martedì 27 dicembre 2011

LE IDI DI MARZO

Conclusione degna dell'anno cinematografico 2011? Le idi di marzo di George Clooney. Il regista del bellissimo Good night, and good luck, protagonista di una miriade di film di successo, nonché vincitore dell'Oscar come migliore attore non protagonista per Syriana, torna dietro la macchina da presa per raccontarci il rapporto controverso tra politica e media. Stephen (Ryan Gosling) è l'addetto stampa della campagna elettorale del candidato alle primarie democratiche Mike Morris (George Clooney), governatore della Pensylvania, su cui si fondano le speranze di rinascita dell'ala più a sinistra del Partito Democratico dopo otto anni di disastrosa presidenza Bush.
Brillante e ambizioso, Stephen commetterà un errore fatale, ma cercherà di rimanere a galla, rinunciando ad essere ciò che era o che credeva di essere.
Le idi di marzo, tratto da una piéce teatrale intitolata Farragut North, è destinato a diventare un classico cinematografico sugli intrighi del potere. Il film ci mostra cosa c'è dietro la macchina da presa, quando le luci del dibattito si spengono e l'uomo di potere si trova ad interagire con gli uomini a cui deve una buona fetta del suo successo. Ma quanto fedeli sono questi uomini? A quale prezzo possono essere comprati? E l'uomo di potere? Può essere ricattato, venduto, comprato? E' quest'uomo davvero fedele ai suoi ideali, alla facciata che mostra al pubblico?
Sì, il pubblico. Qui non si parla più di popolo. Chi vota è il pubblico e tutto ciò che conta è l'immagine  e la fedeltà ad essa. Un solo atto contrario al senso del pudore comune ed è finita. Puoi mandare in bancarotta un intero paese ma se tradisci tua moglie perdi metà del tuo consenso.
Il finale è aperto nella trama e nella morale. E' meglio avere un presidente sotto ricatto morale ma che potrebbe fare del bene al Paese oppure abbandonare il Paese nelle mani degli ultraconservatori?
Un cast migliore non è immaginabile: innanzittutto, Ryan Gosling brilla e ci possiamo dire più che entusiasti che Hollywood abbia trovato un attore del suo calibro. George Clooney riesce ad interpretare  un candidato soltanto in apparenza trasparente; Paul Giamatti, Philip Seymour Hoffman ed Evan Rachel Wood completano il quadro con interpretazioni eccellenti.
Il film, candidato a quattro importanti ai Golden Globes 2012 (miglior film drammatico, miglior regista, migliore sceneggiatura non originale, migliore attore protagonista a Gosling), si prepara a sbancare agli Oscar.

Voto: 9

Le idi di marzo su imdb
George Clooney su wikipedia
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domenica 18 dicembre 2011

Li teniamo d'occhio.... NOOMI RAPACE

Non è giovanissima, ma soltanto di recente si è affacciata nel cinema internazionale. 
Noomi Rapace, classe 1979, per molti anni lavora per la televisione svedese, per lo più interpretando ruoli in serie tv. Nel 2009, arriva la fama grazie al primo capitolo della saga Millennium, Uomini che odiano le donne, tratta dai romanzi del defunto Stieg Larsson, di produzione svedese. Nel film Noomi stravolge il suo aspetto fisico ed interpreta il personaggio di Lisbeth Salander, una cyberpunk il cui passato è colmo di oscure violenze che continuano a tormentarla. Noomi è straordinaria e il film sconvolge le platee di mezzo mondo, diventando un successo clamoroso, tanto che David Fincher ne gira il remake americano, in uscita in questi giorni in America e presto in Italia, in cui Lisbeth è interpretata da Rooney Mara, l'ex ragazza di Mark Zuckerberg in The social network.
Bellezza non convenzionale, Noomi continua ad interpretare il ruolo che le ha portato successo e seguono  i capitoli di Millennium La ragazza che giocava con il fuoco e La regina dei castelli di carta, purtroppo, però, ben più deboli dei precedenti e passati praticamente inosservati.
Successivamente, Lisbeth interpreta un dramma svedese, a fianco del marito dell'epoca (Ola Rapace, di cui ha scelto di mantenere il cognome ai fini della carriera artistica), presentato al Festival del cinema di Venezia del 2010. 
Nel 2011 arriva finalmente per Noomi l'ingaggio internazionale: viene scelta da Guy Ritchie per Sherlock Holmes - Gioco di ombre, appena uscito nelle sale italiane. L'attrice svedese qui interpreta Sim, una donna gitana che aiuterà Holmes (Robert Downey Junior) e il suo fido Watson (Jude Law) nello smascherare l'ennesimo complotto internazionale. Ma Noomi non si ferma qui: attualmente ha appena finito di girare Prometheus di Ridley Scott, nel quale interpreta la protagonista, l'archeologa Elisabeth Shaw, dopo aver sbaragliato colleghe quali Carey Mulligan e Abbie Cornish. Il film, la cui uscita in Italia è prevista per il prossimo settembre, nato inizialmente come una sorta di prequel di Alien, così viene riassunto da imdb: 
"Un gruppo di esploratori scoprono un indizio sulle origini dell'umanità che li porterà in un viaggio nei meandri più oscuri dell'universo. Lì dovranno combattere una terribile battaglia per salvare il futuro della razza umana".
Infine, Noomi parteciperà a due pellicole al momento in pre-produzione, Knockout di Catherine Hardwick, che racconterà la storia d'amore tra il boxer svedese Boss Hogberg e la cantante Anita Lindblom, e The last voyage of Demeter di David Slade, un horror la cui uscita è prevista per il 2013 e a cui parteciperanno anche Jude Law e Ben Kingsley. 

Noomi Rapace su imdb
Recensione di Ho voglia di cinema di La regina dei castelli di carta


sabato 17 dicembre 2011

ONE DAY

Finito di leggere il romanzo di David Nicholls (vedi il mio post precedente qui), mi sono precipitata a vedere il film diretto da Lone Scherfig, la regista di An education. 
One day, sceneggiato dallo stesso Nichollsè fedele al romanzo, fatta eccezione per alcune ambientazioni e il taglio di alcuni personaggi. Protagonisti sono Emma e Dexter, conosciutisi il giorno della laurea, amici per molti anni, prima di scoprire che forse tra loro c'è qualcosa di più. Il film, come il romanzo, è un aggiornamento costante sulla loro relazione e guarda ad ogni 15 luglio per un periodo di circa venti anni.
Inevitabile il confronto con il romanzo, nel quale hai il tempo di affezionarti al personaggio, di ridere con lui e per lui, di commuoverti e di piangerlo. Nel film tutto corre troppo in fretta: la storia doveva essere necessariamente compressa, dato il lungo arco temporale, tuttavia, probabilmente, non appare sempre immediato comprendere alcuni passaggi e il film ne avrebbe guadagnato se si fosse scelto di dedicare più tempo ad alcuni anni importanti e fossero stati tagliati gli altri. Forse è stato un errore affidare la sceneggiatura allo stesso autore del romanzo, il quale ben difficilmente poteva rinunciare ad alcuni dialoghi o momenti nati dalla sua penna.
Anne Hathaway e Jim Sturgess interpretano perfettamente Emma Morley e Dexter Mayhew sia singolarmente che come coppia; il film non sarà eccelso, ma è bello vedere finalmente una coppia di attori coinvolgenti e calati nella parte. D'altronde non è questo il minimo per una commedia romantica? 

