straniera senza troppe difficoltà, nonostante le differenze di lingue e tradizioni. 
Come anticipato, si deve purtroppo prendere atto che le buone intenzioni risultano complessivamente oscurate da una serie di elementi negativi che riducono notevolmente la novità di cui il film vorrebbe farsi traghettatore. 
Sia la scrittura che la regia, infatti, sono assimilabili ad un film di Neri Parenti; le situazioni comiche rappresentate e le battute messe in bocca ai vari personaggi sono degne dell'italianità più becera ed ignorante e rendono fine Fuga di cervelli un cinepanettone a tutti gli effetti, un Natale a Miami un po' più giovanile. 
La presa di coscienza finale arriva, inoltre, decisamente troppo tardi perché il film possa riuscire davvero a proporre una riflessione seria ed essere assimilato ad altre pellicole che «scherzano» sulla disabilità come Quasi amici.  
Fuga di cervelli si rivela, dunque, un film su cui si sarebbe potuto investire di più; si è scelto, invece, di appiattirsi su situazioni comiche già sperimentate da altri, sulle quali, a quanto pare, il cinema italiano ha da un po' di tempo scelto di arroccarsi. 

Voto: 5

martedì 17 dicembre 2013

STEVEN SPIELBERG DAY - PROVA A PRENDERMI

 

Titolo originale: Catch me if you can
Paese: U.S.A.
Anno: 2002
Durata: 141 min.
Genere: biografico, commedia
Regia: Steven Spielberg
Soggetto: Frank Abbagnale Jr., Stan Redding
Sceneggiatura: Jeff Nathanson
Cast: L. DiCaprio, T. Hanks, C. Walken, M. Sheen, N. Baye, Amy Adams, J. Brolin, J. Garner, E. Banks
Trama: La vera storia di Frank Abbagnale Jr., che negli anni Sessanta mise in piedi numerose truffe, fingendosi pilota, medico, avvocato.

Prova a prendermi è uno dei migliori film di Steven Spielberg: una commedia brillante e divertente, ben scritta, ben diretta e ben interpretata. Il film, ingiustamente, non ha ottenuto i riconoscimenti che meritava, ma ha avuto un grande successo di pubblico e successivamente è stata portata anche a teatro sotto forma di musical.
La pellicola utilizza prevalentemente un tocco leggero nel narrare la storia del più grande truffatore della storia degli Stati Uniti, inserendo nel racconto anche forti elementi di drammaticità, in particolare nella rappresentazione del rapporto di Frank (Leonardo DiCaprio) con il padre (Christopher Walken).
La storia prende le mosse nell'America dei primi anni Sessanta, la cui ingenuità non era ancora stata toccata dalle contestazioni studentesche e dalle rivendicazioni dei diritti civili: un'epoca verso la quale si prova un'inguaribile nostalgia, ben incarnata dalla Pan Am, la celebre compagnia aerea, poi fallita, di cui Frank si finge pilota.
L'elemento che caratterizza maggiormente il film è dato dal fatto che le numerose truffe del protagonista suscitano lo stupore dello spettatore, che sin dall'inizio - come spesso accade in film del genere - è portato a sodalizzare con lui: d'altronde, come non si può non tifare per un uomo che è stato in grado di fingersi pilota, avvocato e medico? Tutto ciò a discapito del personaggio interpretato da Tom Hanks, l'agente dell'FBI Carl Hanratty, che inevitabilmente si trova a rivestire i panni del cattivo. 
Leonardo DiCaprio, nei panni di Frank, offre al solito una grandissima interpretazione (ovviamente nemmeno presa in considerazione dall'Academy almeno per una candidatura). 
Prova a prendermi è un film perfetto in ogni suo elemento, in cui il regista americano, famoso per E.T. e Indiana Jones, dimostra di sapere padroneggiare benissimo la commedia, confermandosi uno dei registi più importanti della sua generazione e realizzando uno dei migliori film degli Anni Duemila.

Voto: 9

Se vi è piaciuto, guardate anche: How to succeed in business without really trying, Now you see me, Ocean's Eleven 


Oggi Steven Spielberg compie 67 anni e per festeggiarlo è stato organizzato lo Steven Spielberg Day. Ecco tutti i blog partecipanti all'iniziativa:

Movies maniac
Non c'è paragone
Pensieri Cannibali
Recensioni ribelli
Scrivenny 2.0
The obsidian mirror
White russian

Auguri Steven! 
Continuate a festeggiare nei vostri blog, su Facebook e su Twitter (hashtag #StevenSpielbergDay).

lunedì 16 dicembre 2013

VOTA IL TUO BLOG DI CINEMA PREFERITO


Chiusa la fase delle candidature, finalmente potete votare il vostro blog di cinema preferito nel sondaggio che compare alla vostra destra.

