martedì 31 gennaio 2012

Li teniamo d'occhio... MILA KUNIS


Quando l'ho vista al cinema per la prima volta ne Il cigno nero, per qualche minuto non sono riuscita a concentrarmi sul film per tentare di riconoscere il suo volto. E poi sì, ho capito: avevo visto Mila Kunis in That's 70's show! Popolare serie tv iniziata nel 1998 e trasmessa in Italia da Mtv, That's 70's show raccontava le disavventure di cinque ragazzi nel Wisconsin degli anni '70. Mila interpretava la ragazza viziata e lagnosa di Ashton Kutcher. 
Da allora Mila Kunis è decisamente sbocciata, sia fisicamente che professionalmente. Nata nel 1983 in Ucraina da una famiglia ebraica, si trasferì con la sua famiglia a Los Angeles a soli 7 anni e, come molti in quell'ambiente, cominciò da subito a lavorare nel mondo del cinema e della televisione, apparendo in popolari show come Walker Texas Ranger, Settimo cielo, Baywatch e prestando la sua voce in numerose serie animate. 
Oggi, oltre a comparire in qualsiasi classifica come donna più sexy del mondo (5° posto per la rivista Maxim, 2° posto per il sito Askmen, nonché 1° posto nella classifica Cotta adolescenziale di Pensieri Cannibali), per la sua ottima performance ne Il cigno nero ha vinto il premio Marcello Mastroianni alla 67° Mostra del cinema di Venezia. Un premio di tale prestigio non le ha impedito di continuare a prestare la sua voce a Meg Griffin nella famosissima serie I Griffin.
Dopo Il cigno nero, Mila è tornata al cinema con una commedia di gran successo ambientata nella Grande Mela: Amici di letto accanto a Justin Timberlake. Il film, non distinguendosi per particolare originalità della trama (due amici diventati amanti che poi si innamorano), è da notarsi principalmente per la buona interpretazione degli attori nonché per la loro intesa nella fiction, considerando che, sempre più raramente, purtroppo, si trovano commedie con coppie che fanno scintille.
Prossimamente vedremo Mila in Ted, primo lungometraggio di Seth MacFarlane, regista della serie animata American dad e creatore de I Griffin, in uscita in Italia ad agosto 2012, e nel prequel ideale de Il mago di Oz diretto da Sam Raimi, in uscita nel 2013, Oz The Great and powerful. 

Filmografia completa di Mila Kunis su imdb
Mila Kunis su wikipedia in inglese
Recensione de Il cigno nero di Ho voglia di cinema

Mila Kunis in That's 70s show

domenica 29 gennaio 2012

LA PROMESSA DELL'ASSASSINO


Al Trafalgar Square di Londra, una ragazzina russa di 14 anni partorisce una bimba e muore di emorragia. La levatrice, Anna, (Naomi Watts), trova il diario della ragazza, scritto completamente in russo, nel quale rinviene un bigliettino con il nome di un ristorante, dove non esita a recarsi per cercare informazioni.
Il ristorante si rivela, in realtà, una fratellanza di criminali russi, con i quali Anna verrà a scontrarsi, ma sarà inaspettatamente aiutata dall'autista del figlio del capo dell'organizzazione, Nikolai (Viggo Mortensen).
David Cronenberg dirige una pellicola affascinante e magnetica, con un cast eccellente. Bravi Naomi Watts e Vincent Cassel, che interpreta il viscido figlio del boss, e straordinario Viggo Mortensen trasformatosi in maniera radicale per interpretare il ruolo del criminale russo. L'ambientazione è grigia, umida, sporca, ma non potrebbe essere diversa. Nell'immaginario del boss Semyon, in una scena in cui sta parlando di suo figlio con Nikolai, ecco Londra: "Sai, non nevica mai in questa città. Non fa mai caldo. Londra è una città di puttane, e di checche. Credo che Londra ha la colpa per quello che lui è". 
Il coraggio e la paura si scontrano con la crudeltà e la vergogna e donano un film da brividi e che ci fa interrogare su tutto quello che non vediamo o non vogliamo vedere.

Voto: 7

Curiosità: la voce di un sequel girava già da vari anni, l'ultima notizia in tal senso è di qualche mese fa ed è stata pubblicata da Empire.