Voto: 7

One day su imdb
Il trailer su youtube
Lone Scherfig su wikipedia

venerdì 16 dicembre 2011

Ho voglia di leggere: UN GIORNO


... Poi, tenendogli ancora il viso tra le mani, lei lo guardò intensamente. «Se mi giochi qualche scherzo Dexter...».
«Non lo farò».
«Sul serio, se mi prendi in giro o mi deludi o mi pugnali alle spalle, io ti uccido. Te lo giuro su Dio, ti strappo il cuore».
«Non lo farò, Em».
«Promesso?».
«Promesso».
E poi lei aggrottò la fronte e scosse la testa e gli gettò nuovamente le braccia al collo, premendo il viso contro la sua spalla, con un singhiozzo che sembrava quasi rabbioso.
«Che c’è?» domandò lui.
«Niente. Oh, niente. È solo che...». Lei alzò gli occhi su di lui. «Pensavo di essermi liberata di te una volta per tutte».
«Eh no, credo di no» rispose lui.

Un giorno poteva finire qui, con Emma e Dexter finalmente insieme, dopo tanti anni e dopo tanti ostacoli, come una qualunque e convenzionale commedia romantica.
Ma lo scrittore va avanti, non si accontenta. Vuole farci sapere quello che succede dopo, in quello stesso romanzo. Perché? Cosa c’è poi?
Vuole strapparci via il cuore.
Seguiamo Emma e Dexter per vent’anni, ogni 15 luglio. Un giorno qualunque, ma un giorno significativo. Un giorno come un altro, di cui si dimentica la data, ma guardandosi indietro è quello da cui ha origine tutto.Il romanzo è uno di quelli che si divora, perché vuoi sapere come va a finire.
Emma è la classica ragazza di sinistra un po’ rompiscatole, Dexter il classico fighetto che si interessa solo di se stesso. Tra due persone così difficilmente può nascere l’amore. Eppure, a volte, un giorno, sì, un giorno qualunque, può succedere. Ed  è successo.

Lui le posò una mano leggera sulla nuca e nello stesso istante lei gli poggiò una mano leggera sul fianco, e si baciarono lì per la strada in mezzo alla gente che correva a casa nella luce estiva, il bacio più dolce che avrebbero mai provato nella loro vita.
Ecco dove inizia tutto. Tutto parte da qui, oggi.
E poi finì. «Be’, allora ci si vede» fece Dexter, indietreggiando lentamente.
«Lo spero» sorrise lei.
«Lo spero anch’io. Ciao Em».
«Ciao Dex».
«Arrivederci».
«Addio. A presto».


David Nicholls su wikipedia
Un giorno su wikipedia

MIDNIGHT IN PARIS

Midnight in Paris, l'ultimo acclamatissimo film di Woody Allen, parte dall'idea della nostalgia di epoche passate come voglia di fuggire dalla realtà presente, per raccontarci la storia di Gil, sceneggiatore hollywoodiano in vacanza a Parigi con la promessa moglie e i suoceri, il quale, catapultato ogni notte nella Parigi degli anni '20, incontra grandi personaggi di quegli anni, quali F.S. Fitzgerald e sua moglie Zelda, Ernest Hemingway, Pablo Picasso, Salvador Dalì, riuscendo, finalmente, a portare a compimento il suo primo romanzo.
Il film ha ottenuto ottime recensioni ed ha ricevuto ben quattro nomination ai prossimi Golden Globes (miglior attore protagonista in una commedia, miglior regista, migliore sceneggiatura, migliore film comico); a me, in verità, è parso un po' sopravvalutato. La sceneggiatura è appena abbozzata, e, a parte qualche rarissima battuta memorabile, i dialoghi sembrano piuttosto infantili. Ad esempio, il fatto che Gil non sia apprezzato dai suoceri per le sue idee politiche, viene sottolineato continuamente, e alla fine non fa più ridere (quanto è inutile quel finale "Salutami Trotzkij" del suocero a Gil). La morale del film, cioè che gli esseri umani sono portati a pensare che il passato sia meglio del presente ma se fossero vissuti per davvero in quel passato tanto decantato avrebbero guardato più indietro ancora, viene di fatto spiegata allo spettatore in un dialogo tra Gil e Adriana (Marion Cottillard), la donna di cui Gil si invaghisce nelle nottate trascorse negli anni '20, quasi fossimo troppo sciocchi o ignoranti per capire quale fosse il senso della storia.
Owen Wilson a tratti è convincente, a tratti copia troppo Woody Allen, sebbene non si possa negare che se avessi visto il film in originale, avrei potuto provare un'altra sensazione, perché il doppiaggio è veramente pessimo.
In definitiva, mi aspettavo molto di più, mentre non ho trovato altro che un dépliant turistico per gli americani che vogliono andare in vacanza a Parigi.

Voto: 5

Midnight in Paris su imdb
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Nomination ai Golden Globes 2012 qui

sabato 10 dicembre 2011

LETTERS TO JULIET

Letters to Juliet di Gary Winick è una commedia del 2010 che ha come protagonista la nuova fidanzatina d'America Amanda Seyfried.
Il film è ambientato per buona parte in Italia, precisamente tra il Veneto e la Toscana.
Sophie, aspirante giornalista, giunge a Verona con il fidanzato Victor in una sorta di luna di miele prematrimoniale. Victor è uno chef e si fa prendere completamente da eventi connessi alla cucina locale. Sophie, per la maggior parte del tempo sola, si imbatte nelle segretarie di Giulietta, che rispondono alle lettere che innamorate da tutto il mondo rivolgono a Giulietta. Mentre le aiuta nelle loro attività, Sophie ritrova una lettera scritta cinquanta anni prima da Claire, una giovane inglese, che chiedeva conforto a Giulietta per avere abbandonato l'amore della sua vita, Lorenzo. Sophie decide di risponderle e non mancherà molto che Claire, accompagnata dal nipote Charlie, si presenti a Verona per partire alla ricerca di Lorenzo.
Il film parte da un'idea abbastanza originale, ma non ha molte pretese. E' la solita commedia sentimentale farcita di banalità e di stereotipi.
La funzione del film è stata evidentemente quella di incassare molto facendo leva sull'esoticità delle bellezze italiche, il che forse ci ha giovato in termini di turismo. Sarebbe stato bello se il viaggio in macchina dei tre protagonisti si fosse ispirato a qualche vecchio road movie, ma purtroppo l'unico punto di riferimento sembra essere stato The Twilight Saga - New Moon, il che contribuisce a dare un'idea del livello del film (non a caso entrambi i film sono stati prodotti dalla Summit Entertainment).
Nella colonna sonora spiccano diverse canzoni italiane (Max Pezzali, Malika Ayane, Zero assoluto), e non mancano melodie napolatane applicate a paesaggi di vigneti toscani e veneti (immaginate pure voi l'effetto che fa). I più non saranno soddisfatti di Max Pezzali, ma perlomeno, ringraziamo chi ha scelto la colonna sonora di averci risparmiato Totò Cotugno e Bobby Solo.
Non mancano altri punti dolenti da me ritrovati da brava italiana: ad esempio la scena in cui Sophie confonde i tartufi con i funghi e il fidanzato ne è scandalizzato. Beh, anch'io mi sono sentita lesa nel profondo dell'animo.
Il finale è scontato: ma l'amore che si presume scoppiare tra Sophie e Charlie sembra soltanto una leggera simpatia e dunque lontana anni luce da quell'amore che ti fa mollare tutto e tutti e attraversare l'oceano. In sostanza, non è minimamente coinvolgente e l'essersi ispirati a Shakespeare anche solo nel titolo e nell'ambientazione ha un che di blasfemo.
Amanda Seyfried è la Sandra Bullock classe 1985: decisamente sopravvalutata.
Claire e Lorenzo sono interpretati rispettivamente da Vanessa Regrave e Franco Nero, sprecati in un film del genere; tuttavia, ciò che stupisce è che il film sembra ispirato alla loro storia: infatti, negli anni Sessanta Nero e la Redgrave ebbero una relazione, da cui nacque anche un figlio, poco dopo si lasciarono; quaranta anni dopo si rincontrarono e si sposarono. La loro partecipazione al film, dunque, sembrava quasi dovuta.
Nei panni di Victor, Gael Garcia Bernal, che nella commedia americana non sa proprio dove collocarsi. Il suo cachet, forse, è aumentato, ma la sua bravura vacilla. Charlie, invece, è interpretato del semisconosciuto (a ragione) Chris Egan.
Da notare, infine, la presenza di vari attori nostrani: Marina Massironi, Milena Vukotic, Luisa Ranieri sono le segretarie di Giulietta, mentre Fabio Testi è uno dei possibili Lorenzo.

