venerdì 2 marzo 2012

THE ARTIST

A qualche giorno di distanza dalla vittoria agli ultimi Academy Awards, mi accingevo a vedere The Artist con una certa trepidazione, nonché una certa paura: e se il film non fosse stato degno delle mie aspettative? 
Invece, le ha superate. 
Il miglior film dell'84a edizione degli Oscar è un piccolo diamante: The Artist impreziosisce il cinema contemporaneo con un omaggio al cinema delle origini e riscalda i cuori freddi di noi spettatori abituati a sentire e vedere ogni cosa.
Mentre Martin Scorsese, con Hugo Cabret, cerca di farci rivivere le emozioni degli spettatori del primo '900 utilizzando le più recenti tecnologie, Michel Hazanavichus, regista di The Artist, sceglie l'assenza di sonoro e il bianco e nero per catapultarci in una sala del 1929.
Un divo del cinema muto, in declino con l'avvento del sonoro, viene aiutato dall'attrice più rappresentativa del "nuovo" cinema a ritrovare la strada verso il successo.
Grandissimo lavoro di Jean Dujardin, un attore semisconosciuto che per la sua straordinaria interpretazione di George Valentin ha raccolto premi in tutto il mondo e, last but not least, il premio Oscar come migliore attore protagonista. Con una disinvoltura presente in ben pochi interpreti di oggi, Jean Dujardin è capace di passare da scene di elegante e raffinata ironia a a scene di intenso dolore, regalandoci un personaggio indimenticabile.
Berenice Bejo, nei panni della neo-diva Peppy Miller, è la musa ispiratrice dell'intero film e riempe della sua estrosità ogni fotogramma.
Ottima anche la regia di Michel Hazanavichus, altrettanto sconosciuto ed oggi arrivato sulle vette di Hollywood grazie alla vittoria del premio Oscar come migliore regista. Hazanavichus dirige non solo un film, ma tanti film nel film in un bianco e nero così esplicito che sembra quasi colorato. Mentre da un lato la colonna sonora (premio Oscar) culla, accompagna, incalza, dall'altro rari momenti di silenzio trasmettono più di qualsiasi parola: momenti incantati in cui un silenzio di tomba cala nella sala come mai può capitare al cinema chiassoso e moderno. Infine, i suoni veri e propri, dispensati con cura in una manciata di scene, completano la meraviglia: nell'incubo di George Valentin i rumori spaventano perché sconosciuti e minacciosi, ma alla fine del film, quando il divo ha ritrovato se stesso e la sua dignità, anche noi, spettatori fino a quel momento partecipi della tragedia interna del protagonista, tiriamo un sospiro di sollievo: finalmente, siamo pronti. Questa è la magia del cinema. E' il sogno che continua.
E possiamo ben dirlo insieme a George Valentin: with pleasure.


Voto: 10 e lode

The Artist su imdb
Michel Hazanavichus su imdb

9 commenti:

  1. bella recensione..sai che ancora riesco a vederlo? spero di riuscirci presto..lo aspetto con ansia

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    1. C'è una buona notizia: dopo la vittoria agli Oscar hanno scelto di ridistribuirlo nelle sale, quindi potresti riuscire a farlo!

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  2. concordo: è un gran bel omaggio alla Hollywood degli anni '20 (il duetto della protagonista con l'attaccapanni ha un sapore chapliniano)
    coraggioso l'uso del BN e del muto
    NOTA PERSONALE: mio figlio torna a Bologna per qualche giorno e vuol vederlo con me (lo danno all'Odeon e al Romadessé); sono anni che non andiamo al cinema insieme... e io ringrazio THE ARTIST

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    1. Che bello :)
      Io l'ho visto al Roma d'essai... non ero mai stata in quel cinema e mi è piaciuta molto la sala, anche se piccolina perché era contenuta e avvolgente.

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  3. film splendido!
    il 10 e lode però non è che sia un tantino eccessivo? ;)

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    1. Sempre a contestare i voti ;)
      Forse sì ma mi è piaciuto troppo!!!!

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  4. Appena visto, davvero geniale: un film che parla di cinema facendo cinema.

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