La promessa dell'assassino su imdb
David Cronenberg su imdb
Il trailer su youtube

giovedì 26 gennaio 2012

Ho voglia di leggere: CIME TEMPESTOSE

C.D. Friedrich, Viandante sul mare di nebbia, 1818, Hamburger Kunsthalle, Amburgo
"Sono appena rientrato, dopo aver visitato il padrone di casa, l'unico vicino con cui avrò rapporti. Questo è un paese bellissimo; in tutta l'Inghilterra non avrei potuto scegliere un posto più lontano dal frastuono della città. E' un vero paradiso per un misantropo, ed il signor Heathcliff ed io sembriamo fatti apposta per condividerne la desolazione. Mi è parso molto strano. Non supponeva neppur lontanamente quanto trasporto provai per lui, allorché, cavalcando alla sua volta, notai i suoi occhi neri celarsi sospettosi sotto le ciglia, e le mani affondare ancor più nel panciotto, con gelosa decisione, quando gli dissi chi ero". 
(Malipiero ed. - Adattamento di C.Rossi)

C'è poco da dire quando abbiamo letto un capolavoro. Critici e commentatori ha già detto più o meno tutto. Ciò che manca è quello che abbiamo provato noi, leggendolo. E che è di gran lunga la cosa più importante.
Cime tempestose: non lo avevo mai letto, ahimè, e l'ho letteralmente divorato. Tre parole per descriverlo: natura, amore, morte. Tre entità allo stesso tempo astratte e concrete che si intrecciano, si confondono, e alla fine sono alla stessa cosa. Ed ecco allora la magia: mentre leggevo, mi trovavo di fronte a un dipinto di Friedrich, ammiravo una tempesta di Turner, le parole assomigliavano a quella del Foscolo di Alla sera.
Questa è la letteratura che unisce, stupisce, distrugge: e non c'è niente di meglio.

lunedì 23 gennaio 2012

Ho voglia di leggere: LASCIAMI ENTRARE


"Io... non uccido le persone."
"No. Ma vorresti farlo. Se potessi. E lo faresti sicuramente in caso di necessità."
"Perché li odio. C'è una bella..."
"Differenza? E' questo che vuoi dire?"
"Sì...."
"Se potessi cavartela. Se succedesse e basta. Se tu potessi augurare a qualcuno di morire e quello morisse. Lo faresti allora?"
"Sì."
"Sì. E lo faresti soltanto per il tuo piacere. Per vendetta. Io lo faccio perché devo. Non esiste un altro modo."
"Ma è perché loro mi fanno male, mi prendono in giro, perché io voglio..."
"Perché tu vuoi vivere. Proprio come me."
Eli tese le braccia, mise le mani sulle guance di Oskar, avvicinò il viso al suo.
"Sii me, per un po'."
E lo baciò.
L'orrore che permea la vita quotidiana e l'orrore appartenente ad un mondo fantastico si confondono in Lasciami entrare di John Ajvide Lindqvist per lasciare il lettore senza fiato.
Oskar è un dodicenne che vive con sua madre a Blackeberg, sobborgo di Stoccolma senza storia. Mentre una serie di misteriosi e spaventosi omidici sconvolge il quartiere, Oskar, vittima di continui maltrattamenti da parte dei suoi compagni di scuola, conosce una strana ragazzina, Eli, appena trasferitasi nell'appartamento a fianco al suo insieme a quello che in apparenza sembra essere il padre. Con il tempo, accorgendosi di comportamenti piuttosto strani da parte della ragazza, Oskar si rende conto della sua vera natura, ma anziché restarne terrificato, ne è affascinato e continuerà ad essere suo amico.
Lasciami entrare è una storia di illegalità, violenze, abusi, in cui l'elemento fantastico horror si inserisce  e si mescola senza suscitare stupore; è solo qualcosa in più, diverso, ma non più spaventevole di ciò che c'è già di raccapricciante nella vita reale. Ma anche è anche una storia di amore e di amicizia, un romanzo di formazione, la formazione di Oskar e di Eli, appartenenti a due mondi diversi, ma che, incontrandosi, imparano a convivere con se stessi e con gli altri, uscendo dal guscio della loro solitudine. Intorno a loro, tanti personaggi, vittime e carnefici allo stesso tempo, le cui strade si incontreranno e scontreranno con l'orrore, portandosi dietro dolorose conseguenze. 

Curiosità: dal romanzo è stato tratto nel 2009 un primo film di produzione svedese, Lasciami entrare, diretto da Tomas Alfredson, regista di La talpa. L'anno successivo ne è stato fatto un remake statunitense, Blood story, ambientato in New Mexico anziché in Svezia.

