Dopo Psycho e Sabrina, questo mese la rubrica Originale vs. Remake ospita La fabbrica di cioccolato e, più precisamente, la versione che del romanzo di Roald Dahl hanno dato Mel Stuart nel 1971 e Tim Burton nel 2005.
Nel blog di Director's Cult potete leggere la recensione dell'originale, mentre di seguito ecco a voi la recensione del film di Burton.
Titolo originale: Charlie and the chocolate factory
Paese: U.S.A., Regno Unito
Anno: 2005
Durata: 115 min.
Genere: fantastico
Regia: Tim Burton
Soggetto: Roald Dahl
Sceneggiatura: John August
Cast: J. Depp, F. Highmore, D. Kelly, H. Bonham Carter, A .S. Robb, C. Lee
Trama: Charlie è un bambino molto povero, che trova in una barretta di cioccolato ricevuta per il suo compleanno un biglietto per visitare la straordinaria fabbrica di cioccolato di proprietà dell'eccentrico Willy Wonka.
"Questa è la storia di un normalissimo bambino di nome Charlie Bucket. Non era più veloce, più forte o più intelligente degli altri bambini. La sua famiglia non era né ricca, né potente, né influente, a dire il vero avevano a mala pena di che mangiare. Charlie Bucket era il ragazzino più fortunato del mondo, ma non lo sapeva ancora".
La quarta collaborazione di Tim Burton con Johnny Depp riguarda una storia e un personaggio già di per sè "burtoniani". E' la storia di Charlie, fondamentalmente un escluso, che grazie alla sua modestia, unita ad un po' di fortuna, riesce, non volendo, ad oltrepassare le barriere della povertà in cui è costretto a vivere, grazie all'incontro con il ricchissimo Willy Wonka.
Tim Burton rivisita poi il materiale letterario di base, mettendo il suo tocco personale, laddove rende lo stesso Wonka un emarginato: dona, infatti, all'uomo un passato di conflitti familiari - suo padre dentista non voleva che mangiasse dolciumi - che lo ha portato a divenire il re della cioccolata.
Il film di Burton, in questo senso, costituisce una storia doppiamente triste e doppiamente di riscatto. La pellicola è costruita visivamente in modo eccellente con effetti speciali incredibili: per la prima volta Burton è costretto ad accantonare in parte lo stop motion in favore delle tecniche più moderne.
Johnny Depp è al solito una perfetta maschera: un po' Edward mani di forbice, un po' cappellaio matto, interpreta, tuttavia, un personaggio freddo, che non riesce a suscitare la simpatia dello spettatore e che ha portato molti a preferirgli il Willy Wonka di Gene Wilder.
Johnny Depp è al solito una perfetta maschera: un po' Edward mani di forbice, un po' cappellaio matto, interpreta, tuttavia, un personaggio freddo, che non riesce a suscitare la simpatia dello spettatore e che ha portato molti a preferirgli il Willy Wonka di Gene Wilder.
Se, infatti, bisogna muovere una critica al film di Burton, è quella che l'autore non riesce a coniugare perfettamente la malinconia e la tristezza della storia con l'eccentricità dei personaggi, come accaduto nei suoi film migliori, da Edward mani di forbice a Nightmare before Christmas. Di conseguenza, la sua fabbrica di cioccolato costituisce un bello spettacolo, ma non rimane nel cuore.
Voto: 6
Se vi è piaciuto guardate anche... Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (1971), Edward mani di forbice, Nightmare before Christmas
Della versione di Burton mi piacciono solo i numeri musicali degli Umpa Lumpa. Il resto è troppo incentrato su Deep, come al solito!
RispondiEliminal'originale è mitico, ma anche questo non mi era dispiaciuto. non l'ho trovato così freddo...
RispondiEliminapreferisco il Wonka burtonesco: c'è il trauma infantile, l'edipo risolto, gli umpalumpa cantano benissimo (e rifanno i KISS e i BEATLES), la parodia del monolite di 2001ecc...
RispondiEliminaen passant, BUONA FINE E BUON PRINCIPIO
Pensa che io non ho visto l'originale, ma devo ammettere che mi ritrovo molto nella critica che hai fatto alla versione di Burton: il suo Willy Wonka non suscita purtroppo nessuna simpatia!
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