Voto: 3

Letters to Juliet su wikipedia
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Gary Winick su wikipedia



venerdì 9 dicembre 2011

Li teniamo d'occhio... JUSTIN TIMBERLAKE


Il suo nome non ha bisogno di presentazioni, perché di certo non è un novellino.
Justin Timberlake, star del Mickey Mouse Club a 12, componente di punta degli 'NSync fin dai 14, solista a 21, da qualche tempo si cimenta con successo anche nel cinema. Nel 2007 ha recitato in Alpha dog, accanto ad Emile Hirsh, Bruce Willis, Sharon Stone, Olivia Wilde e Amanda Seyfried, film che ha ottenuto un buon successo di critica.
Il primo regista di alto livello che assolda Justin Timberlake tra le fila del suo cast è David Fincher per The social network, nel quale l'attore/cantante interpreta il personaggio controverso di Sean Parker, creatore di Napster. Justin recita in questo film in maniera più che convincente, e da questo momento per lui inizia una nuova interessante carriera d'attore.
Recita in due commedie, Bad teacher e Friends with benefits, e nel thriller fantascientifico In time, ambientato in un mondo in cui le persone smettono di invecchiare a venticinque anni. Purtroppo, allo stato attuale, non è prevista una data di uscita italiana per questo film, già uscito negli Stati Uniti e nel resto del mondo circa un mese fa.
Justin Timberlake sarà, poi, il protagonista assoluto nel prossimo attesissimo film di Ethan e Joel Coen, Inside Llewyn Davis, le cui riprese inizieranno a gennaio 2012 a New York. Oltre a Justin Timberlake, nel cast figurano Carey Mulligan e John Goodman. Il film seguirà la vita del cantante folk Llewyn Davis nel Greenwich Village durante gli anni '60. Timberlake sarà Davis e Carey Mulligan sua moglie. Sarà interessante vedere insieme questa inedita coppia.

Justin Timberlake su imdb
Recensione di The social network

giovedì 8 dicembre 2011

Ho voglia di leggere: EMMA

Emma è uno dei romanzi meglio riusciti di Jane Austen, in cui la caratterizzazione dei personaggi raggiunge picchi altissimi.
Emma Woodhouse, nobile ventunenne che vive con il padre vedovo, si reputa incredibilmente elegante e intelligente e si diverte a combinare matrimoni, poiché ritiene di avere un'abilità eccezionale. Invano un amico di vecchia data, il signor Knightley, cercherà di distoglierla da siffatti proponimenti ed Emma sarà alla fine costretta a ricredersi sulle sue abilità.
Anche questo romanzo di Jane Austen stupisce per il ritratto della donna tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, ritratto variegato e non convenzionale, nel quale ogni personaggio femminile è diverso dall'altro non solo per la caratterizzazione, ma anche per la poisizione sociale. Emma è costruita in maniera impeccabile e subisce una profonda evoluzione nel carattere nel corso del romanzo. Le convinzioni da lei nutrite verranno completamente sovvertite durante il dispiegarsi della storia. Non c'è, tuttavia, soltanto la signorina ricca e beneducata, che non ha nulla di cui lamentarsi nella vita. Indimenticabile è la signorina Bates, la nobile caduta in disgrazia, che vive con la madre, perché è rimasta zitella, come pure la giovane orfana, Jane Fairfax, che seppure di origine nobile, deve lavorare come istitutrice per sopravvivere.
In questo quadro di donne si aggiunge la rappresentazione del padre di Emma, il signor Woodhouse, uomo affettuoso e premuroso, ma anche ansioso e malato immaginario, che ha paura di rimanere solo. Le sue battute sono tra le migliori nel romanzo.
Gli altri uomini di Emma, fatta eccezione per il signor Weston, nobile ma di carattere allegro, sono piuttosto noiosi: sia il signor Knightley, che ha sempre ragione, sia Frank Churchill, il cui comportamento galante da subito "puzza".
E poi, c'è la commedia romantica: inutile dire che Jane Austen rimane la madre di tutti i lieti fine.


Per un completo elenco delle opere di Jane Austen, vedi la pagina su wikipedia.

Emma al cinema: del 1996 è film omonimo con Gwyneth Paltrow, Jeremy Northam e Ewan Mc Gregor (vedi qui).

martedì 6 dicembre 2011

C'È CHI DICE NO

In Italia c'è una questione che tutti conoscono, ma che nessuno affronta seriamente; una questione culturale che contamina tutto il Paese: quello della cara, vecchia, ed apparentemente innocente, raccomandazione. Quante volte qualcuno ci ha scavalcato perché aveva una spintarella? A quanti concorsi abbiamo partecipato, pur nella consapevolezza che non li avremmo mai superati perché c'era qualcuno a cui di fatto era stato già assegnato il posto? E quante volte qualcuno potrebbe avere aiutato noi?
La raccomandazione è ciò che distingue l'Italia da altri Paesi europei e che per decenni ha aiutato, e continua ad aiutare, milioni e milioni di italiani. Tutti conoscono il fenomeno, che ha origini risalentissime, talmente radicato nel mondo del lavoro, pubblico e privato, che, mentre molti se ne vergognano e nascondono la raccomandazione di cui sono stati beneficiari, altri non ci vedono nulla di male a "segnalare" o ad "essere segnalati", anzi, addirittura ne fanno un vanto. Più raccomandi, facendo centro, e più ricevi raccomandazioni, più sei importante agli occhi del mondo.
La raccomandazione è, in conclusione, la polvere nascosta sotto il tappeto delle ipocrisie, delle ingiustizie e dell'ineguaglianza sociale che esiste in Italia.
Spiacente per la lunga premessa: serviva ad introdurre il tema di fondo di C'è chi dice no.
Tre vecchi compagni di scuola - alias Luca Argentero, Paola Cortellesi e Paolo Ruffini - si incontrano dopo anni ad una cena di classe e scoprono di trovarsi sulla stessa barca: tutti e tre si sono visti soffiare ingiustamente e illegittimamente sotto il naso la promozione tanto agognata. Seppure impotenti di fronte all'ingiustizia subita, ma comunque giunti all'esasperazione, decidono di vendicarsi e fondano "I pirati del merito". La loro lotta, all'inizio concepita come personale, vorrà da loro essere portata ad un livello successivo globale.
Diretto da Giambattista Avellino (La matassa, Il 7 e l'8) e sceneggiato da questi insieme a Fabio Bonifacci (che su Ciak di dicembre, viene definito lo sceneggiatore personale di Luca Argentero: ed infatti, le strade dei due negli ultimi anni si sono incrociate spesso), C'è chi dice no ha il merito di affrontare - seppure con leggerezza - un tema inedito nel mondo del cinema, e comunque abbastanza delicato, di fronte al quale la nostra società chiude gli occhi. Il cinema ha spesso affrontato la corruzione, più rappresentabile della semplice raccomandazione, invero più sottile e strisciante. Nella corruzione, qualcuno paga un altro perché gli faccia un favore. Nella raccomandazione, spesso, non c'è pagamento. Nella raccomandazione ci sono meri reciproci scambi di aiuto, laddove però l'aiuto dell'uno non è sempre diretta conseguenza dell'aiuto dell'altro (magari i due aiuti avvengono a distanza di anni) e la connessione causale tra i due, pur sussistendo, non è sempre lampante; in questi casi, allora, dimostrare il reato, se non addirittura coglierlo, spesso non risulta possibile.
Il film è ben costruito, sebbene la regia non sia quasi mai soddisfacente (quanti inutili primi piani!) e i dialoghi a tratti risultino piuttosto banali; nel complesso, però, la storia coinvolge e ben incuriosisce su come andrà a finire; inoltre, gli imput suggeriti non sono trascurabili: gli individui vestiti di nero che diventano ombre di coloro che sono stati notoriamente raccomandati rappresentano a mio modo di vedere una forma di protesta eccezionale. Il film, in questo senso, sembra invitare gli spettatori ad avere il coraggio non solo di rifiutare il costume diffuso, bensì anche di denunciarlo, rinunciando magari ad avere una promozione grazie al padre della nostra fidanzata, come anche facendo nomi e cognomi di coloro che perpetrano ingiusti favoritismi . Il problema, però, è sempre lo stesso: se ti rifiuti tu, qualcun altro accetterà il lavoro al posto tuo, perché fuori non c'è il nulla, "c'è la fila".
Comunque, fintanto che la vita non spezzerà le mie illusioni, io continuerò a dire no.