Lasciami entrare su wikipedia

The Versatile Blogger Award


Un altro bel premio questa sera grazie ad Affari nostri... The versatile blogger award!
Il premio rappresenta l'occasione per parlare un po' di sè (ben  7 cose che ci riguardano) e premiare a propria volta altri 15 blog. 
Procediamo con ordine:

1. CINEMA: che altro? Passione che ho più o meno da quando ho iniziato a frequentare le sale cinematografiche e che si è intensificata a partire dalle superiori quando ho iniziato ad andare al cinema ogni settimana e a vedere ogni genere di film.

2. LETTERATURA: mi piace leggere, di tutto e di più; leggo con disivoltura I love shopping di Sophie Kinsella e i thriller di Dennis Lehane, passando attraverso Cormac McCarthy e Flannery O' Connor. Secondo me ogni periodo della vita ha un proprio romanzo, e non deve trattarsi necessariamente di un capolavoro mondiale.

3. TOLKIEN: in qualche modo appartiene anche alle categorie di cui sopra, ma nella mia vita rappresenta un capitolo a parte. Leggere Il Signore degli Anelli per me è stato come leggere la Bibbia: una rivelazione.

4.  GIURISPRUDENZA: la mia laurea. Forse è la cosa più importante, o forse no. Studiare diritto inaridisce l'animo.

5. ARTE: un'altra passione. Adoro la pittura olandese del Seicento e gli impressionisti (Van Gogh sopra tutti). Città che vado, museo che trovo.

6. INGLESE: mi piace moltissimo la lingua inglese ed è stato per me fonte di grande soddisfazione vivere quattro mesi in Irlanda negandomi volontariamente la possibilità di conoscere italiani. 

7. VIAGGI:  adoro viaggiare; se potessi, farei solo quello. C'è così tanto da scoprire e appena sistemo una valigia ho già voglia di prepararne un'altra e ripartire.

Ed eccoci arrivati al momento più importante.
The versatile blogger award goes to:

4. Solaris;
13. Neverland;

Avviserò tutti coloro a cui ho assegnato il premio, qualora vogliano proseguire nella catena!
Spero di non aver dimenticato nessuno, perché i blog che seguo sono veramente molti. In tal caso vi prego di accettare le mie più sentite scuse!

domenica 22 gennaio 2012

Heath Ledger 4.04.79 - 22.01.08

Roar
10 cose che odio di te

Il destino di un cavaliere

Casanova
Lords of Dogtown

 I fratelli Grimm e l'incantevole strega

I segreti di Brokeback mountain
Io non sono qui
Il cavaliere oscuro

Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo




sabato 21 gennaio 2012

Liebster blog


Oggi ho ricevuto una sorpresa molto carina... Margherita di Nulla di preciso mi ha scelto come Liebster blog... GRAZIE!!!
Cos'è il Liebster blog?
Liebster in tedesco vuol dire amabile e questo premio viene assegnato da ogni blogger ai propri blog preferiti con meno di 200 iscritti.
Ecco le regole:
I. Ringraziare il blog che vi ha premiato e linkarlo (fatto e ancora grazie!!!)
II. Copiare e incollare l'immagine del Liebster blog;
III. Scegliere cinque blog che secondo voi meritano il premio e che abbiano meno di 200 followers;
IV. Avvisare i blogger con un commento sul loro blog.

Dunque... il Liebster blog goes to...


Bene... spero di aver fatto tutto!!!

mercoledì 18 gennaio 2012

Anniversario - 10 anni con Il Signore degli Anelli

Esattamente dieci anni fa uscì in Italia La Compagnia dell'Anello, il primo capitolo della saga Il Signore degli Anelli diretta da Peter Jackson.
Ecco i fantastici 9 della Compagnia:


Aragorn, interpretato da Viggo Mortensen. Futuro re di Gondor, è tormentato dai fantasmi del suo passato.

Cosa ha fatto dopo: è rinato grazie all'intesa con David Cronenberg, con cui ha girato La promessa dell'assassino, A history of violence e A dangerous method.

Sarà in Lo Hobbit: NO

Battuta memorabile: Per tutto ciò che ritenete caro su questa bella terra, vi invito a resistere uomini dell'Ovest!



Boromir, interpretato da Sean Bean. Figlio del Sovrintendente di Gondor, sarà tentato dal potere dell'anello e... finirà male.

Cosa ha fatto dopo: è il grande Lord Stark della prima serie del bellissimo Game of thrones


Sarà in Lo Hobbit: NO

Battuta memorabile: Un giorno, le nostre vie ci condurranno lì. E la guardia della torre leverà il grido: "I signori di Gondor sono tornati!" 