E' possibile esprimere una sola preferenza.

Ecco i candidati: 

50/50 Thriller
A Gegio Film
Anna Nihil Show
Cine BlaBla
Cinematografia patologica
Cinquecentofilminsieme
First impressions
Il Bollalmanacco di cinema
La Cineteca di Don Diego
La Tosca non è per tutti
Life functions terminated
Mari's Red Room
Pazzi per il cinema
Per un pugno di film
Pensieri Cannibali
Recensioni ribelli
Short Stories
Tomobiki Märchenland
Triccotraccofobia
Una ciliegia tira l'altra
Un paio di uova fritte
White Russian

Le votazioni si chiudono il prossimo 31 dicembre.

Hashtag dell'evento: #Hovogliadicinemaawards

Potete usare questo banner per farvi votare utilizzando l'immagine e inserendo il link di questo post


http://hovogliadicinema.blogspot.it/2013/12/vota-il-tuo-blog-di-cinema-preferito.html

oppure

inserendo il seguente codice html nel vostro blog:

sabato 7 dicembre 2013

WOLVERINE - L'IMMORTALE

Titolo originale: The Wolverine
Paese: U.S.A., Giappone, Australia
Anno: 2013
Durata: 126 min.
Genere: cinecomic
Regia: James Mangold
Soggetto: Wolverine di Chris Claremont e Frank Miller
Sceneggiatura: Christopher McQuarrie, Mark Bomback, Scott Frank
Cast: H. Jackman, W. Yun Lee, S. Khodchenkova, H. Sanada, H. Yamanouchi, T. Okamoto, R. Fukushima, B. Tee, F. Janssen, P. Stewart, I. McKellen
Trama: Logan, alias Wolverine, dopo anni di solitudine nelle montagne del Canada, si reca in Giappone per dare l'ultimo saluto a Yashida, un uomo potente che aveva salvato da morte certa durante lo scoppio della bomba atomica a Nagasaki. Suo malgrado rimane coinvolto nel tentativo di rapimento da parte della mafia giapponese della nipote di Yashida, l'affascinante Mariko.

Wolverine è il personaggio di maggior successo di tutta la saga degli X-men, riportata in auge da Bryan Singer nel 2000. Sicuramente il merito di ciò risiede anche nel suo interprete, ovvero Hugh Jackman, che ha impresso al personaggio forza e credibilità.
Tuttavia, dopo la visione di Wolverine - L'immortale, mi domando se il personaggio abbia ancora qualcosa da raccontare o se la scarsa apprezzabilità di questo film sia dovuta unicamente ad errori di sceneggiatura e di regia.
La base di partenza è buona: la pellicola si basa infatti su un fumetto scritto di Chris Claremont e sceneggiato da Frank Miller, ma il risultato ottenuto non è degno delle aspettative.
Il film di James Mangold (Kate & Leopold, Ragazze interrotte) si rivela, infatti, lungo e noioso, incapace sia di assumere un proprio stile sia di approfondire i diversi temi affrontati.
Per quanto riguarda lo stile, l'ambientazione giapponese non è sfruttata pienamente, ma sembra di assistere ad un film di azione stile The expendables, condito con qualche luogo comune sulla cultura nipponica.
Per quanto concerne, invece, la storia narrata, il principale tema del film, quale quello dell'immortalità di Wolverine, è banalmente risolto e liquidato. All'inizio del film, Wolverine è alle prese con i fantasmi del passato ed agogna la morte. Ma quando, finalmente, ha la possibilità di morire, si scopre affezionato alla sua immortalità. Il film non lascia trasparire alcun dubbio o riflessione in merito a un tema così delicato, che avrebbe meritato maggiore attenzione. 
Anche la storia d'amore con Mariko (Tao Okamoto) è priva di credibilità e incapace di suscitare il minimo coinvolgimento. A dispetto di ogni pretesa, Wolverine appare come James Bond che ha una storia d'amore con la donzella di turno.
L'impressione finale è che Wolverine - L'immortale rappresenti una trovata della 20th Century Fox (detentrice dei diritti della saga degli X-men) per mantenersi buoni i fan (e naturalmente per far cassa) in attesa del prossimo X-men: giorni di un futuro passato, in uscita l'anno prossimo.