Voto: 7

C'è chi dice no (2011) trailer e sito ufficiale
Fabio Bonifacci su Trovacinema
Giambattista Avellino su Trovacinema

domenica 4 dicembre 2011

Li teniamo d'occhio... CAREY MULLIGAN

L'abbiamo scoperta nel 2009 nel delizioso An education, in cui interpretava Jenny, brillante studentessa sedicenne, che incontrava David, trentenne, che la introduceva negli ambienti più raffinati di Londra e la allontanava dagli studi. Carey Mulligan, oggi ventiseienne, con quel film ha stregato pubblico e critica.
Il suo è l'aspetto di una diva di altri tempi. Londinese vissuta per lungo tempo in Germania, Carey aveva debuttato qualche anno prima di An education, in Orgoglio e pregiudizio, accanto ad una coetanea già famosissima, Keira Knightley, ed interpretava il ruolo della penultima delle sorelle Bennet.
Da allora, la carriera di Carey è stata tutta in salita. In Non lasciarmi recita di nuovo a fianco di Keira Knightley, ma questa volta le strappa il ruolo da protagonista. Dopo Wall street - Il denaro non dorme mai e Drive, attualmente Carey partecipa alle riprese del film tratto dal capolavoro di F.S. Fitzgerald, Il grande Gatsby. Il film, che uscirà nelle sale a Natale 2012, è diretto da Baz Luhurmann; ad interpretare Jay Gatsby c'è Leonardo Di Caprio, mentre Nick Carraway è Tobey Maguire. Ovviamente, Carey è Daisy Buchanan, l'amata di Gatsby. Una bella coppia, no?


Recensioni di Ho voglia di cinema:

Carey Mulligan su imdb

sabato 3 dicembre 2011

APRILE

Aprile è una commedia del 1998, scritta e diretta da Nanni Moretti, nella quale autobiografia e finzione cinematografica si mescolano fin quasi all'inverosimile.
La storia comincia nel 1994, in occasione della prima storica vittoria di Silvio Berlusconi alle elezioni fino ad arrivare alla vittoria, altrettanto storica, del centro-sinistra guidato da Romano Prodi nel 1996.
Nanni Moretti è un regista di sinistra, pieno di ideali, ma alquanto disilluso nei confronti della classe politica, classico italiano un po' mammone, impegnato nella ripresa di un documentario sull'Italia, che, però, non ha molta voglia di realizzare. La nascita del figlio Pietro, quella stessa notte del mese di aprile in cui fu annunciata la vittoria di Prodi, lo porterà ad una maggiore consapevolezza di sé, non solo come padre, ma anche come regista.
Aprile, a differenza degli ultimi film di Moretti, è una commedia nella quale c'è sì la disillusione, ma anche la speranza. Alcune scene sono spassosissime, si ride di Moretti e delle sue afflizioni e delle sue manie; altre scene sono passate nella storia del cinema e della sinistra (Moretti, guardando Porta a Porta: "D'Alema, di' una cosa di sinistra!"). La critica non ha apprezzato completamente questo film, definendolo un esperimento "non riuscito... frutto di un blocco creativo dell'autore". A me è piaciuto tantissimo.

Voto: 8

Aprile su imdb
Per un estratto delle battute del film clicca qui
Nanni Moretti su wikipedia
La critica del film di Morandini su mymovies
La prima scena del film su youtube

martedì 29 novembre 2011

The Twilight Saga: Breaking dawn Parte I

Ebbene sì: l'ho visto anch'io.
Conclusione degna della carrellata di film mediocri che ho visto negli ultimi giorni, Breaking dawn parte I si inserisce in questo mesto contesto a pieni voti.
Quarto capitolo della Twilight saga, questa volta diretto da un premio Oscar alla sceneggiatura (Bill Condon), Breaking dawn parte I vede finalmente Bella Swan, accantonata la parentesi con il lupo Jacob, sposare il vampiro Edward, coronando così il suo sogno d'amore. Bella, dunque, si appresta a diventare vampiro, non prima, però, di aver trascorso, una luna di miele da umana.
Il premio Oscar c'è e non si può negarlo: si vede. Dialoghi banali e imbarazzanti a parte, il quarto capitolo segue coerentemente, a differenza dei precedenti, un suo filone dall'inizio alla fine. Protagonista indiscussa di questo capitolo è Bella, emozionata per il matrimonio, innamorata di Edward più che mai, spaventata per la prima notte di nozze, madre amorevole verso la creatura sconosciuta che cresce dentro di lei. La telecamera è tutta per lei. Kristen Stewart è, al quarto capitolo, finalmente cresciuta e brilla sopratutto nei panni della Bella incinta. Gli altri protagonisti, lo stesso Edward, come anche Jacob, sono in ombra. Robert Pattinson recita sempre meno, di capitolo in capitolo, in maniera convinta nei panni di un vampiro che sembra proprio non sopportare, mentre Taylor Lautner è piuttosto convincente e potrebbe riservarci qualche sorpresa per il futuro (sempre che sgonfi i muscoli).
Alcune scene sono obiettivamente divertenti (il padre di Bella, Charlie, rimane un mito), ma per il resto, comunque, è tutto troppo noioso: non è colpa del regista, che, come dicevo, ha portato avanti la sua storia, ma è colpa del materiale iniziale, il romanzo di Stephenie Meyer, nel quale non succede quasi niente. Le migliori scene sono quelle originali, come ad esempio il susseguirsi dei vari speakers al matrimonio. Sono state accontentate schiere di fan sfegatate, dando un'immagine espilicita alla scena d'amore tra Bella e Edward, pur di far succedere qualcosa. Con quali ingegnosi espedienti riusciranno a portare avanti la seconda parte?
Poi, non mancano le stesse critiche già avanzate alla visione dei precedenti capitoli: vampiri troppo, ma troppo truccati, poco spazio ai lupi, oltreché ovviamente la storia decisamente troppo smielata e la stupidità a tratti sconcertante di Bella.

