venerdì 29 ottobre 2010
Quelle vecchie cose di carta da leggere... Ciak di novembre
Ho deciso di iniziare una rubrica dedicata a cosa possiamo trovare di bello in edicola e in libreria.
E' vero che Internet è diventato fondamentale per ognuno di noi, però ritengo che la bellezza di aprire un libro e una rivista cartacei sia impareggiabile.
Oggi parliamo di Ciak di novembre.
In copertina c'è Johnny Depp nel nuovo film di Florian Henckel von Donnersmarc, "The tourist", che vede come protagonista anche Angelina Jolie. Al film (che uscirà in Italia il 15 dicembre) è dedicato un bel servizio a pagina 46.
(Ciak di novembre promette bene se guardiamo alla copertina... infatti, una copertina con Johnny Depp non può essere brutta...).
Ma andiamo a guardare alcune "chicche".
A pagina 20 segnalo la rubrica "Inland Empire - Il futuro visto da Londra" di Nick De Semlyen, che questo mese parla di Oscar. Cito:
"L'estate è ormai lontana e con la fine della stagione se ne sono andati anche i blockbuster su palazzi che esplodono e pesci assassini. Da adesso inizia ufficialmente la stagione in cui gli studio fanno uscire i film in odore di Oscar, pellicole che solitamente devono contenere a) un personaggio disabile; b) un'incredibile storia vera; c) un finale edificante oppure: d) tutti e tre gli ingredienti".
Da parte sua, Nick De Semlyen si augura che a vincere l'Oscar sia Inception (in quanti lo desideriamo?), ma ritiene che per vincere Christopher Nolan "dovrà spiegare ai giurati dell'Academy se l'intera pellicola era un sogno oppure no"...
A pagina 25 segnalo la lista dei film che la redazione di Ciak ha selezionato come i 100 migliori film degli anni Zero. Noi lettori ne possiamo scegliere 25 (non solo tra quelli), da inviare per contribuire alla top 25 del decennio. Curiosità: voluta o no? Sono da scegliere 25 film, a pagina 25 e i primi 25 che rispondono vinceranno dei gadget! L'iniziativa, comunque, mi ricorda un servizio di dicembre 2009 di Empire sulle icone della decade... C'erano ben 10 copertine diverse (io mi ero accaparrata quella di Aragorn - Viggo Mortensen).
A pagina 28 segnalo la rubrica "I luoghi dell'anima" di Walter Veltroni (con cui ho curiosamente un'affinità cinematografica), che recensisce Shutter Island di Martin Scorsese. Mi piace quanto scrive sull'autore del libro omonimo, Dennis Lehane, riferendosi anche a Mystic river (altro libro di Lehane e film di Clint Eastwood) : "Lehane è, evidentemente, un genio che ne ispira altri".
Ancora, il servizio a pagina 54 e la recensione a pagina 87 del nuovo film di David Fincher "The social network", in uscita il 12 novembre, che parla della creazione di Facebook.
Il titolo del film, secondo G.D.V., presenta il "paradosso malinconico di un teenager praticamente incapace di socializzare che ha re - inventato le relazioni umane a livello planetario".
Immancabile Stefano Disegni, questo mese alle prese con "Mangia, prega, ama"...
Per saperne di più:
Il blog di Ciak: Piaceri forti.
Sulle icone della decade secondo me, vedi questo post.
Su Dennis Lehane, un mio precedente post intitolato "Boston...".
mercoledì 27 ottobre 2010
LA PECORA NERA
La pecora nera rappresenta l'esordio cinematografico di Ascanio Celestini sia come attore che come regista.
Racconta la storia di Nicola, di come è finito in un manicomio e di come continua a viverci dopo più di trent'anni.
La realtà del manicomio è alienante... nel corso del film una domanda sorge spontanea: ma esistono ancora posti così?
