Titolo originale: Fuga di cervelli
Paese: Italia
Anno: 2013
Genere: comico
Durata: 100 min.
Regia: Paolo Ruffini
Sceneggiatura: P. Ruffini, G. Chiesa, G. Bognetti
Cast: P. Ruffini, L. Peracino, O. Kent, G. Scilla, F. Matano, G. Ottonello, B. Izzo, A. Buscemi, A. Pisani, M. Messeri
Trama: Emilio è un ragazzo timido e impacciato innamorato da sempre della bellissima Nadia.
Quando la ragazza ottiene una borsa di studio per studiare medicina a Oxford, Emilio, aiutato dai suoi quattro amici - altrettanto «sfigati» - decide di seguirla per confessarle finalmente il
suo amore.
L'opera prima di Paolo Ruffini - anche sceneggiatore e interprete del film - è il remake di Fuga de Cerebros, film spagnolo uscito nel 2009 e campione di incassi in patria.
La pellicola italiana si contraddistingue per una serie di elementi positivi, che, tuttavia, non riescono a far venire alla luce l'originalità che il film vorrebbe esprimere nell'intenzione dell'autore, ovvero quella di riallacciarsi al filone di una serie di film comici americani, come Animal House e American Pie, e ad un filone più recente del cinema francese, inaugurato da Quasi amici.
Per quanto riguarda gli elementi positivi, è da lodare la scelta di un cast giovane e affiatato, la cui complicità emerge limpidamente sullo schermo. Nessuno dei cinque protagonisti è una «primadonna», che tende a concentrare unicamente su di sé l'attenzione dello spettatore, ma ognuno riesce ad essere parte dell'insieme e contemporaneamente a ritagliarsi il proprio spazio in cui emerge l'individualità rappresentata dal proprio personaggio.
La storia raccontata è una storia «giovane», appartenente ad una generazione che oramai viaggia in Europa senza dover travalicare frontiere, che riesce ad ambientarsi in un'università straniera senza troppe difficoltà, nonostante le differenze di lingue e tradizioni.
Come anticipato, si deve purtroppo prendere atto che le buone intenzioni risultano complessivamente oscurate da una serie di elementi negativi che riducono notevolmente la novità di cui il film vorrebbe farsi traghettatore.
Sia la scrittura che la regia, infatti, sono assimilabili ad un film di Neri Parenti; le situazioni comiche rappresentate e le battute messe in bocca ai vari personaggi sono degne dell'italianità più becera ed ignorante e rendono fine Fuga di cervelli un cinepanettone a tutti gli effetti, un Natale a Miami un po' più giovanile.
La presa di coscienza finale arriva, inoltre, decisamente troppo tardi perché il film possa riuscire davvero a proporre una riflessione seria ed essere assimilato ad altre pellicole che «scherzano» sulla disabilità come Quasi amici.
Fuga di cervelli si rivela, dunque, un film su cui si sarebbe potuto investire di più; si è scelto, invece, di appiattirsi su situazioni comiche già sperimentate da altri, sulle quali, a quanto pare, il cinema italiano ha da un po' di tempo scelto di arroccarsi.
Voto: 5