Dopo aver analizzato il sistema sanitario americano in Sicko (2007), Moore indaga le ragioni che hanno condotto all'ultima crisi economica, sia attraverso l'ausilio di esperti che tentano di spiegarne i vari avvicendamenti, sia attraverso la testimonianza di persone sfrattate dalle proprie case nel giro di un mese ad opera delle banche, da un lato responsabili della crisi e dall'altro beneficiarie dei finanziamenti del governo stanziati dopo la crisi stessa, mentre i problemi dei lavoratori venivano per lo più guardati con disinteresse dalla classe politica.
Il film si fa davvero toccante laddove si assiste allo sfratto dalle proprie abitazioni di persone che vi hanno dimorato per anni, così come appassionanti risultano i discorsi di quei pochi senatori coraggiosi che in aula si batterono contro il disegno di legge che finanziava le banche, approvato dall'amministrazione Bush nel giro di pochissimi giorni con un colpo di coda attraverso pressioni di vario genere fatte ai membri del Senato.
Per Michael Moore il responsabile di tutta questa situazione è soltanto uno: il capitalismo, che porta alla ricchezza di pochi e alla povertà di molti. Moore non si fa portavoce, però, di una soluzione alternativa: parla di diritti inalienabili dei lavoratori come se fosse qualcosa di nuovo, mai sperimentato, e ha paura di pronunciare le parole socialismo o socialdemocrazia. Ecco dove sta la debolezza di tale film: Michael Moore non provoca fino in fondo. Consapevole dello spauracchio del socialismo diffuso in America, Moore sceglie di girarci intorno senza mai arrivare realmente al punto.
Film: 6 e 1/2
Anno: 2009