Purtroppo la risposta è sì: i manicomi ospitano coloro i quali la società respinge perché la società ha stabilito che sono pazzi. Sono pazzi perché da bambini erano troppo stravaganti, inventavano storie, ed era necessario, quindi, eliminare la loro follia con le scariche elettriche.
La storia di Nicola è straziante, come è straziante quella del suo alter ego (interpretato da un bravissimo Giorgio Tirabassi), che ha un nome (Nicola!), ma non ha un'identità perché non è stato registrato all'anagrafe. Nicola è intrappolato nei suoi ricordi di bambino, perché solo quand'era bambino ha vissuto una vita vera al di fuori del manicomio... a quella vita è attaccato, nonostante la miseria della condizione in cui viveva. Quelli erano gli anni passati alla storia come i "favolosi anni Sessanta" e forse anche per Nicola, in fondo, sono stati favolosi.
Il silenzio assordante dei titoli di coda rendono esattamente il silenzio che solo in un manicomio a volte può regnare.
Ascanio Celestini su wikipedia.
La pecora nera su imdb e sul sito di A. Celestini.
domenica 24 ottobre 2010
Boston...
Boston, la capitale dello stato del Massachussetts, una delle città più antiche d'America, è la città in cui si snodano le vicende di diversi thriller e film d'azione.
La rappresentazione di questa città fredda e tenebrosa nella quale si nascondono personaggi della criminalità organizzata è altamente suggestiva e in alcuni casi ha raggiunto risultati eccellenti.
Alcuni di questi film si basano sui thriller dello scrittore bostoniano Dennis Lehane, che in ogni storia regala una profonda introspezione psicologica dei propri personaggi, tant'è che rimangono assolutamente impressi sulla propria pelle una volta conosciuti, ma anche altri film forniscono un'immagine assolutamente imperdibile della città di Boston.
Vi consiglio di guardare (qualora non lo abbiate già fatto):
Mystic river di Clint Eastwood; da guardare solo per le interpretazioni di Sean Penn, Tim Robbins e Kevin Bacon (dal romanzo di D.Lehane).
The departed di Martin Scorsese; ha guadagnato ben 4 Academy Awards, tra cui miglior film e miglior regista.
The town di Ben Affleck; vedi anche la mia recensione qui.
Gone baby gone di Ben Affleck (dal romanzo di D. Lehane).
Shutter Island di Martin Scorsese. Ambientato non esattamente a Boston, ma su un'isola al largo di Boston (dal romanzo di D.Lehane).
Per saperne di più:
Boston
Dennis Lehane
.... VOTA IL SONDAGGIO ALLA TUA DESTRA!
martedì 19 ottobre 2010
THE TOWN
Boston è la capitale americana delle rapine in banche e Doug Mc Gray insieme alla sua banda è il principe dei ladri di Charlestown.
Nel corso di una rapina, Doug e i suoi uomini sequestrano una direttrice di banca, Claire, che rilasciano poco dopo e di cui Doug si innamora, prendendo la decisione di cambiare vita.
Questa è brevemente la trama di "The town", il secondo film del Ben Affleck regista, non ancora maturo, ma che sicuramente promette bene.
Bellissimi gli inseguimenti nei vicoli stretti di Charlestown, zona storica di Boston, che quasi fanno pensare che il film sia ambientato in una città europea.
"The town" è un film nel corso del quale si fa tifo per i "cattivi" contro i "buoni".
E' normale, però, crescere e diventare "cattivo", se i tuoi genitori sono alcolizzati o tossicodipendenti, finiscono in galera e tu sei costretto a vivere da solo avendo solo la strada come amica; mentre "buono" è anche chi ottiene un permesso per intercettarti soltanto perché sei musulmano.
Un messaggio scontato? Forse.
Certo è che redimersi non vuol dire vivere felici, ma il peso che ci si porta dietro è già di per sé una condanna sufficiente per Doug e tanti altri per tutta la vita che resta loro da vivere.