Samvise Gamgee, interpretato da Sean Astin, il mio personaggio preferito. Lo hobbit grasso e insicuro. E' soprattutto grazie a lui che l'Anello verrà distrutto.

Cosa ha fatto dopo: il papà.

Sarà in Lo Hobbit: NO

Battuta memorabile: Non posso portare l'Anello per voi, ma posso portare voi!



Meriadoc Brandibuck, interpretato da Dominic Monaghan: insieme al compare Pipino, ne combinerà di tutti i colori ma troverà la sua strada.

Cosa ha fatto dopo: Lost, Lost, Lost.

Sarà in Lo Hobbit: NO

Battuta memorabile: Tu fumi troppo Pipino!



Gimli, interpretato da Jonathan Rhys Davies, nano burbero e scontroso che si rivelerà coraggioso e amico fedele di un elfo.

Cosa ha fatto dopo: un po' di tv e un po' di cinema.

Sarà in Lo Hobbit: NO, ma ci sarà suo padre Gloin

Battuta memorabile: Nessuno si fida di un elfo!



Legolas, interpretato da Orlando Bloom. Le frasi più assurde dei tre film sono sue. Compirà mirabolanti uccisioni di troll, olifanti e quant'altro.


Cosa ha fatto dopo: Idolo delle ragazzine, compirà una serie di scelte poco azzeccate, come Troy a fianco del collega Bean. Recentemente ha recitato in I tre moschettieri.


Sarà in Lo Hobbit: SI'! Sebbene non sia previsto nel libro, Peter Jackson ha dato a Legolas una parte nel film.

Battuta memorabile: Sorge un sole rosso. Stanotte è stato versato del sangue.


Gandalf, interpretato da Sir Ian McKellen. Nel primo capitolo, è il grigio. Diventerà il bianco, il mago più potente della Terra di Mezzo.

Cosa ha fatto dopo: Magneto.

Sarà in Lo Hobbit: ovviamente SI'! Grazie a Gandalf, Bilbo partirà con i nani.

Battuta memorabile: Non vi diro "Non piangete" perché non tutte le lacrime sono un male!


Peregrino Tuc, interpretato da Billy Boyd. E' un hobbit giovane e un po' sciocco ma saprà dare il suo contributo alla causa.

Cosa ha fatto dopo: Si è sposato. Suoi testimoni sono stati Elijah Wood e Dominic Monaghan.
Sarà in Lo hobbit: NO

Battuta memorabile: Ci vogliono persone intelligenti per questo genere di...missioni. Ricerche. Cose.


E poi, Frodo Baggins, interpretato da Elijah Wood: lo hobbit a cui si deve la salvezza della Terra di mezzo (più o meno).

Cosa ha fatto dopo: Sin city, Ogni cosa è illuminata, The Oxford murders.

Sarà in Lo hobbit: SI'! Anche lui come Legolas non compare nel libro ma a quanto pare è stato ritagliato un ruolo appositamente per lui.

Battuta memorabile: Come fai a raccogliere le fila di una vecchia vita... come fai ad andare avanti quando nel tuo cuore cominci a capire... che non si torna indietro?


martedì 17 gennaio 2012

Li teniamo d'occhio... RYAN GOSLING

Agli ultimi Golden Globes Awards era candidato sia nella categoria drammatica che in quella comica.
Ryan Gosling,  canadese, classe 1980, si appresta a divenire uno dei migliori attori della sua generazione. E' uno di quelli che recitano da sempre: più o meno da quando sono nati. E noi, senza saperlo, siamo cresciuti anche con lui.
Da bambino, infatti, Ryan Gosling lavora al Mickey Mouse Club (colleghi di lavoro: Justin Timberlake, Britney Spears e Christina Aguilera) e partecipa ad innumerevoli  serie televisive per bambini e ragazzi come i Piccoli brividi, Le avventure di Shirley Holmes e Young Hercules.
Il debutto al cinema avviene nel 1997 con Il mio amico Frankestein, ma il primo ruolo importante arriva nel 2000 con Il sapore della vittoria accanto a Denzel Washington. Nel 2001 è protagonista di The believer, vincitore al Sundance Festival; dopo alcuni film più o meno riusciti, Hollywood scopre Gosling, che ottiene i primi riconoscimenti e le prime candidature ai premi più prestigiosi: nel 2007 viene candidato all'Oscar come migliore attore protagonista per Half Nelson. Seguono Il caso Thomas Crawford in cui recita a fianco di Anthony Hopkins, Lars e una ragazza tutta sua, All good things e Blue valentine.
Il 2011 è l'anno della consacrazione: meccanico tenebroso e romantico in Drive, ambizioso e tormentato addetto stampa in Le idi di marzo, affascinante dongiovanni in Crazy stupid love. Attore di talento, dotato di notevole capacità espressiva, abile nello spaziare da un personaggio ad un altro risultando sempre e comunque convincente, Ryan Gosling non sbaglia un colpo.
Lo aspettiamo nel prossimo film di Nicolas Winding Refn, regista di Drive, Only God forgives, e in Lawless diretto dal grandissimo Terrence Malick.
Chi l'avrebbe mai detto che avrebbe recitato per Terrence Malick?
Per la biografia e la filmografia completa di Ryan Gosling, vi consiglio imdb e wikipedia

