domenica 26 dicembre 2010

Natale al cinema

Quando ero bambina, andavo al cinema una volta all'anno. A Natale.
Era un evento unico perché andavo
a vedere il cartone animato della Walt
Disney. Un'occasione
assolutamente imperdibile.
Ricordo quando sono andata a vedere "Il Re Leone" e la sala era così piena che ho visto il film in braccio a mia sorella o mia mamma... All'epoca nella mia città non c'erano multisale, ma i cinema erano ancora tutti nel centro cittadino, avevano un'unica sala. Qualche anno dopo hanno chiuso tutti (il Rex, l'Imperiale, il Massimo: questi i loro nomi).
Non c'erano neppure film digitali e le immagini create dai disegnatori della Walt Disney avevano qualcosa di speciale.
Ogni anno il 25 dicembre mi ricordo della magia di quei Natali, che resterà per me per sempre irrecuperabile.



mercoledì 22 dicembre 2010

LE CRONACHE DI NARNIA - IL VIAGGIO DEL VELIERO


Terzo capitolo de Le cronache di Narnia, il primo non targato Disney, Il viaggio del veliero diretto da Michael Apted è forse il peggiore film dell'intera saga. Il primo (Il leone, la strega e l'armadio) era carino, ma non esaltante, il secondo (Il principe Caspian) non colpiva, questo atterra completamente.

In questo capitolo i due minori dei fratelli Pevensie, Edmund e Lucy, accompagnati dal cugino Eustace tornano a Narnia attraverso un quadro. Così scoprono che Caspian, ormai diventato re, viaggia con la sua ciurma su un veliero toccando tutte le terre di Narnia, a parte quelle alla fine del mondo (perché a quanto pare la terra è piatta!!!). Fermi su un isolotto, Caspian, Lucy, Edmund e Eustace vengono catturati da alcuni mercanti di schiavi e così assistono a strane sparizioni provocate da un fumo verde (tributo a Lost? Ah no, quello era un fumo nero!) e la comitiva scopre che... boh. Non l'ho capito. Il male assoluto causa le sparizioni? Pare... Un concetto astratto del genere potrebbe anche colpire in un film di un certo calibro, ma in un brutto film per bambini, adulti che accompagnano i bambini e adulti che non vogliono crescere (io rientro in questa terza categoria), la mancanza di un malvagio in carne ed ossa si sente. Ancora si potrebbe parlare della pessima recitazione di Re Caspian, dei riferimenti davvero troppo espressi al cristianesimo (vedi Aslan e Lucy che parlano alla fine del film però questa è colpa di C.S. Lewis) e gli effetti speciali fatti solo ad uso e consumo del 3D, ma preferisco astenermi...

Le cronache di Narnia: Il viaggio del veliero (2010) su imdb
(vedi anche Le cronache di Narnia: Il principe Caspian (2008) su imdb e Le cronache di Narnia: Il leone, la strega e l'armadio (2005) su imdb)
Michael Apted su wikipedia
Il trailer del film su Youtube


venerdì 10 dicembre 2010

INTERVISTA COL VAMPIRO


Spinta da un interesse recente per i vampiri, ho deciso di vedere Intervista col vampiro, film del 1994 di Neil Jordan, con protagonisti Brad Pitt, Tom Cruise, Antonio Banderas, Christian Slater e, all'epoca ancora bambina, Kirsten Dunst.
Il film narra la storia del vampiro Louis dalla fine del '700 ai giorni nostri, partendo dall'incontro con il suo creatore Lestat all'intervista rilasciata a Daniel Malloy, passando per la nascita del legame con la piccola Claudia.
Accingendomi a guardare questo film, credevo ingenuamente che alcuni tra gli attori più belli di Hollywood avrebbero ulteriormente guadagnato in fascino interpretando vampiri, ma mi sono dovuta ricredere. I protagonisti mancano di tutte le "qualità"che un vampiro dovrebbe avere. Non sono affascinanti, terrificanti, né particolarmente maledetti.
La recitazione è pessima (con l'unica eccezione di Christian Slater), ma d'altronde anch'io ... cosa vado ad aspettarmi da Brad Pitt nel 1994?
Di conseguenza, non sono riuscita a capire se il film fosse volutamente grottesco o non volutamente mal riuscito.
L'unico punto degno di nota e che mi avrebbe fatto commuovere in un film che amo, ma che qui mi ha fatto solo sorridere è la parte in cui Louis - lui, vampiro che secondo la tradizione secolare può uscire solo di notte perché il sole lo carbonizzerebbe - racconta che con la nascita del cinema ha potuto riscoprire il sole, la luce, i colori. Ogni vampiro che si rispetti non potrebbe non amare il cinema per questo.