Ben Affleck su imdb
Produzione: USA 2010
lunedì 18 ottobre 2010
Un'anteprima di Inception
sabato 16 ottobre 2010
I love musicals!
Quante volte mi confronto con discorsi simili:
"Era noioso... era un musical"
"Io adoro i musical!".
Come potrete aver intuito, io sono quella che adora i musical.
Il musical è un genere teatrale (prima) e cinematografico (poi) che combina musica, danza e dialoghi.
Come genere teatrale, possiamo dire che ha origini antichissime... i Greci cantavano e danzavano nelle loro rappresentazioni teatrali.
Il primo musical così come lo intendiamo oggi va in scena a Broadway nel 1866: The black crook.
Broadway diventerà la capitale mondiale dei musical e il West end di Londra la capitale europea.
Il primo musical ad essere portato al cinema sarà il primo film sonoro della storia, Il cantante di jazz (1926) e la sua uscita nelle sale americane avvierà l'irreversibile declino dei film muti.
I musical che consiglio a chi non ne ha mai visto uno ed è incuriosito dal genere:
Sette spose per sette fratelli (1954): divertentissima commedia con protagonisti sette fratelli, che non hanno alcuna intenzione di cercare moglie.
West side story (1961): una sorta di Romeo e Giulietta ambientata a New York nei giorni nostri.
Jesus Christ superstar (1973): un gruppo di hippy mette in scena gli ultimi giorni della vita di Gesù in un deserto...
Grease (1978): decisamente il musical più famoso di tutti i tempi...
Hair (1979): un ragazzo che va ad arruolarsi per il Vietnam incontra un gruppo di hippy...
Moulin Rouge (2001): la storia d'amore tra uno scrittore e una ballerina del Moulin rouge (musiche non originali).
Chicago (2002): due assassine e il loro avvocato ci insegnano che il processo è un grande show...
Across the universe (2007): una storia d'amore all'epoca della guerra del Vietanam sulle orme delle canzoni dei Beatles (musiche non originali).
Per una storia approfondita dei musical, consiglio la curatissima pagina di wikipedia in inglese.
giovedì 14 ottobre 2010
Clint Eastwood sul suo nuovo film HEREAFTER
da La Repubblica , 11 ottobre 2010
A parte un cenno nel suo allegorico western Pale Rider, nulla nella carriera di Clint Eastwood ci aveva preparato al nuovo film Hereafter - dopo il festival di Toronto ha chiuso ieri il New York Film Festival: uscirà negli USA il 22 ottobre e dal 3 gennaio in Italia - toccante fuga verso il soprannaturale, audace indagine sulla possibile esistenza di vita dopo la morte. A 80 anni compiuti Eastwood continua, così, a sorprendere: non solo abbandona generi cinematografici più sicuri, ma apre il film con una delle sequenze più spettacolari del suo cinema e del cinema in generale: lo tsunami del 2004 in Thailandia ricostruito alle Hawaii e ai Pinewood Studios di Londra. Il film intreccia tre storie: una giornalista (Cecile De France), un ragazzino e un uomo con capacità paranormali (Matt Damon). Peter Morgan aveva scritto il copione anni fa dopo aver perso un caro amico. Quando il suo agente lo porta a Spielberg, Spielberg lo passa al suo amico Clint Eastwood. "Non si vedono molti film oggi che uniscano l'aspetto spirituale a quello romantico", dice il regista. "È una storia spirituale ma senza connotazioni religiose vere. Certo, le religioni si domandano cosa c'è dopo la vita, ma questa storia mi è piaciuta proprio perché la religione non c'entra. So che prima o poi tutti a un certo punto pensano o hanno pensato alla morte. La storia del film è una fantasia, ma sarebbe fantastico se ci fosse qualcosa del genere lassù". E Matt Damon: "Il film parla di morte ma lancia un messaggio di vita".