lunedì 16 gennaio 2012

LA TALPA

La talpa, diretto dallo svedese Tomas Alfredson, è una spy story tratta dall'omonimo best seller di John le Carré.
Il film è ambientato negli anni Settanta all'interno dei servizi segreti britannici, dove si annida qualcuno che passa informazioni ai russi.
L'agente Smiley, mandato in pensionamento anticipato per una missione mal riuscita a Budapest, verrà incaricato dal Ministero di scoprire chi sia la talpa che si nasconde tra i vertici del SIS.
Ad interpretare il protagonista un ottimo Gary Oldman, affiancato da John Hurt, Benedict Cumberbatch (il protagonista delle serie tv inglese Sherlock), Tom Hardy e Colin Firth.
L'intreccio è ben realizzato, i vari tasselli del puzzle sono sparsi nel corso del film e soltanto alla fine è possibile ricostruire il quadro; la storia, tuttavia, non riesce ad appassionare, da un lato perché scorre in maniera piatta senza particolari picchi, dall'altro perché è così complicata che vi è appena il tempo per l'approfondimento dei personaggi. E' innegabile che ogni attore svolga il suo ruolo in modo impeccabile, tuttavia perlopiù in modo altrettanto freddo e distante e lo spettatore non è capace di comprendere le ragioni che spingono quel particolare personaggio ad agire. Questo vale sopratutto per la talpa, a cui sarebbe stato probabilmente opportuno dedicare qualche minuto in più. Di fatto la talpa non viene mai mostrata nel corso del film, è qualcuno che non abbiamo imparato a conoscere; ragion per cui non è vi né stupore né dispiacere quando il suo volto viene svelato.

Voto: 6

La talpa su mymovies
Tomas Alfredson su imdb
Il trailer su youtube

domenica 15 gennaio 2012

J. EDGAR

Diretto da Clint Eastwood e scritto da Dustin Lance Back, sceneggiatore di Milk, J. Edgar racconta l'uomo che ha comandato l'FBI per 48 anni della storia americana mostrandone gli aspetti più intimi, i suoi affetti e le sue inconfessabili paure. A Clint Eastowood interessa solo di sfuggita che J. Edgar Hoover abbia creato la Federal Bureau of Investigation nel 1935 e l'abbia diretta fino alla morte avvenuta nel 1972. E' qualcosa che si può apprendere leggendo un'enciclopedia. Ciò che gli preme raccontare è l'uomo che si nascondeva dietro pubblici proclami di rigore, anticomunismo, sicurezza. Per il popolo statunitense Hoover è uno degli uomini più importanti della loro storia. Mescolare questa storia con quella di un'omosessualità repressa sicuramente manca di convenzionalità e leggerezza. Anche laddove non si volesse condividere l'interpretazione della storia d'amore tra Hoover e il suo numero due Clyde Tolson, resta la verità di un uomo solo e paranoico che ciononostante costruì dei legami duraturi come pochi (ebbe lo stesso vicedirettore e la stessa segretaria per tutta la vita). Naturale, dunque, la voglia di indagare, per scoprire qualcosa di più.
Tuttavia, proprio per questi aspetti, che comunque rendono unico il film, J. Edgar risulta alquanto noioso. Non vi è un crescendo, la vita di Hoover è cronologicamente decostruita e poi ricostruita con pezzi sparsi qua e là, in un ordine piuttosto casuale che non concede visibilità a passaggi significativi della storia americana, quali la morte di Kennedy, che vengono sorvolati senza troppi problemi. E' uno dei segnali con cui Eastwood ci dice che non è ciò che gli interessa raccontare. Ma, forse, è ciò che a noi interessava sapere.
Leonardo DiCaprio è grandioso, ma un trucco migliore avrebbe complessivamente giovato sia al film che alla sua interpretazione. Un convincente Armie Hammer interpreta Clyde Tolson, Naomi Watts è un'intraprendente segretaria e Judi Dench la madre degnamente paranoica di Hoover.