Intervista col vampiro su imdb
Neil Jordan su wikipedia

lunedì 6 dicembre 2010

I migliori 25 film del decennio

Ciak di dicembre pubblica i risultati dei 25 migliori film del decennio secondo i lettori.
Ecco la classifica:

1. Kill Bill
2. Inception
3. Il gladiatore
4. Million dollar baby
5. Il Signore degli Anelli - La compagnia dell'anello
6. Il cavaliere oscuro
7. Avatar
8. Moulin rouge
9. The departed
10. Up
11. Into the wild
12. I segreti di Brokeback mountain
13. Donnie darko
14. Pirati dei Caraibi - La maledizione della prima luna
15. Il pianista
16. Big fish
17. Mystic river
18. Wall - e
19. Le vite degli altri
20. Non è un paese per vecchi
21. Gran Torino
22. Match point
23. Gomorra
24. Bastardi senza gloria
25. Se mi lasci ti cancello


Cosa ne pensate?
Quali sono i grandi assenti

Il blog di ciak: Piaceri forti

venerdì 26 novembre 2010

La frase del giorno: Il Signore degli Anelli - Le due torri

"È tutto sbagliato. Noi non dovremmo nemmeno essere qui. Ma ci siamo. È come nelle grandi storie, padron Frodo. Quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale. Perché come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare com'era dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine è solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve passare. Arriverà un nuovo giorno. E quando il sole splenderà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, anche se eri troppo piccolo per capire il perché. Ma credo, padron Frodo, di capire, ora. Adesso so. Le persone di quelle storie avevano molte occasioni di tornare indietro e non l'hanno fatto. Andavano avanti, perché loro erano aggrappate a qualcosa".

"It's all wrong. By rights we shouldn't even be here. But we are. It's like in the great stories, Mr. Frodo; the ones that really mattered. Full of darkness and danger, they were. And sometimes you didn’t want to know the end... because how could the end be happy? How could the world go back to the way it was, when so much bad had happened? But in the end, it’s only a passing thing, this shadow. Even darkness must pass. A new day will come. And when the sun shines, it will shine out the clearer. Those were the stories that stayed with you, that meant something, even if you were too small to understand why. But I think, Mr. Frodo, I do understand. I know now. Folk in those stories had lots of chances of turning back, only they didn’t. They kept going... because they were holding on to something".

mercoledì 24 novembre 2010

HARRY POTTER E I DONI DELLA MORTE - Parte I


Udite, udite... con questo Harry Potter, David Yates si è dato una svegliata.

Dopo quella noia mortale di HP e il principe mezzosangue, spaventata, preoccupata (HP e i doni della morte è il mio libro preferito dei sette della Rowling!) sono andata a vedere il film... e mi è piaciuto tantissimo!
E' emozionante, intrigante, ci sono delle scene bellissime e un film nel film, cioè il racconto sui doni della morte (un piccolo capolavoro!).
Le scene d'azione e le scene che si soffermano sui sentimenti dei personaggi sono ben bilanciate e non mancano le battute, che sono bambinesche, ma che fanno ridere anche i quarantenni.
Quelle scene in cui Harry ed Hermione sono nascosti soli nella foresta, rallentano al punto giusto il film e sono assolutamente interessanti, perché quasi trasmettono un senso di claustrofobia derivante dall'essere nascosti in una bolla trasparente; mentre, i vari processi sommari a cui sono sottoposti i maghi mezzosangue, fanno dimenticare per qualche momento che stai guardando un film di magia e ricordano un po' di storia passata.
Insomma, dopo il mio iniziale scetticismo, mi sono convinta che è stato giusto dividere I doni della morte in due parti. Una mossa tutta commerciale ne ha ricavato indubbiamente benefici dal punto di vista artistico.
E ora, attendiamo l'ultima parte!