Signor Eastwood, non è che facendo questo film si è convinto che c'è una vita dopo la morte?"No. Ho parlato con persone che sostengono di aver avuto esperienze vicine alla morte e tutte dipingono scenari simili. La verità è che non sappiamo cosa succede dopo, nessuno lo sa, sappiamo solo che da questa parte c'è un finale. Ognuno ha la sua idea su quello che c'è o non c'è, ma sono tutte cose ipotetiche. Il film solleva tante domande e sta al pubblico rifletterci sopra".
Ha mai provato momenti in cui si è sentito vicino alla morte?"Ricordo quando ero molto piccolo, forse avevo quattro anni, mio padre mi portava sulle spalle in mare mosso, sono caduto nell'acqua. Vedo ancora il colore dell'acqua mentre mi rigirava sotto sopra, ma a quell'età non pensi molto, non hai ancora imparato le parolacce, non ti domandi cosa ti stia succedendo. Un'altra volta, a 21 anni in aereo, durante una terribile turbolenza poco fuori dalla California, ebbi paura di morire ma tutto quello su cui riuscivo a concentrarmi erano delle luci che vedevo in lontananza e pensavo, qualcuno lì ha fatto un fuoco e beve birra e vorrei essere lì. Non ho pensato al destino o alla morte".
Allora come mai le è subito piaciuto il soggetto?"Questo non è il genere di film che ti vuole dare risposte. È un film sulla curiosità, sul senso di mistero e di incompletezza che tutti sentiamo".
Più va avanti con gli anni meno lei accenna a smettere di lavorare."Non ne ho nessuna intenzione. L'anno prossimo farò un film su J. Edgar Hoover, agente dell'Fbi, con Leonardo Di Caprio".
Irrefrenabile."Conoscevo un po' Frank Capra, ho passato del tempo con lui a June Lake dove viveva d'estate, ed era così intelligente, mi domandavo perché non facesse altri film. O Billy Wilder, che ha smesso di lavorare negli anni '60, mi sono sempre domandato perché. Forse non trovavano storie che gli piacessero, o avevano fatto dei film che non erano andati bene, e Hollywood in questo non perdona. Ma secondo me i migliori anni della vita sono quando si ha più conoscenza: c'è un regista portoghese che fa ancora film e ha più di 100 anni, Manoel De Oliveira, e io ho in programma di fare la stessa cosa".
Signor Eastwood, non è che facendo questo film si è convinto che c'è una vita dopo la morte?"No. Ho parlato con persone che sostengono di aver avuto esperienze vicine alla morte e tutte dipingono scenari simili. La verità è che non sappiamo cosa succede dopo, nessuno lo sa, sappiamo solo che da questa parte c'è un finale. Ognuno ha la sua idea su quello che c'è o non c'è, ma sono tutte cose ipotetiche. Il film solleva tante domande e sta al pubblico rifletterci sopra".
Ha mai provato momenti in cui si è sentito vicino alla morte?"Ricordo quando ero molto piccolo, forse avevo quattro anni, mio padre mi portava sulle spalle in mare mosso, sono caduto nell'acqua. Vedo ancora il colore dell'acqua mentre mi rigirava sotto sopra, ma a quell'età non pensi molto, non hai ancora imparato le parolacce, non ti domandi cosa ti stia succedendo. Un'altra volta, a 21 anni in aereo, durante una terribile turbolenza poco fuori dalla California, ebbi paura di morire ma tutto quello su cui riuscivo a concentrarmi erano delle luci che vedevo in lontananza e pensavo, qualcuno lì ha fatto un fuoco e beve birra e vorrei essere lì. Non ho pensato al destino o alla morte".
Allora come mai le è subito piaciuto il soggetto?"Questo non è il genere di film che ti vuole dare risposte. È un film sulla curiosità, sul senso di mistero e di incompletezza che tutti sentiamo".
Più va avanti con gli anni meno lei accenna a smettere di lavorare."Non ne ho nessuna intenzione. L'anno prossimo farò un film su J. Edgar Hoover, agente dell'Fbi, con Leonardo Di Caprio".