Voto: 5

Breaking dawn parte I su imdb
Il trailer su youtube
Bill Condon su wikipedia

lunedì 28 novembre 2011

Li teniamo d'occhio... DANIEL RADCLIFFE

Appena uscito in dvd Harry Potter e i doni della morte - Parte II, è quasi d'obbligo dedicare un post a Daniel Radcliffe, che per dieci anni è stato protagonista di una delle saghe più amate di tutti i tempi, nonché probabilmente la più lunga.
Riuscirà Daniel a staccarsi dal ruolo che gli ha portato tanta fortuna e ad intraprendere una nuova carriera?
Non tutti i precedenti sono di miglior auspicio. Ad esempio, Elijah Wood, alias Frodo, non è riuscito ad ottenere molti ruoli dopo Il Signore degli Anelli, sebbene precedentemente, sin da bambino, avesse interpretato numerosi altri film.
Comunque, Daniel, oggi ventiduenne, ci sta provando.
Nel 2012 lo vedremo al cinema con il thriller The woman in black, di cui è protagonista, mentre negli ultimi mesi ha preso parte all'Hirschfeld Theatre a Broadway al musical How to succeed in business without really trying, a fianco del veterano John Laroquette. Non nuovo al teatro (in passato fu il protagonista di Equus, spettacolo che suscitò un certo scalpore per il suo nudo integrale), Daniel questa volta interpreta J. Pierrepont Finch, un giovane che tenta di far carriera seguendo i consigli di un fortunato libro. Il musical ha ottenuto ottime recensioni e gran successo di pubblico e Daniel ha interpretato il ruolo a pennello, in maniera sorprendente per tutti noi che lo conosciamo come Harry Potter, abbandonando pure il suo forte accento inglese per un accento americano.
Lo spettacolo a Broadway durerà fino a gennaio 2012. Poi, staremo a vedere.

Daniel Radcliffe su wikipedia e su imdb

domenica 27 novembre 2011

L'ULTIMA LEGIONE

L'ultima legione di Doug Lefler è un film del 2007, che tenta di inserire elementi del film "cavalleresco" nel cd. peplum sulla scia del romanzo omonimo di Valerio Massimo Manfredi.
La storia è ambientata a Roma, verso la fine dell'Impero Romano d'Occidente e protagonista è l'ultimo imperatore Romolo Augusto, incoronato bambino. Destituito dal re dei Goti Odoacre, Romolo Augusto viene esiliato a Capri, ma l'ultimo manipolo di soldati fedeli a Roma lo salverà dai Goti e lo porterà in Britannia dove l'imperatore potrà ricongiungersi con l'ultima legione romana e fondare un nuovo regno.
Il film è essenzialmente per famiglie; la visione comunque risulta gradevole, sebbene non manchino i difetti, quali l'eccessiva somiglianza del maestro Ambrosinus a Gandalf de Il signore degli Anelli (il che è decisamente poco tollerabile in un film storico), nonché la presenza di una guerriera indiana, Mira, che farà palpitare il cuore di Aurelio, il comandante dei soldati che condurranno l'imperatore in Britannia. Dove erano tutte queste donne guerriere nel V secolo d.C.? Vorrei ritornare al classico della donzella in pericolo salvata dal prode cavaliere.
Nel cast figurano nei panni di Aurelio un impeccabile Colin Firth, nei panni di Ambrosinus Ben Kingsley e nei panni di Mira la star di Bollywood Aishwarya Rai. L'enfant prodige Thomas Sangster veste i panni del giovane imperatore.
Il finale è sin troppo scolastico: va bene la storia per famiglie, ma è così necessario spiegare sempre proprio tutto?

Voto: 6

L'ultima legione su imdb
Il trailer su youtube

venerdì 25 novembre 2011

IL MIO ANGOLO DI PARADISO

Il mio angolo di paradiso (tit. originale A little bit of heaven) è una commedia romantica non convenzionale che vede protagonisti l'immancabile Kate Hudson e Gael Garcia Bernal.
Marley (sì, anche a me fa pensare al cane del film Io e Marley) è una ragazza che non vuole relazioni stabili e scopre di essere malata di cancro al colon. Nel suo medico, Julian, troverà finalmente la persona di cui innamorarsi, nonostante la tragedia che si avvicina imminente.
Il film mescola elementi comici ad elementi drammatici, ma la storia d'amore non è particolarmente appassionante: Kate Hudson è sempre troppo sopra le righe, mentre Gael Garcia Bernal non sembra completamente a suo agio. Il risultato è che la coppia non scoppia, mentre il tema delicato della malattia e della morte finisce con l'essere affrontato con la solita accozzaglia di banalità.
Nel cast figurano Kathy Bates (l'innafondabile Molly Brown), mentre sotto le rughe e i capelli bianchi si nasconde l'indimenticabile Berger di Hair, Treat Williams; in più, da sottolineare la partecipazione straordinaria di Whoopi Goldberg nei panni di Dio.
Voto: 5

Il trailer su youtube

martedì 22 novembre 2011

Ho voglia di leggere: LA CASA BUIA

La casa buia (in inglese Gone, baby, gone) è un thriller di Dennis Lehane, edito in Italia da Piemme. Ben Affleck nel 2007 ne ha diretto la trasposizione cinematografica (Gone baby gone).
La storia è ambientata a Boston, protagonisti Pat Kenzie e Angie Gennaro, investigatori privati incaricati da Lionel e Beatrice Mc Cready di ritrovare la loro nipotina Amanda, scomparsa misteriosamente di notte dal proprio lettino, mentre sua madre Helene, alcolizzata e tossicodipendente, era al bar con gli amici.
Il lettore è confuso continuamente dallo scrittore, che butta qua e là i pezzi di un puzzle assai difficile da ricomporre: Amanda è stata rapita da un pedofilo? Oppure è stata sequestrata?
Poliziotti e criminali non sono molto diversi tra loro nel romanzo di Dennis Lehane. L'unica differenza è quella di essere al di là o al di qua del confine di quanto la società è disposta a concedere.
La vera protagonista del romanzo è Boston: la Boston degli immigrati, dei criminali, dei poliziotti, dei reietti, di tutti coloro che sono immersi nel disfacimento e nella corruzione fino ad annegare. Ogni tanto nel romanzo affiorano anche attimi in cui Boston è pura, pulita, ma questa bellezza viene velocemente annientata dalla brutalità dell'uomo.
Per il resto, spesso il romanzo sprofonda nella banalità e nell'ovvietà e i suoi protagonisti, a parte in alcuni momenti finali, non hanno nulla dello spessore e della complessità dei personaggi che ci regalano due straordinari romanzi successivi di Lehane: Mystic river e Shutter Island, da cui, non a caso, due grandissimi registi (rispettivamente Clint Eastwood e Martin Scorsese) hanno tratto i due bellissimi omonimi film.

Curiosità: L'ultimo romanzo di Lehane è del 2010 e si intitola Moonlight mile. Protagonista è una Amanda Mc Cready sedicenne.