HP e i doni della morte - Parte I su Imdb e trailer
David Yates su Wikipedia
HP e i doni della morte di J.K. Rowling su wikipedia

venerdì 19 novembre 2010

LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI


Ogni lettore vede qualcosa in un romanzo.
Se ogni lettore fosse un regista, girerebbe un film diverso.
"La solitudine dei numeri primi" è il film personalissimo di Saverio Costanzo, portato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, tratto dal fortunatissimo primo romanzo di Paolo Giordano.
Il libro racconta le vite parallele di Alice e Mattia, che talora si incontrano, si separano, e si rincontrano per poi separarsi di nuovo.
Il film racconta fondamentalmente quattro episodi della loro vita, che si intrecciano all'inizio per poi scomporsi definitivamente. L'occhio del regista si posa soprattutto sui corpi di Alice e Mattia, che rappresentano l'oggetto ultimo della loro sofferenza, il mezzo per una ribellione tutta personale.
Una siepe buia, inestricabile, quasi impercorribile lega i due protagonisti, numeri primi gemelli, che tendono l'uno verso l'altro, che si vogliono, ma che forse non si incontreranno mai.
Saverio Costanzo ha puntato tutto sull'aspetto della solitudine manifestata attraverso il proprio corpo, omaggiando anche (per me incomprensibilmente) i film horror degli anni '70 e '80, a discapito del tema della solitudine come stato interiore, forse cinematograficamente più difficile da rappresentare.

mercoledì 17 novembre 2010

THE SOCIAL NETWORK


Ebbene... L'ho visto anch'io!
Sono andata a vedere The social network.
Non vedevo l'ora, ho letto tantissime recensioni e visto tante volte il trailer.
Ci sono film che mi piacciono tantissimo dal primo minuto. Ci sono film che mi fanno schifo dal primo minuto o dall'ultimo perché hanno un finale orrendo. Ci sono film che mi piacciono dopo averci riflettuto un po'.
The social network è tra questi.
Le mie sensazioni contemporanee alla visione del film sono state:
1. Voglio cancellarmi da FB (però non l'ho fatto!)
2. Ma perché Justin Timberlake ha fatto il cantante fino ad ora?
3. Ma quanto sono stupidi i gemelli?
4. Mark, togliti quelle ciabatte!
Poi, ci ho dormito sopra.
E ho capito che The social network è un bellissimo film, perché è recitato benissimo da tutti gli attori; è girato benissimo; gli ambienti e le atmosfere sono così perfetti da essere freddi, come solo un social network può essere. Facebook sembra essere lo specchio nel quale si riflette l'istituzione universitaria americana: se non frequenti l'università giusta, sei fuori; tutto è diviso, a compartimenti stagni; perfino i dormitori sono esclusivi; le persone che frequenti dicono chi sei e che cosa farai.
Ad Harvard i ragazzi pensano ad inventarsi un lavoro, piuttosto che a trovarlo. Mark Zuckerberg ha realizzato il sogno di tanti: "inventare" un lavoro e sfondare, diventando il più giovane miliardario del mondo.
Ma, forse, il film alla fine sembra suggerire in modo cinematograficamente splendido una domanda banalissima: i soldi comprano la felicità?

David Fincher su wikipedia
Sito ufficiale di The social network
Sull'"inventarsi" un lavoro, vi consiglio un recente articolo di Beppe Severgnini su corriere.it.

martedì 16 novembre 2010

INCREDIBILE MERYL STREEP!


Recentemente ho visto "Julie e Julia" di Nora Ephron. Il film segue parallelamente le vite (vere) di Julia Child, moglie di un diplomatico americano a Parigi negli anni '50, la quale scopre un amore incredibile per la cucina francese e scrive un libro di ricette francesi destinato a lettrici americane, e di Julie Powell, una ragazza dei giorni nostri, poco soddisfatta della sua vita lavorativa, che si pone l'obiettivo di realizzare in 365 giorni le 524 ricette contenute nel libro di Julia Child.