Irrefrenabile."Conoscevo un po' Frank Capra, ho passato del tempo con lui a June Lake dove viveva d'estate, ed era così intelligente, mi domandavo perché non facesse altri film. O Billy Wilder, che ha smesso di lavorare negli anni '60, mi sono sempre domandato perché. Forse non trovavano storie che gli piacessero, o avevano fatto dei film che non erano andati bene, e Hollywood in questo non perdona. Ma secondo me i migliori anni della vita sono quando si ha più conoscenza: c'è un regista portoghese che fa ancora film e ha più di 100 anni, Manoel De Oliveira, e io ho in programma di fare la stessa cosa".
domenica 10 ottobre 2010
SEMPRE LEO
Non posso negare che la mia passione per Leonardo DiCaprio sia cominciata, come metà delle ragazzine di questo pianeta, quando uscì nei cinema Titanic. Era il 1997 e io avevo 11 anni: fu la prima volta che andai al cinema a vedere un film diverso da un cartone della Walt Disney. Insomma, in un modo o nell'altro, Titanic segnò l'inizio di una nuova fase della mia vita, l'adolescenza.
Probabilmente a differenza delle altre ragazzine, la mia passione perdura ancora oggi e si trasformata in profondo apprezzamento per uno dei migliori attori dei nostri tempi.
Leo grazie a Titanic acquistò fama mondiale, ma aveva già recitato in numerosi film, accomunati dal fatto che aveva sempre interpretato personaggi turbolenti, offrendo splendide interpretazioni: a fianco di Robert De Niro in Voglia di ricominciare (1993); a fianco di Johnny Depp in Buon compleanno, Mr Grape (1993), film per cui guadagna una nomination agli Oscar come migliore attore non protagonista; a fianco di Gene Hackman, Sharon Stone e Russel Crowe in Pronti a morire (1995); in Ritorno dal nulla (1995), nei panni di un musicista eroinomane; in Poeti dall'inferno (1995), nella parte del poeta maledetto Arthur Rimbaud; a fianco di Meryl Streep e Diane Keaton in La stanza di Marvin (1996); infine, in Romeo + Giulietta (1996), nella parte del protagonista maschile nella storia più romantica della letteratura.
Dopo Titanic, il successo e la fama confondono Leo, che compie scelte poco azzeccate, quali La maschera di ferro (1998) e The beach (2000) e ha una particina in Celebrity (1998) di Woody Allen.
Dopo l'anno 2000 finalmente Leo torna alle grandi interpretazioni degli esordi, grazie all'incontro con Martin Scorsese, che cambierà per sempre la sua carriera: reciterà nei suoi Gangs of New York (2002), The aviator (2004), The Departed (2006) e Shutter Island (2010), tra tutti il film più recente di Scorsese e forse il meno noto, dove Leonardo interpreta il ruolo di un agente dell'Fbi in missione in un manicomio criminale.
E come dimenticare Prova a prendermi (2002) di Steven Spielberg, una commedia assolutamente pregevole, nonché Blood diamond (2006), in cui Leo interpreta un trafficante di diamanti e si cimenta a recitare con un fortissimo accento dello Zimbabwe; Nessuna verità (2008) di Ridley Scott, che fornisce un'interessante visione del terrorismo islamico; Revolutionary Road (2008), dove Leo torna a fianco di Kate Winslet, a dieci anni di distanza da Titanic, in un film che pone al centro la crisi della famiglia così come intesa nell'America degli anni '50.
Ed oggi, nelle nostre sale, Inception (2010) di Christopher Nolan: un film così denso, spettacolare, emozionante da rimanere senza parole.
Sono anni che Leonardo non sbaglia un film... e certamente non sbaglierà neppure il prossimo: Hoover di Clint Eastwood.
Cosa uscirà dall'incontro tra un grandissimo attore e un grandissimo regista?
Leonardo DiCaprio su IMDB
Guarda il video SEMPRE LEO su youtube:
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