Titolo originale: White House Down
Paese: U.S.A.
Anno: 2013
Durata: 137 min.
Genere: azione
Regia: Roland Emmerich
Sceneggiatura: James Vanderbilt
Cast: Channing Tatum, Jamie Foxx, Maggie Gyllenhaal, James Woods, Jason Clarke, Garcelle Beauvais, Richard Jenkins, Rachelle Lefevre, Michael Murphy, Peter Jacobson, Joey King
Trama: Durante una visita alla Casa Bianca con la figlia Emily, l'agente di polizia John Cale si ritrova suo malgrado a proteggere il presidente degli Stati Uniti da un gruppo di terroristi che ha messo sotto scacco l'intera residenza.
L'ultimo film di Roland Emmerich abbandona i temi apocalittici di 2012 e The day after tomorrow, per concentrarsi sullo spauracchio del Ventunesimo secolo, una minaccia più umana e concreta, ovvero quella del terrorismo.
La scelta di ambientare l'attacco terroristico nel cuore nevralgico della mondo occidentale, ovvero alla Casa Bianca, può condurci a pensare che si tratti del solito film sul fondamentalismo islamico. In verità il film di Emmerich, sceneggiato da James Vanderbilt (Zodiac, The Amazing Spiderman), sceglie di mescolare un po' le carte e presenta un'America che vive in una sorta di illuminismo democratico, grazie ad un Presidente (Jamie Foxx) che ha deciso di porre fine alla prepotenza dell'industria delle armi e che ha fatto della ricerca del dialogo tra i popoli la sua bandiera.
Da questo punto di vista, White house down non si configura semplicemente come un film d'azione, ma anche come un thriller politico, con un finale abbastanza sorprendente e inaspettato.
Accanto al filone appena descritto, il film indaga nell'intimità del protagonista John Cale (Channing Tatum), ovvero il suo rapporto problematico con la figlia adolescente Emily, minato dalla presenza di un terzo incomodo (in questo caso, nientemeno che il presidente degli Stati Uniti, considerato un eroe dalla giovane): un tema classico dei film di Emmerich, e in generale dei film catastrofici, che serve ad avvicinare lo spettatore alle sorti dei protagonisti. In questo caso, tuttavia, l'intento non si dispiega compiutamente, sia perché la piccola Emily è un po' troppo coraggiosa per la sua età, sia perché l'intera storia è portata avanti attraverso dialoghi e battute oltremodo banali, degni delle più classiche "americanate".
D'altronde, anche il filone politico del film, per quanto innovativo rispetto al modo nel quale affronta il tema del terrorismo, è solo un pretesto necessario per intrattenere lo spettatore, ragion per cui, in concreto, se il responsabile dell'attentato avesse avuto intenti diversi da quelli raccontati, il film sarebbe stato pressocché identico per la totale assenza di un vero approfondimento.
Anche l'intento commerciale del film, tuttavia, riesce solo in parte: se in un primo momento il film riesce a far percepire la paura derivante dalla minaccia terroristica, mostrando un gruppo di uomini superarmati che mette a soqquadro la Casa Bianca, la storia si perde poi nei meandri dell'azione più futile ed esagerata e infine annoia.
Anche l'intento commerciale del film, tuttavia, riesce solo in parte: se in un primo momento il film riesce a far percepire la paura derivante dalla minaccia terroristica, mostrando un gruppo di uomini superarmati che mette a soqquadro la Casa Bianca, la storia si perde poi nei meandri dell'azione più futile ed esagerata e infine annoia.
chissà perché, ma credo continuerò a risparmiarmelo... :)
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