Il film è godibile, anche se a tratti un po' lungo.

Quello che, però, vorrei notare è che Meryl Streep è l'unica attrice al mondo ad essere scelta per interpretare la parte di donne ben più giovani di quello che lei è nella realtà. Di solito accade il contrario.

Mi vengono in mente tre film (ma forse ce ne saranno altri), in cui interpreta la parte di una donna più giovane:

Il diavolo veste Prada del 2006;

Mamma mia! del 2008;

e ovviamente, Julia e Julie, del 2009.

Viene scelta perché è la più brava? Perché non ci sono attrici più giovani altrettanto brave per interpretare quei ruoli? Quel che mi sembra certo, è che Hollywood la adora e Meryl non si stanca mai.

Meryl detiene il record di nomination al Premio Oscar... ben 16, di cui tre volte nelle ultime 4 edizioni. Non vince però dal 1983, quando vinse l'Oscar come miglior attrice protagonista per "La scelta di Sophie", tre anni dopo aver vinto l'Oscar come migliore attrice non protagonista per "Kramer contro Kramer".

Che ne pensate?

lunedì 8 novembre 2010

La frase del giorno: L'attimo fuggente


"We don't write and read poetry because it's cute. We read and write poetry because we are members of the human race. And the human race is filled with passion. And medicine, law, business, engineering are noble pursuits and necessary to sustain life. But poetry, beauty, romance, love, these are what we stay alive for".
"Non scriviamo e leggiamo poesie perché è carino. Noi scriviamo e leggiamo poesie perché siamo membri della razza umana. E la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l'amore, sono queste le cose che ci tengono in vita".

Prof. Keating, da L'attimo fuggente
(Dead poets society)

domenica 7 novembre 2010

2012

Dal regista di "Indipendence day" e "The day after tomorrow", un altro film catastrofico: "2012".
La trama brevemente è questa: alcuni scienziati scoprono che una catastrofe da fine del mondo si abbatterà sulla Terra e i governi si organizzano per salvare i pochi che perpetueranno la specie umana.
Tutto il film è una rincorsa verso quelle arche che permetteranno a quei pochi fortunati di salvarsi.
La storia (banale) riprende la famosa profezia dei Maya secondo cui nel 2012 il mondo finirà. Il regista non è nuovo nell'affrontare questo genere di paure: già in "The day after tomorrow" si concretizzava il timore di una nuova glaciazione (anche se questo rischio è ben più scientifico).
Sin dall'inizio di "2012" appare evidente chi vivrà e chi morirà. Ogni personaggio combatte per la propria famiglia, il nucleo attraverso il quale è possibile andare avanti.
Gli effetti speciali sono grandiosi, gli eventi inverosimili: i protagonisti incredibilmente si salvano dalla California che sta affondando grazie a un aereo da turismo guidato da un pilota principiante.
Il film, nonostante le evidenti assurdità e banalità, riesce comunque a risvegliare un interesse che ti tiene attaccato alla poltrona fino alla fine, perché vuoi capire come andrà a finire, anche se lo sai già dal primo minuto.

2012 su Imdb
Roland Emmerich su wikipedia
Il trailer su Youtube

venerdì 29 ottobre 2010

Quelle vecchie cose di carta da leggere... Ciak di novembre


Ho deciso di iniziare una rubrica dedicata a cosa possiamo trovare di bello in edicola e in libreria.
E' vero che Internet è diventato fondamentale per ognuno di noi, però ritengo che la bellezza di aprire un libro e una rivista cartacei sia impareggiabile.



Oggi parliamo di Ciak di novembre.

In copertina c'è Johnny Depp nel nuovo film di Florian Henckel von Donnersmarc, "The tourist", che vede come protagonista anche Angelina Jolie. Al film (che uscirà in Italia il 15 dicembre) è dedicato un bel servizio a pagina 46.
(Ciak di novembre promette bene se guardiamo alla copertina... infatti, una copertina con Johnny Depp non può essere brutta...).

Ma andiamo a guardare alcune "chicche".