Voto: 6 

J. Edgar su imdb
Il trailer su youtube
Clint Eastwood su imdb

venerdì 13 gennaio 2012

RAGIONE E SENTIMENTO

Prosegue la mia carrellata su film tratti da romanzi di Jane Austen (dopo Emma ed Orgoglio e pregiudizio) con Ragione e sentimento, bellissimo film diretto da Ang Lee nel 1995 e sceneggiato da Emma Thompson.
Nell'Inghilterra di fine Settecento/inizio Ottocento, Elinor e Marianne Dashwood, assieme alla madre e alla sorella più piccola, sono costrette a trasferirsi in un piccolo cottage a seguito della morte del padre poiché la casa in cui vivevano è passata in eredità al fratellastro John. Molto diverse tra loro, l'una razionale e riservata, l'altra romantica ed espansiva, soffriranno molto prima di trovare finalmente l'amore.
Dimostrazione dell'eclettismo di Ang Lee, Ragione e sentimento è un film ben diretto e sceneggiato splendidamente (la Thompson per questo film vinse il premio Oscar); l'impronta drammatica prevale nonostante i momenti più leggeri e l'immancabile lieto fine. Nella sceneggiatura della Thompson, quello di Marianne ed Elinor è un mondo nel quale alla donna è richiesto di saper giocare: da un lato deve rispettare i canoni e le convenzioni sociali senza spingersi troppo oltre, senza mostrarsi o dare l'apparenza di essere spavalda, dall'altro, però, questa non deve neppure essere troppo riservata se non vuole correre il rischio di rimanere sola e povera per tutta la vita.
Nel film splende innanzitutto Kate Winslet, che è una Marianne eccezionale, mentre un'Emma Thompson un po' troppo matura (all'epoca aveva 36 anni, e infatti in un primo tempo non aveva voluto interpretare il personaggio) veste i panni della diciannovenne Elinor, ma è comunque più che convincente. A far da contorno, innumerevoli personaggi interpretati da ben noti attori britannici: Alan Rickman è il colonnello Brandon, Hugh Grant è Edward Ferrars, Gemma Jones è Mrs Dashwood, Imelda Staunton è Mrs Palmer e un irriconoscibile Hugh Laurie è Mr Palmer. A differenza di quanto mi è parso di ravvisare in Emma del 1996, nel quale la luce è puntata tutta sulla protagonista, in Ragione e sentimento i personaggi di contorno non sono mere comparse sulle quali il regista reputa non valga la pena soffermarsi, ma sono rappresentati magnificamente nelle loro caratteristiche proverbiali che li rendono unici, al pari di quanto avviene nel romanzo.

Voto: 9

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Ang Lee su wikipedia 
Il trailer del film su youtube

lunedì 9 gennaio 2012

EMMA

Tratto dall'omonimo romanzo di Jane Austen, uno dei più belli della scrittrice inglese, Emma racconta la parabola della signorina Emma Woodhouse, dall'architettare matrimoni all'innamorarsi e sposarsi.
Questa versione del romanzo 1996 è assai leggera e frizzante, con una deliziosa ambientazione e un'allegra colonna sonora, ma i personaggi, invero numerosi, mancano di spessore, non colpiscono. A differenza di altri film tratti dai romanzi di Jane Austen (ad esempio, Orgoglio e pregiudizio del 2005), molti personaggi perdono la loro simpatia e incisività e vengono completamente marginalizzati. Si pensi alla tormentata Jane Fairfax, qui resa semplicemente come una bella donna prosperosa. Chi ama Jane Austen, dunque, resterà in parte deluso, ma nonostante tutto trascorrerà un paio d'ore alquanto piacevoli. Chi, invece, non conosce Jane Austen né al cinema né sui libri può ben cominciare da qui poiché l'intreccio di certo non manca.
L'attenzione del regista è completamente incentrata sulla protagonista, interpretata dalla brava Gwyneth Paltrow, che nelle parti di Emma offre una delle sue migliori perfomance di sempre. L'arguzia, la sagacia, la prontezza di Emma sono risaltate al massimo ma dovranno soccombere nello scontro con l'amicizia e l'amore.