Per una completa bibliografia di Dennis Lehane, consiglio di consultare la pagina in inglese di wikipedia e il sito Dennis Lehane books.

lunedì 21 novembre 2011

Li teniamo d'occhio... BLAKE LIVELY

I più conoscono Blake Lively per il personaggio della sofisticata Serena Van Der Woodsen nel popolare telefilm americano Gossip Girl, oggi alla quinta stagione. Ma Blake Christina Lively, classe 1987, si affaccia oggi nel panorama del cinema mondiale, complice non solo una straordinaria bellezza, bensì anche un'ottima capacità interpretativa che merita di essere ulteriormente potenziata.
Dopo una serie di film minori, Blake è stata scelta da Ben Affleck per il ruolo di Krista nel suo secondo lungometraggio, The town, ed ha successivamente interpretato la parte di Carol Ferris in Lanterna verde.
Certo, le difficoltà sono tante e forse la bellezza di Blake potrebbe alla fine rivelarsi controproducente. Tuttavia, diventando un po' meno gossip girl sia nella carriera che nella vita reale, le possibilità non mancano. Intanto, aspettiamo di goderci il suo prossimo film, attualmente in post-produzione, che dovrebbe uscire negli USA nel settembre 2012: Savages, diretto nientemeno che da Oliver Stone, nel quale Blake recita accanto ad un'altra giovane promessa, Aaron Jonhson (il John Lennon di Nowhere boy).

Blake Lively su imdb
Blake Lively su wikipedia
Recensione di The town su Hovogliadicinema


sabato 19 novembre 2011

LA KRYPTONITE NELLA BORSA


La Kryptonite nella borsa, stravagante commedia diretta da Ivan Cotroneo, autore anche dell'omonimo romanzo, racconta la storia di una famiglia nella Napoli dei primi anni '70 attraverso gli occhi di un bambino di nove anni, Peppino Sansone.
Peppino, bambino un po' solo seppure amatissimo, assisterà all'improvvisa ed inspiegabile depressione della madre, ai maldestri tentativi di educarlo da parte del padre, nonché alle feste cui prendono parte gli zii hippy Titina e Salvatore. Nell'affrontare questi incredibili eventi, Peppino sarà aiutato dal cugino Gennaro, morto improvvisamente sotto un autobus, che nei panni di Superman scenderà sulla Terra e cercherà di ristabilire gli equilibri scombussolati nella vita del bambino.
Colorato e scanzonato, La kryptonite nella borsa è uno di quei film in cui c'è un po' di tutto. A tratti ricorda Il riccio, film francese del 2009, tratto dal romanzo L'eleganza del riccio, laddove la vita di una famiglia viene raccontata attraverso gli occhi di un bambino, che trova rifugio dalle stranezze altrui attraverso un'amicizia alternativa e impensata, lì reale (la portiera), qui immaginaria (Superman), fino ad arrivare alla conoscenza di sé. Ma La kryptonite nella borsa racconta anche l'Italia degli anni '70, la cesura, la linea di demarcazione tra due generazioni, nate a distanza di pochi anni, quella di due sorelle, una madre e moglie devota, a cui crolla il mondo quando un evento a lei inimmaginabile annienta le certezze quotidiane, e l'altra libera e disinvolta, che non si vergogna di frequentare tanti ragazzi e a di esibire il proprio corpo, che, tuttavia, non si rivela molto più coraggiosa dalla sorella quando una gravidanza inaspettata la costringe ad allontanarsi da Napoli per evitare le chiacchiere di vicini e conoscenti.
Il film vanta un cast eccellente: bravissimo e dolcissimo Luigi Catani nei panni di Peppino; Luca Zingaretti e Valeria Golino interpretano i genitori, Libero De Rienzo e Cristiana Capotondi gli zii, mentre Fabrizio Gifuni lo psichiatra a cui si rivolge la mamma di Peppino per superare la depressione.
Voto: 7
La Kryptonite nella borsa: sito ufficiale
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Ivan Cotroneo su wikipedia

lunedì 1 agosto 2011

MANHATTAN

Manhattan, scritto, diretto e recitato da Woody Allen, racconta la parabola di Isaac (Allen), autore televisivo che ha superato i quarant'anni, due volte sposato e due volte divorziato e che ora frequenta una diciassettenne.
Tormentato dal fatto che l'ultima moglie (Meryl Streep) lo abbia lasciato per un'altra donna e che stia scrivendo un libro contenente particolari imbarazzanti sul loro matrimonio, Isaac fa la conoscenza di Mary (Diane Keaton), con cui stringe, dopo l'ostilità iniziale, una ben profonda amicizia.
Il film è divertente e stravagante, con dei dialoghi spassosissimi, ma, allo stesso tempo, non manca di essere spietato nei confronti del lampante egoismo di Isaac e impietoso verso l'inettitudine del miglior amico di Isaac, Yale (Michael Murphy), incapace di scegliere tra l'amante e la moglie e che sceglie l'amante solo dopo che quest'ultima ha cominciato a frequentare un altro.
Allen conduce una sorta di seduta psicanalitica, in cui è contemporaneamente analista e paziente, e il finale fa pensare che, in fondo, per quanto ci si sforzi, alla paranoia non vi sia guarigione.
Ma Manhattan non è soltanto questo: è anche un'incantevole dichiarazione d'amore che Allen fa a New York, i cui contorni sono catturati da uno dei più geniali interpreti del cinema contemporaneo in uno sguardo bianco e nero assolutamente inedito e indimenticabile.

Voto: 8 e 1/2

Manhattan su imdb
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domenica 31 luglio 2011

CAPITALISM: A LOVE STORY

Capitalism: a love story è l'ultimo documentario filmato Michael Moore, l'acclamato regista di Bowling a Columbine (Oscar per migliore documentario 2003) e Fahreneit 9/11 (Palma d'oro Festival di Cannes 2004).
Dopo aver analizzato il sistema sanitario americano in Sicko (2007), Moore indaga le ragioni che hanno condotto all'ultima crisi economica, sia attraverso l'ausilio di esperti che tentano di spiegarne i vari avvicendamenti, sia attraverso la testimonianza di persone sfrattate dalle proprie case nel giro di un mese ad opera delle banche, da un lato responsabili della crisi e dall'altro beneficiarie dei finanziamenti del governo stanziati dopo la crisi stessa, mentre i problemi dei lavoratori venivano per lo più guardati con disinteresse dalla classe politica.
Il film si fa davvero toccante laddove si assiste allo sfratto dalle proprie abitazioni di persone che vi hanno dimorato per anni, così come appassionanti risultano i discorsi di quei pochi senatori coraggiosi che in aula si batterono contro il disegno di legge che finanziava le banche, approvato dall'amministrazione Bush nel giro di pochissimi giorni con un colpo di coda attraverso pressioni di vario genere fatte ai membri del Senato.
Per Michael Moore il responsabile di tutta questa situazione è soltanto uno: il capitalismo, che porta alla ricchezza di pochi e alla povertà di molti. Moore non si fa portavoce, però, di una soluzione alternativa: parla di diritti inalienabili dei lavoratori come se fosse qualcosa di nuovo, mai sperimentato, e ha paura di pronunciare le parole socialismo o socialdemocrazia. Ecco dove sta la debolezza di tale film: Michael Moore non provoca fino in fondo. Consapevole dello spauracchio del socialismo diffuso in America, Moore sceglie di girarci intorno senza mai arrivare realmente al punto.