A pagina 20 segnalo la rubrica "Inland Empire - Il futuro visto da Londra" di Nick De Semlyen, che questo mese parla di Oscar. Cito:
"L'estate è ormai lontana e con la fine della stagione se ne sono andati anche i blockbuster su palazzi che esplodono e pesci assassini. Da adesso inizia ufficialmente la stagione in cui gli studio fanno uscire i film in odore di Oscar, pellicole che solitamente devono contenere a) un personaggio disabile; b) un'incredibile storia vera; c) un finale edificante oppure: d) tutti e tre gli ingredienti".
Da parte sua, Nick De Semlyen si augura che a vincere l'Oscar sia Inception (in quanti lo desideriamo?), ma ritiene che per vincere Christopher Nolan "dovrà spiegare ai giurati dell'Academy se l'intera pellicola era un sogno oppure no"...

A pagina 25 segnalo la lista dei film che la redazione di Ciak ha selezionato come i 100 migliori film degli anni Zero. Noi lettori ne possiamo scegliere 25 (non solo tra quelli), da inviare per contribuire alla top 25 del decennio. Curiosità: voluta o no? Sono da scegliere 25 film, a pagina 25 e i primi 25 che rispondono vinceranno dei gadget! L'iniziativa, comunque, mi ricorda un servizio di dicembre 2009 di Empire sulle icone della decade... C'erano ben 10 copertine diverse (io mi ero accaparrata quella di Aragorn - Viggo Mortensen).

A pagina 28 segnalo la rubrica "I luoghi dell'anima" di Walter Veltroni (con cui ho curiosamente un'affinità cinematografica), che recensisce Shutter Island di Martin Scorsese. Mi piace quanto scrive sull'autore del libro omonimo, Dennis Lehane, riferendosi anche a Mystic river (altro libro di Lehane e film di Clint Eastwood) : "Lehane è, evidentemente, un genio che ne ispira altri".

Ancora, il servizio a pagina 54 e la recensione a pagina 87 del nuovo film di David Fincher "The social network", in uscita il 12 novembre, che parla della creazione di Facebook.
Il titolo del film, secondo G.D.V., presenta il "paradosso malinconico di un teenager praticamente incapace di socializzare che ha re - inventato le relazioni umane a livello planetario".

Immancabile Stefano Disegni, questo mese alle prese con "Mangia, prega, ama"...


Per saperne di più:
Il blog di Ciak: Piaceri forti.
Sulle icone della decade secondo me, vedi questo post.
Su Dennis Lehane, un mio precedente post intitolato "Boston...".

mercoledì 27 ottobre 2010

LA PECORA NERA


La pecora nera rappresenta l'esordio cinematografico di Ascanio Celestini sia come attore che come regista.
Racconta la storia di Nicola, di come è finito in un manicomio e di come continua a viverci dopo più di trent'anni.
La realtà del manicomio è alienante... nel corso del film una domanda sorge spontanea: ma esistono ancora posti così?
Purtroppo la risposta è sì: i manicomi ospitano coloro i quali la società respinge perché la società ha stabilito che sono pazzi. Sono pazzi perché da bambini erano troppo stravaganti, inventavano storie, ed era necessario, quindi, eliminare la loro follia con le scariche elettriche.
La storia di Nicola è straziante, come è straziante quella del suo alter ego (interpretato da un bravissimo Giorgio Tirabassi), che ha un nome (Nicola!), ma non ha un'identità perché non è stato registrato all'anagrafe. Nicola è intrappolato nei suoi ricordi di bambino, perché solo quand'era bambino ha vissuto una vita vera al di fuori del manicomio... a quella vita è attaccato, nonostante la miseria della condizione in cui viveva. Quelli erano gli anni passati alla storia come i "favolosi anni Sessanta" e forse anche per Nicola, in fondo, sono stati favolosi.
Il silenzio assordante dei titoli di coda rendono esattamente il silenzio che solo in un manicomio a volte può regnare.

Ascanio Celestini su wikipedia.
La pecora nera su imdb e sul sito di A. Celestini.

domenica 24 ottobre 2010

Boston...