Voto: 6 e 1/2


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domenica 8 gennaio 2012

Ho voglia di leggere: ADDIO ALLE ARMI

Ernest Hemingway
Storia d'amore e di guerra, Addio alle armi vede come protagonista il giovane Henry, un americano che, trovandosi in Italia allo scoppio della Prima Guerra mondiale, decide di arruolarsi nell'esercito italiano. 
Dovrà fare i conti con disastrose sconfitte e militari incapaci, e alla fine sarà costretto a disertare, per ritornare dalla sua amata.
Addio alle armi si caratterizza per lo stile asciutto ed essenziale, che non priva, però, la guerra della sua drammaticità, nè l'amore della sua intensità. Dalle pagine del libro traspaiono le idee pacifiste di chi ha scelto di arruolarsi ma poi scopre che nella guerra non c'è nulla di bello o eroico:

"Ero sempre imbarazzato dalle parole sacro, glorioso e sacrificio e dall'espressione invano. Le avevamo udite a volte ritti nella pioggia quasi fuori dalla portata della voce, in modo che solo le parole urlate giungevano, e le avevamo lette su proclami che venivano spiaccicati su altri proclami, da un pezzo oramai, e non avevo visto niente di sacro, e le cose gloriose non avevano gloria e i sacrifici erano come i macelli a Chicago se con la carne non si faceva altro che seppellirla. C'erano molte parole che non si riuscivano ad ascoltare e si finiva che soltanto i nomi dei luoghi avevano dignità. Anche certi numeri e certe date, e coi nomi dei luoghi erano l'unica cosa che si potesse dire che avesse un significato. Parole astratte come gloria, onore, coraggio o dedizione erano oscene accanto ai nomi concreti dei villaggi, ai numeri delle strade, ai nomi dei fiumi, ai numeri dei reggimenti e alle date". 

(pag. 193, ed. Oscar Mondadori Scrittori del Novecento 2004)

Curiosità: il romanzo, pubblicato nel 1929, fu edito in Italia solo nel 1948, poiché ritenuto lesivo dal regime fascista delle forze militari italiane.

Addio alle armi su wikipedia
Ernest Hemingway su wikipedia


sabato 7 gennaio 2012

TRUMAN CAPOTE A SANGUE FREDDO

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Una recensione de Il Democritico:

Meritata statuetta per l'attore Philip Seymour Hoffman nei panni di Truman Capote. Convincente al punto che si finisce inevitabilmente per odiarlo alla fine dei 98 minuti (che sembrano davvero molti di più) del lungometraggio. Truman Capote è lo scrittore re del jet-set newyorkese, con un'infanzia travagliata alle spalle, i cui segni sono evidenti nella sua personalità fragile e cinica ad un tempo. Il massacro di un'intera famiglia, avvenuto in una piccola comunità del Kansas lo spinge a partire per scrivere quello che sarà il suo romanzo più famoso: "A sangue freddo". Partito con l'intento di descrivere la reazione della popolazione locale al tragico evento, Capote si sente fin da subito fortemente attratto dalla figura di uno dei due assassini, Perry Smith, con il quale condivide trascorsi difficili ed un pessimo rapporto con i genitori: "È come se fossimo vissuti nella stessa casa, ma ad un certo punto, io ne fossi uscito dalla porta principale, lui dal retro". La strana relazione tra lo scrittore e l'omicida dall'animo gentile Perry Smith apre una spirale vorticosa nell'animo di Capote che vorrebbe salvargli la vita, ma arriva poi a desiderarne la morte, per poter dare un finale al suo romanzo. Interessante riflessione sul ruolo dello scrittore che sopprime i propri sentimenti più profondi per offrire una "storia" ai propri lettori, poiché "La vita o si scrive o si vive" (L. Pirandello, lettera a Ugo Ojetti, 1921). Capote, assorbe la linfa vitale del suo alter ego Perry Smith e sembra volerlo semplicemente sfruttare per raccontarne la storia: ma, in realtà, abbandonando l'amico, abbandona se stesso. Il film ha un ulteriore merito: quello di presentare la brutalità dell'esecuzione capitale non solo quando colpisca un innocente, ma anche quando la vittima sia un colpevole reo confesso. Il dialogo finale tra Capote e la sua migliore amica - e scrittrice - Nelle Harper Lee è un richiamo severo alla responsabilità di ognuno di noi di fronte alla crudeltà della pena di morte. "Non avrei potuto fare niente per salvarlo" "Forse, ma il fatto è che non hai voluto".