Film: 6 e 1/2

Anno: 2009
Capitalism: a love story su imdb
Michael Moore su wikipedia
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HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE - PARTE II

E così, si è giunti finalmente all'ultimissimo capitolo della saga di Harry Potter, nata dalla penna di J.K. Rowling, e trasposta al cinema negli ultimi dieci anni. Proprio così: Harry Potter al cinema ci ha accompagnato per dieci anni ed ora con amarezza coloro che lo hanno seguito con passione devono prenderne atto, ponendo fine alla seducente sensazione dell'attesa e rassegnandosi a rileggere i romanzi e a rivedere i film.
Cosa dire di Harry Potter e i doni della morte - Parte II?
Il film, innanzitutto, risente del fatto di essere una seconda parte: ragion per cui, a mio avviso, un sabato pomeriggio che non avete nulla da fare, occorre armarsi di pazienza e vedere insieme, di seguito, la parte I e la parte II. Non sono una gran fan di queste suddivisioni artificiose dei romanzi, sebbene occorra ammettere che ci fosse così tanto materiale che ai più sarebbe sembrata una blasfemia tagliare qualcosa.
Il primo tempo del film è avvincente e emozionante, mentre il secondo tempo è meno trascinante di quel che sperassi, per quanto non possa negare che qualche lacrimuccia mi sia uscita. Nulla a che vedere, comunque, con il romanzo, che mi ha fatto commuovere tantissimo quando si viene a scoprire la vera "identità" di Piton, mentre nel film non mi è piaciuta per nulla la recitazione di Alan Rickman, che in generale, comunque, è un grandissimo attore. Il trucco dei protagonisti sul finale ambientato circa vent'anni dopo è davvero posticcio e avrei preferito che quella scena fosse tagliata (salvo poi recuperarla nel dvd... e, comunque, tutti, oggi, senza neppure leggere i romanzi, possono sapere da wikipedia chi è finito con chi e quanti figli ha avuto).
In generale gli effetti speciali sono grandiosi e la visione di Hogwarts distrutta, il luogo nel quale si sono consumati amori, amicizie e tragedie per sette lunghi anni (dieci per noi) colpisce diritto al cuore.
Non posso esprimermi sul 3d perché ho preferito vedere il film in 2d, sia perché non sono una grandissima fan del 3d (almeno fino a quando in Italia non esisteranno sale con maxischermi adeguati), sia per coerenza dato che tutti gli altri film sono stati in 2d.
In generale, dunque, do a questo film un bel 7, credendo che forse un pochino meglio si poteva fare.

Voto: 7

Anno: 2011
Harry Potter e i doni della morte - Parte II su imdb
David Yates su wikipedia
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sabato 30 luglio 2011

S.O.S. cercasi!


Primo appuntamento con la rubrica dedicata a ciò che il mondo del cinema ha perso per strada.

Una seconda espressione facciale di Bruce Willis
Matt Damon e Ben Affleck che scrivono nuove sceneggiature
Un'attrice brava ma non bella
Un'attrice bella ma brava
Un'attrice brava né bella né brutta
Le doti recitative di Robert Pattinson
Leonardo DiCaprio senza fidanzata strafiga
Il senso di The Tree of life
Un bando di espulsione da Hollywood per Amanda Seyfried

TAXI DRIVER

Poche parole servirebbero per descrivere Taxi driver: un film che ha inciso profondamente la storia del cinema. Vincitore della Palma d'oro al Festival di Cannes, Taxi driver è divenuto un cult e non si contano le citazioni rintracciabili in altri film (vedi la voce su wikipedia).
L'ambientazione scelta da Martin Scorsese è quella di una New York buia e claustrofobica, percorsa da Travis, tassista depresso e frustato, che crede di ritrovare la fonte di tutti i suoi mali nel senatore Palantine, che, pertanto, progetta di uccidere.
Ad interpretare il protagonista del film è, come noto, un grandissimo Robert De Niro, allora attore feticcio di Scorsese, affiancato da una giovanissima Jodie Foster nei panni di una prostituta tredicenne, nonché da Harvey Keitel, protettore della ragazza.
Gli obiettivi di Travis parzialmente saranno modificati lungo il corso degli eventi e Travis diventerà un "eroe" agli occhi della comunità, come d'altronde aveva sempre sperato. Ma il finale rimane ambiguo: Travis è davvero cambiato?


Anno: 1976
Voto: 8
Taxi driver su imdb
Martin Scorsese su wikipedia

giovedì 28 luglio 2011

Li teniamo d'occhio... ROBERT PATTINSON

Quando scrivi su Google Robert Pattinson, la ricerca correlata che ti suggerisce il motore di ricerca è "Robert Pattinson hot". Questo ovviamente offre già di per sé un'idea del personaggio.
Robert Pattinson è diventato una star mondiale, ossessione delle adolescenti di mezzo pianeta, per aver interpretato la parte di Edward Cullen in The Twilight Saga. Assai apprezzato, dunque, per il suo aspetto esteriore piuttosto che per le sue doti recitative, perseguitato dalla stampa e dalle fan, il bel Rob cerca di liberarsi dal ruolo del vampiro/uomo ideale e cerca di diventare un attore apprezzato per le sue performance artistiche.
Ma queste doti recitative sono rintracciabili?
Sicuramente, se non avesse conseguito un tale successo di pubblico, a nessuno interesserebbe se Rob se lo meriti o meno: se incapace, sarebbe ben presto finito direttamente nel dimenticatoio.
Leonardo DiCaprio ha detto di lui: "Non conosco Pattinson ma vedo nei suoi occhi lo stesso sguardo che avevo io ai tempi di Titanic". Certamente DiCaprio la sa lunga: ci mise un bel po' a lasciarsi dietro le spalle il delirio provocato da Titanic, e forse questo delirio non è neppure mai passato; tuttavia, ritengo che ci sia una differenza abissale tra i due: prima di girare Titanic Leo aveva già girato numerosi film in cui aveva interpretato ruoli pazzeschi (giusto per citare qualche titolo: Poeti dall'Inferno, Ritorno dal nulla, Voglia di ricominciare, vedi mio post). Ma Pattinson?
Prima della gloria planetaria ottenuta grazie a The Twilight Saga, ha girato How to be, commedia carina ma non eccelsa, dove la sua recitazione risultava abbastanza convincente. Si è fatto, poi, notare al grande pubblico interpretando Cedric Diggory in Harry Potter e il Calice di Fuoco, ruolo che di certo non richiedeva particolare sforzo recitativo. Successivamente, ha girato Bel ami, Come l'acqua per gli elefanti, Remember me, ma in quali di questi film ci ha veramente convinto?
Forse il problema è che in lui vedremo sempre il vampiro Edward... forse solo invecchiando un pochino, si sporcherà quella faccia da bravo ragazzo che fa tanto perdere la testa alle adolescenti e finalmente diventerà un attore più maturo.
Nell'immediato futuro, comunque, lo aspetta un film diretto da David Cronenberg, Cosmolis. Magari ci ricrederemo.