Boston, la capitale dello stato del Massachussetts, una delle città più antiche d'America, è la città in cui si snodano le vicende di diversi thriller e film d'azione.
La rappresentazione di questa città fredda e tenebrosa nella quale si nascondono personaggi della criminalità organizzata è altamente suggestiva e in alcuni casi ha raggiunto risultati eccellenti.
Alcuni di questi film si basano sui thriller dello scrittore bostoniano Dennis Lehane, che in ogni storia regala una profonda introspezione psicologica dei propri personaggi, tant'è che rimangono assolutamente impressi sulla propria pelle una volta conosciuti, ma anche altri film forniscono un'immagine assolutamente imperdibile della città di Boston.
Vi consiglio di guardare (qualora non lo abbiate già fatto):

Mystic river di Clint Eastwood; da guardare solo per le interpretazioni di Sean Penn, Tim Robbins e Kevin Bacon (dal romanzo di D.Lehane).

The departed di Martin Scorsese; ha guadagnato ben 4 Academy Awards, tra cui miglior film e miglior regista.

The town di Ben Affleck; vedi anche la mia recensione qui.

Gone baby gone di Ben Affleck (dal romanzo di D. Lehane).

Shutter Island di Martin Scorsese. Ambientato non esattamente a Boston, ma su un'isola al largo di Boston (dal romanzo di D.Lehane).

Per saperne di più:
Boston
Dennis Lehane

.... VOTA IL SONDAGGIO ALLA TUA DESTRA!

martedì 19 ottobre 2010

THE TOWN


Boston è la capitale americana delle rapine in banche e Doug Mc Gray insieme alla sua banda è il principe dei ladri di Charlestown.

Nel corso di una rapina, Doug e i suoi uomini sequestrano una direttrice di banca, Claire, che rilasciano poco dopo e di cui Doug si innamora, prendendo la decisione di cambiare vita.
Questa è brevemente la trama di "The town", il secondo film del Ben Affleck regista, non ancora maturo, ma che sicuramente promette bene.
Bellissimi gli inseguimenti nei vicoli stretti di Charlestown, zona storica di Boston, che quasi fanno pensare che il film sia ambientato in una città europea.
"The town" è un film nel corso del quale si fa tifo per i "cattivi" contro i "buoni".
E' normale, però, crescere e diventare "cattivo", se i tuoi genitori sono alcolizzati o tossicodipendenti, finiscono in galera e tu sei costretto a vivere da solo avendo solo la strada come amica; mentre "buono" è anche chi ottiene un permesso per intercettarti soltanto perché sei musulmano.
Un messaggio scontato? Forse.
Certo è che redimersi non vuol dire vivere felici, ma il peso che ci si porta dietro è già di per sé una condanna sufficiente per Doug e tanti altri per tutta la vita che resta loro da vivere.


Ben Affleck su imdb
Produzione: USA 2010

lunedì 18 ottobre 2010

Un'anteprima di Inception

Guardate questa foto di Leonardo DiCaprio e Kate Winslet sul set di Titanic, che ho trovato navigando in rete... non è curiosa?
Non vi ricorda un po' Inception?
Secondo voi è un fotomontaggio o una foto fatta davvero sul set?



sabato 16 ottobre 2010

I love musicals!


Quante volte mi confronto con discorsi simili:
"Era noioso... era un musical"
"Io adoro i musical!".
Come potrete aver intuito, io sono quella che adora i musical.

Il musical è un genere teatrale (prima) e cinematografico (poi) che combina musica, danza e dialoghi.
Come genere teatrale, possiamo dire che ha origini antichissime... i Greci cantavano e danzavano nelle loro rappresentazioni teatrali.
Il primo musical così come lo intendiamo oggi va in scena a Broadway nel 1866: The black crook.
Broadway diventerà la capitale mondiale dei musical e il West end di Londra la capitale europea.
Il primo musical ad essere portato al cinema sarà il primo film sonoro della storia, Il cantante di jazz (1926) e la sua uscita nelle sale americane avvierà l'irreversibile declino dei film muti.

I musical che consiglio a chi non ne ha mai visto uno ed è incuriosito dal genere:

Sette spose per sette fratelli (1954): divertentissima commedia con protagonisti sette fratelli, che non hanno alcuna intenzione di cercare moglie.