Voto: 8

Truman Capote: A sangue freddo su imdb
Bennett Miller su imdb
Il trailer del film su mymovies


venerdì 6 gennaio 2012

SHERLOCK HOLMES: GIOCO DI OMBRE


Secondo capitolo della saga iniziata nel 2009 e diretta da Guy Ritchie, con protagonista Robert Downey Jr. nei panni del più famoso investigatore del mondo e Jude Law nei panni del suo compare John Watson, Sherlock Holmes: Gioco di ombre prosegue sulla stessa linea del primo episodio con eccessi di stile e di azione. 
E' il 1891: Sherlock Holmes scopre che dietro vari attentati terroristici avvenuti in Europa e attribuiti al movimento anarchico, si nasconde in realtà il suo acerrimo nemico Moriarty, il quale nasconde l'assai temibile intento di far scoppiare una guerra mondiale.
In questo capitolo si conferma la rappresentazione di Holmes e Watson essenzialmente come uomini di azione, e le famose capacità deduttive dell'investigatore sono quasi completamente accantonate (addirittura Holmes fa cilecca un paio di volte), mentre quelle del suo amico sembrano incredibilmente invigorite (e più personaggi, infatti, nel corso del film ne restano stupiti). I fan più tradizionalisti, dunque, non resteranno soddisfatti: infatti, il film, estrememante incalzante e avvincente, presenta ben poco gli aspetti del giallo classico. Inoltre, rispetto ai romanzi di Sir Arthur Conan Doyle, Sherlock Holmes appare meno un uomo solo ma cerca molto l'aiuto degli altri con cui condivide sin dal principio le suo scoperte e deduzioni.
Accanto a Robert Downey Jr. e Jude Law, troviamo Stephen Fry, nei panni di Mycroft Holmes, fratello dell'investigatore, tanto brillante e stravagante; Noomi Rapace, che interpreta Sim, una gitana che aiuterà Holmes e Watson, e Jared Harris, figlio del defunto Richard, nei panni del professor Moriarty.

Voto: 7 e 1/2

Sherlock Holmes: Gioco di ombre su imdb
Guy Ritchie su imdb
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giovedì 5 gennaio 2012

DRIVE

Meccanico e stuntman di giorno, pilota nelle rapine di notte, the driver (il cui nome non viene mai svelato) si innamora di una vicina di casa e tenta di aiutare il marito di di lei, ex galeotto, in una rapina per salvare la famiglia dalla vendetta di malviventi senza scrupoli.
Questa è in sintesi la trama di Drive, film diretto da Nicolas Winding Refn, aggiudicatosi il premio per la miglior regia all'ultimo festival di Cannes. E non possiamo che essere d'accordo: Drive è, allo stesso tempo, un film  dolce e struggente, crudo e violento, nel quale ciascuna parte è sapientemente agganciata all'altra in un delicato equilibrio che ha la capacità di stupire.
Nei panni dell'innominato protagonista Ryan Gosling, bravissimo nell'interpretare un uomo all'inizio solo e che vuole essere solo e che, poi, compie la sua vendetta per salvare quell'amore per il quale ha scoperto di voler vivere. 
Il film inevitabilmente ricorda Taxi driver, ma sembra diverso nel finale. Nel film di Martin Scorsese, Travis (Robert De Niro) ha degli ideali folli che cerca di perseguire, ed alla fine ottiene quel riconoscimento da parte della società tanto agognato; nel film di Refn, invece, the driver non cerca alcun riconoscimento sociale; a guidarlo è un senso di protezione nei confronti della donna che ama e, dopo aver attuato la sua vendetta, deve allontanarsi dall'ambiente in cui vive, sebbene abbia desiderato utopisticamente di vivere con lei. 
A fianco di Ryan Gosling, troviamo la straordinaria Carey Mulligan, nei panni di una ragazza madre, moglie sola, sulla quale gli sbagli del marito si ripercuotono drammaticamente.


Voto: 8

Nicolas Winding Refn su imdb
Drive su imdb
Il trailer su youtube



mercoledì 4 gennaio 2012

IL MEGLIO DEL 2011




In ritardo colossale rispetto agli altri blog, ecco a voi la mia top 10 del 2011 (la classifica è estremamente parziale perché non sono riuscita a vedere molti film).

1. Il cigno nero
2. Le idi di marzo
3. Habemus papam

4. Harry Potter e i doni della morte - Parte II
5. The fighter
6. Non lasciarmi
7. The tree of life
8. Il discorso del re
9. Machete
10. One day