Filmografia (i link collegano a mie recensioni)
La fiera della vanità (2004)
Harry Potter e il calice di fuoco (2005)
Harry Potter e l'ordine della fenice (2007)
How to be (2008)
Little Ashes (2008)
Twilight (2008)
The Twilight Saga: New Moon (2009)
Remember me (2010)
The Twilight Saga: Eclipse (2010)
Come l'acqua per gli elefanti (2011)
The Twilight Saga: Breaking dawn part I (2011)
Bel ami (2011)
Cosmopolis (2012)
The Twilight Saga: Breaking dawn part II (2012)

Robert Pattinson su imdb
Intervista a Leo DiCaprio su Vanity Fair

sabato 23 luglio 2011

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO

Chi non conosce Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen? Chi non sa che le cinque sorelle Bennett, unite nella sventura di essere donne e, pertanto, di vedersi preclusa ogni possibilità di dividersi l'eredità paterna, tentavano di sistemarsi trovando marito, tutte insieme appassionatamente gettate dalla assillante e affettuosa madre in pasto alla società, contro ogni uso e costume dell'epoca? E chi non sa che Elizabeth disprezzava il borioso signor Darcy, tanto che alla fine se ne innamorò?
Una sola frase potrebbe riassumere tutto: Orgoglio e pregiudizio è la madre di tutte le commedie romantiche.
Il film diretto da Joe Wright non può che devotamente fare omaggio a questa straordinaria commedia di Jane Austen, sebbene in alcuni punti se ne discosti, con il taglio di qualche figura di troppo e con la rivisitazione del carattere di alcuni personaggi.
Il film è oltremodo frizzante nelle battute e nei dialoghi, mentre è percorso da una vena di romanticismo e malinconia grazie alla colonna sonora e ai bellissimi paesaggi della campagna inglese.
La stella del film è sicuramente Keira Knightley, nei panni di Elizabeth Bennett, più in forma che mai, e la coppia con Matthew Mc Fayden, che interpreta il signor Darcy, fa indubbiamente scintille. Nel film, incontriamo anche Carey Mulligan, la "penultima" sorella Bennett, che ritroverà Keira Knigtely in Non lasciarmi.

Voto: 8

Anno: 2005
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Joe Wright su wikipedia
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WEEK END CON IL MORTO

Week end con il morto è una commedia americana del 1989, diretta dal regista canadese Ted Kotcheff (regista anche di Rambo).
Larry e Richard, impiegati in un'agenzia assicurativa di New York, in una calda domenica estiva scoprono un buco di due milioni di dollari nei conti dell'azienda per cui lavorano. Pensando di avere finalmente l'opportunità di fare carriera, corrono a comunicare la notizia al capo, Bernie, il quale per ringraziarli della "sorprendente" scoperta li invita a trascorrere il week end nella sua villa al mare. Le cose, però, stanno un po' diversamente: il responsabile del buco di due milioni è lo stesso Bernie che si rivolge alla mafia locale per eliminare i due impiegati. A morire, però, sarà qualcun altro...
Il film è un susseguirsi di sketch altamente divertenti, praticamente oltre il limite dell'assurdo, nei quali Larry e Richard sono combattuti dalla necessità di chiamare la polizia e denunciare la morte di Bernie, e la voglia di divertirsi come matti nella villa superlussuosa in cui sono ospiti. Il protagonista assoluto, però, è il cadavere, che offre una performance strepitosa e a cui ne succedono di tutti i colori.

Curiosità: Il film ebbe un successo clamoroso alla fine degli anni '80 e continua ad essere un'icona culturale (a tal proposito, si visiti la pagina di wikipedia). Nel 1993 ebbe un seguito, Week end con il morto 2, in cui il povero cadavere di Bernie viene persino riesumato.

Voto: 7

Anno: 1989
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mercoledì 20 luglio 2011

LA REGINA DEI CASTELLI DI CARTA


La regina dei castelli di carta di Daniel Alfredson è un film di produzione svedese - danese, capitolo finale della trilogia di Milliennium, serie di romanzi dello scrittore svedese Stieg Larsson, da cui è stata tratta la serie omonima di film.
Lisbeth Salander, sopravvissuta al confronto con il padre Zalachenko, deve ora affrontare il processo in cui è accusata di tentato omicidio. Ancora una volta il giornalista di Millennium Mikael Blomkvist accorre in suo aiuto per scagionarla e mostrare al Paese chi sia la vera vittima di tutta la vicenda...
I castelli di carta a cui si riferisce il titolo sono le fantasie deviate create da Lisbeth secondo lo spregevole psichiatria Teleborian, che definirei il vero mostro di questo film.
Da un titolo così, ci si sarebbe aspettati un gran film. E invece, purtroppo, La regina dei castelli di carta si conferma debole come il secondo episodio della trilogia La ragazza che giocava con il fuoco e non conserva nulla della potenza espressiva del primo capitolo Uomini che odiano le donne. La recitazione è appena accennata, quasi agli attori non andasse di sforzarsi di recitare. Anche Noomi Rapace, che interpreta la protagonista Lisbeth, sembra abbastanza sottotono rispetto alle sue prove precedenti, mentre dal canto suo la regia è quasi inesistente.
Era, forse, troppo difficile mantenere l'intensità di Uomini che odiano le donne, film che indaga nei meandri più oscuri di un Paese, la Svezia, che tutti invidiano in quanto uno dei più "felici" del mondo? O, forse, è sorta, più semplicemente, la consapevolezza di un confronto perso in corso di causa dopo l'annuncio di un remake di Uomini che odiano le donne firmato David Fincher?

Voto: 3

Anno: 2010
La regina dei castelli di carta su wikipedia
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Il trailer di Uomini che odiano le donne di David Fincher su youtube

martedì 19 luglio 2011

Li teniamo d'occhio.... SAOIRSE RONAN


Saoirse Ronan, appena diciassettenne, si è fatta conoscere al grande pubblico per il ruolo di Briony nel film Espiazione di Joe Wright, che le è valso nel 2008 la candidatura all'Oscar come migliore attrice non protagonista (è la più giovane attrice di sempre).
Nata a New York ma cresciuta in Irlanda, Saoirse già a 9 anni prese parte ad alcune produzioni televisive irlandesi, per poi passare nel 2007 al mondo del cinema, quando fu scelta per il ruolo della tredicenne Briony in Espiazione.
Saoirse Ronan offre in quel film una straordinaria performance e dona una grazia d'altri tempi al suo personaggio, bambina sulla soglia dell'età adulta, aspirante scrittrice, che accuserà l'innocente Robbie di un crimine orrendo. Penso che tutti coloro che abbiano letto l'omonimo romanzo di Ian Mc Ewan da cui Espiazione è tratto concordino che nessun altro meglio di lei avrebbe potuto interpretare quel ruolo: le calza decisamente a pennello.
Da allora, Saoirse ha partecipato a numerosi altri film, tra cui ricordiamo, in particolare, Amabili resti di Peter Jackson, tratto dall'omonimo romanzo di Alice Sebold, nel quale ancora una volta Saoirse interpreta un personaggio giunto al passaggio dall'infanzia all'adolescenza, la cui vita è stroncata in modo terribile da un vicino di casa. Di nuovo, Saoirse si fa notare per la percepibile delicatezza dell'interpretazione.
Nell'immediato futuro, al cinema la vedremo in un ruolo da "dura", Hanna (in uscita in Italia il prossimo agosto, già uscito nel resto del mondo), nuovamente diretta da Joe Wright, in cui è una ragazzina allevata come un soldato dal padre, interpretato da Eric Bana.
La rara dote recitativa unita a una bellezza non convenzionale potrebbero rendere Saoirse una delle attrici più richieste negli anni a venire, purché al talento si affianchino scelte consapevoli e coraggiose, non compiute col mero scopo di aver fama e soldi. Per il momento, se guardiamo ai suoi prossimi film (Anna Karenina, sempre di Wright, che dirige per la terza volta sia Keira Knightley che Saoirse Ronan), Saoirse sembra essere sulla strada giusta.

La filmografia completa di Saoirse Ronan in imdb
Il trailer di Hanna su youtube