West side story (1961): una sorta di Romeo e Giulietta ambientata a New York nei giorni nostri.

Jesus Christ superstar (1973): un gruppo di hippy mette in scena gli ultimi giorni della vita di Gesù in un deserto...

Grease (1978): decisamente il musical più famoso di tutti i tempi...

Hair (1979): un ragazzo che va ad arruolarsi per il Vietnam incontra un gruppo di hippy...

Moulin Rouge (2001): la storia d'amore tra uno scrittore e una ballerina del Moulin rouge (musiche non originali).


Chicago (2002): due assassine e il loro avvocato ci insegnano che il processo è un grande show...

Across the universe (2007): una storia d'amore all'epoca della guerra del Vietanam sulle orme delle canzoni dei Beatles (musiche non originali).

Per una storia approfondita dei musical, consiglio la curatissima pagina di wikipedia in inglese.

giovedì 14 ottobre 2010

Clint Eastwood sul suo nuovo film HEREAFTER


da La Repubblica , 11 ottobre 2010

A parte un cenno nel suo allegorico western Pale Rider, nulla nella carriera di Clint Eastwood ci aveva preparato al nuovo film Hereafter - dopo il festival di Toronto ha chiuso ieri il New York Film Festival: uscirà negli USA il 22 ottobre e dal 3 gennaio in Italia - toccante fuga verso il soprannaturale, audace indagine sulla possibile esistenza di vita dopo la morte. A 80 anni compiuti Eastwood continua, così, a sorprendere: non solo abbandona generi cinematografici più sicuri, ma apre il film con una delle sequenze più spettacolari del suo cinema e del cinema in generale: lo tsunami del 2004 in Thailandia ricostruito alle Hawaii e ai Pinewood Studios di Londra. Il film intreccia tre storie: una giornalista (Cecile De France), un ragazzino e un uomo con capacità paranormali (Matt Damon). Peter Morgan aveva scritto il copione anni fa dopo aver perso un caro amico. Quando il suo agente lo porta a Spielberg, Spielberg lo passa al suo amico Clint Eastwood. "Non si vedono molti film oggi che uniscano l'aspetto spirituale a quello romantico", dice il regista. "È una storia spirituale ma senza connotazioni religiose vere. Certo, le religioni si domandano cosa c'è dopo la vita, ma questa storia mi è piaciuta proprio perché la religione non c'entra. So che prima o poi tutti a un certo punto pensano o hanno pensato alla morte. La storia del film è una fantasia, ma sarebbe fantastico se ci fosse qualcosa del genere lassù". E Matt Damon: "Il film parla di morte ma lancia un messaggio di vita".

Signor Eastwood, non è che facendo questo film si è convinto che c'è una vita dopo la morte?"No. Ho parlato con persone che sostengono di aver avuto esperienze vicine alla morte e tutte dipingono scenari simili. La verità è che non sappiamo cosa succede dopo, nessuno lo sa, sappiamo solo che da questa parte c'è un finale. Ognuno ha la sua idea su quello che c'è o non c'è, ma sono tutte cose ipotetiche. Il film solleva tante domande e sta al pubblico rifletterci sopra".

Ha mai provato momenti in cui si è sentito vicino alla morte?"Ricordo quando ero molto piccolo, forse avevo quattro anni, mio padre mi portava sulle spalle in mare mosso, sono caduto nell'acqua. Vedo ancora il colore dell'acqua mentre mi rigirava sotto sopra, ma a quell'età non pensi molto, non hai ancora imparato le parolacce, non ti domandi cosa ti stia succedendo. Un'altra volta, a 21 anni in aereo, durante una terribile turbolenza poco fuori dalla California, ebbi paura di morire ma tutto quello su cui riuscivo a concentrarmi erano delle luci che vedevo in lontananza e pensavo, qualcuno lì ha fatto un fuoco e beve birra e vorrei essere lì. Non ho pensato al destino o alla morte".

Allora come mai le è subito piaciuto il soggetto?"Questo non è il genere di film che ti vuole dare risposte. È un film sulla curiosità, sul senso di mistero e di incompletezza che tutti sentiamo".