Voto: 3

Se vi è piaciuto, guardate anche: X-men l'inizio, X-men le origini - Wolverine, X-men, X-men 2, X-men conflitto finale

mercoledì 4 dicembre 2013

THOR: THE DARK WORLD


Titolo originale: Thor: The Dark World
Paese: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 112 min. 
Genere: fantascienza, azione, cinecomic
Regia: Alan Taylor
Sceneggiatura: C. Yost, C. Markus, S. McFeely, J. Whedon
Cast: C. Hemsworth, N. Portman, T. Hiddleston, A. Hopkins, S. Skarsgard, K. Dennings, I. Elba, J. Alexander, C. Eccleston, Z. Levi
Trama: Thor è appena tornato ad Asgard dopo due anni di guerre nei nove Regni causate dalla ribellione di Loki. Ma l'universo è nuovamente minacciato dal ritorno degli Elfi Oscuri, che minacciano di distruggere tutto definitivamente.

Ieri sera sono andata al cinema con l'intenzione di vedere La mafia uccide solo d'estate. Purtroppo per me e per fortuna di Pif, al mio arrivo la sala era già piena e ho deciso di ripiegare su Thor: The Dark World. Non fingerò che mi sia completamente dispiaciuto: la verità è che non mi perdo un cinecomic della Marvel da un bel po' di anni a questa parte, per cui era destino che andassi a vedere anche questo film.
Il secondo capitolo della saga di Thor, che si colloca temporalmente due anni dopo The Avengers e qualche tempo dopo dopo Iron Man 3, abbandona i toni shakespeariani ricercati da Kenneth Branagh nel primo capitolo e direi che il risultato è nettamente migliore. 
Gli autori, infatti, hanno scelto di recepire e privilegiare i toni ironici e di puro intrattenimento in linea con il resto della saga dei Vendicatori, rispetto al tentativo dei loro predecessori di elevare il fumetto a qualcosa di più aulico, che era finito nello sfociare nel ridicolo.
Alan Taylor, subentrato alla regia, ha poi scelto di inserire atmosfere tipiche de Il Signore degli Anelli, che ben si adattano a un film ambientato prevalentemente ad Asgard.
La ricerca di un nuovo stile ed equilibrio è andata, però, a discapito della trama, che risulta alquanto incomprensibile e farraginosa. Anche gli effetti speciali non risultano particolarmente straordinari o innovativi, ma sono comunque spettacolari al punto giusto per una storia che non è semplicemente il capitolo di una saga, ma fa parte di una saga a sua volta tassello di un puzzle molto più grande.
E' questo il principale merito della Marvel, che è riuscita a ricreare sullo schermo gli intrecci tipici dei fumetti, probabilmente apportando alle storie proposte addirittura maggior coerenza rispetto a quella che avevano sulla carta.
Basti pensare che anche la serie tv Marvel's Agents of Shield si è allineata alla storia raccontata da Thor: The Dark World, portando gli agenti a confrontarsi con le conseguenze della battaglia finale narrata nel film di Alan Taylor.
La rock star del film è rappresentata non da Thor (Chris Hemsworth), né da Jane Foster (Natalie Portman), ma ovviamente da Loki, interpretato da un sempre bravissimo Tom Hiddleston, che sembra davvero averci preso gusto a rivestire i panni del fratello cattivo di Thor. Se la prima parte del film scorre un po' lentamente, è con l'entrata in scena di Loki che la pellicola acquista tutto un altro sapore regalando una serie di gag davvero spassose.

Voto: 6 e 1/2

Se vi è piaciuto, guardate anche: Thor, The Avengers, la trilogia di Iron Man, Capitan America

lunedì 2 dicembre 2013

MIGLIOR BLOG DI CINEMA 2013 - CANDIDATEVI AGLI HO VOGLIA DI CINEMA AWARDS


Anche quest'anno tornano gli Ho Voglia di Cinema Awards e per il secondo anno consecutivo eleggeremo il miglior blog di cinema dell'anno 2013.
L'anno scorso l'ambito e prestigioso premio era andato a Il Labirinto del Diavolo che si era aggiudicato l'eterna gloria oltre al meraviglioso banner creato per l'occasione, che potete ammirare sul loro sito.  

Quali sono le regole per partecipare?

1- Il concorso è aperto a blog che si occupino, tra gli altri argomenti, di cinema;

2- Potete iscrivere il vostro o altri blog commentando questo post ed indicando l'indirizzo;

3- Affinché l'iscrizione sia valida, dovrete pubblicizzare questo post nel vostro blog, su Facebook o su Twitter; 

4- Il termine per l'iscrizione è il prossimo 15 dicembre, giorno nel quale verranno annunciati i candidati e sarà dato il via alle votazioni;

5 -  Le votazioni si chiuderanno il 31 dicembre.

Iscrivetevi numerosi!