Più va avanti con gli anni meno lei accenna a smettere di lavorare."Non ne ho nessuna intenzione. L'anno prossimo farò un film su J. Edgar Hoover, agente dell'Fbi, con Leonardo Di Caprio".

Irrefrenabile."Conoscevo un po' Frank Capra, ho passato del tempo con lui a June Lake dove viveva d'estate, ed era così intelligente, mi domandavo perché non facesse altri film. O Billy Wilder, che ha smesso di lavorare negli anni '60, mi sono sempre domandato perché. Forse non trovavano storie che gli piacessero, o avevano fatto dei film che non erano andati bene, e Hollywood in questo non perdona. Ma secondo me i migliori anni della vita sono quando si ha più conoscenza: c'è un regista portoghese che fa ancora film e ha più di 100 anni, Manoel De Oliveira, e io ho in programma di fare la stessa cosa".

domenica 10 ottobre 2010

SEMPRE LEO


Non posso negare che la mia passione per Leonardo DiCaprio sia cominciata, come metà delle ragazzine di questo pianeta, quando uscì nei cinema Titanic. Era il 1997 e io avevo 11 anni: fu la prima volta che andai al cinema a vedere un film diverso da un cartone della Walt Disney. Insomma, in un modo o nell'altro, Titanic segnò l'inizio di una nuova fase della mia vita, l'adolescenza.
Probabilmente a differenza delle altre ragazzine, la mia passione perdura ancora oggi e si trasformata in profondo apprezzamento per uno dei migliori attori dei nostri tempi.
Leo grazie a Titanic acquistò fama mondiale, ma aveva già recitato in numerosi film, accomunati dal fatto che aveva sempre interpretato personaggi turbolenti, offrendo splendide interpretazioni: a fianco di Robert De Niro in Voglia di ricominciare (1993); a fianco di Johnny Depp in Buon compleanno, Mr Grape (1993), film per cui guadagna una nomination agli Oscar come migliore attore non protagonista; a fianco di Gene Hackman, Sharon Stone e Russel Crowe in Pronti a morire (1995); in Ritorno dal nulla (1995), nei panni di un musicista eroinomane; in Poeti dall'inferno (1995), nella parte del poeta maledetto Arthur Rimbaud; a fianco di Meryl Streep e Diane Keaton in La stanza di Marvin (1996); infine, in Romeo + Giulietta (1996), nella parte del protagonista maschile nella storia più romantica della letteratura.
Dopo Titanic, il successo e la fama confondono Leo, che compie scelte poco azzeccate, quali La maschera di ferro (1998) e The beach (2000) e ha una particina in Celebrity (1998) di Woody Allen.
Dopo l'anno 2000 finalmente Leo torna alle grandi interpretazioni degli esordi, grazie all'incontro con Martin Scorsese, che cambierà per sempre la sua carriera: reciterà nei suoi Gangs of New York (2002), The aviator (2004), The Departed (2006) e Shutter Island (2010), tra tutti il film più recente di Scorsese e forse il meno noto, dove Leonardo interpreta il ruolo di un agente dell'Fbi in missione in un manicomio criminale.
E come dimenticare Prova a prendermi (2002) di Steven Spielberg, una commedia assolutamente pregevole, nonché Blood diamond (2006), in cui Leo interpreta un trafficante di diamanti e si cimenta a recitare con un fortissimo accento dello Zimbabwe; Nessuna verità (2008) di Ridley Scott, che fornisce un'interessante visione del terrorismo islamico; Revolutionary Road (2008), dove Leo torna a fianco di Kate Winslet, a dieci anni di distanza da Titanic, in un film che pone al centro la crisi della famiglia così come intesa nell'America degli anni '50.
Ed oggi, nelle nostre sale, Inception (2010) di Christopher Nolan: un film così denso, spettacolare, emozionante da rimanere senza parole.
Sono anni che Leonardo non sbaglia un film... e certamente non sbaglierà neppure il prossimo: Hoover di Clint Eastwood.
Cosa uscirà dall'incontro tra un grandissimo attore e un grandissimo regista?

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